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Being the Ricardos – Recensione del nuovo film di Aaron Sorkin

Aaron Sorkin ritorna a far parlare di sé con un film che nuovamente si sviluppa all’interno della biopic (come abbiamo visto anche ne I 7 di Chicago, ad esempio), partendo da due personaggi molto conosciuti all’interno della storia dell’intrattenimento americana, per poi realizzare l’affresco di un’epoca specifica. Ecco che il cinema e le dinamiche televisive hollywoodiane degli anni ’50 diventano la tela su cui disegnare una storia dalle tinte umane al cui centro troviamo tutte le imperfezioni del caso, fuse a un sistema disegnato da stilemi culturali specifici, ipocriti e complessi, soprattutto se li si analizzano al giorno d’oggi. Being the Ricardos, il film di cui oggi vi proponiamo la recensione, si presenta come storia “tratta dal reale”, divenendo ben presto altro, qualcosa di più profondo e recondito, fumoso e al tempo stesso estremamente attuale. Da sempre questo regista si avvale del passato per riflettere sul presente, in questo caso, però, la lente d’ingrandimento si avvicina sempre di più al soggetto, al punto di andare oltre l’epidermide fino a strappar via anche tutto quello che c’è sotto e intorno alle ossa. Ne resta soltanto l’anima e tutti quei piccoli dettagli apparentemente inconsistenti ma centrali nella caratterizzazione dell’essenza dell’essere umano. Vi ricordiamo che il  film è presente dal 21 di questo dicembrenel catalogo Amazon Prime Video.

Una coppia e una serie tv 

Al centro del film troviamo due protagonisti realmente esistiti: Lucille Ball e Desi Arnas (interpretati rispettivamente da Nicole Kidman e Javier Bardem). I due sono una coppia e nel corso degli anni ’50 hanno raggiunto un successo inaudito con una situation comedy dal nome Lucy e Io. Questa situation comedy ha fatto la storia della televisione americana, arrivando anche a picchi di spettatori di oltre 60 milioni. Being the Ricardos, come vedremo anche in seguito nella recensione, si origina proprio da tutto ciò, costruendo una narrazione bipolare in cui si alternano riprese dal presente, in cui vengono intervistate persone che lavorarono realmente alla serie (in stile documentaristico quindi), alla trama vera e propria ricostruita in base all’epoca. La possibilità di parlare con queste persone dal passato però, contribuisce ad ampliare ulteriormente la narrazione, consentendo al regista di non parlare esclusivamente della serie tv e del making off, ma anche dei suoi due protagonisti e delle loro dinamiche personali in un momento preciso della loro vita di coppia. 

Being the Ricardos recensione

Ecco che la serie stessa diventa un vero e proprio pretesto per parlare di una Hollywood ed America apparentemente lontanissima, ma al tempo stesso apparentemente vicina. Sorkin sfrutta tutto ciò per approfondire il rapporto fra Lucille e Desi, parla del modo in cui si sono conosciuti e delle loro vicende di coppia sposata, abbandonando ben presto l’ambito del documentario, per riprodurre una storia più intima e delicata, delineata sull’interpretazione dei suoi due attori principali, e sulle vicende umane a coinvolgere questi due personaggi. Il focus del film, quindi, ben presto si sposta su questa coppia e sul modo in cui vivono il reciproco amore e rispetto. Sul loro amore disfunzionale legato al modo in cui interpretano i propri personaggi nella serie sul set, imbastendo una riflessione che si fa anche psicologica in alcuni frangenti. 

Being the Ricardos offre dunque due elementi fondamentali agli spettatori, l’approfondimento emotivo e riflessivo di una coppia ben lungi dall’essere perfetta o come appare in televisione, e come leggerete più avanti nella recensione, un vero e proprio spaccato di un contesto che viene spogliato da qualsivoglia orpello. E’ proprio il contesto in cui si muovono questi due protagonisti, infatti, ad interessare il regista, sempre pronto a cancellare ogni stereotipo sul mondo dell’intrattenimento americano dell’epoca, per criticarne gli aspetti più estremi, come il folle divismo, o l’oggettificazione degli attori a discapito delle loro stesse ragioni biologiche. Da ciò la visione generale del film si amplia ulteriormente, gettando un’ombra sul mondo dell’intrattenimento e del successo, e sul modo in cui agiscono sull’individuo. Gli eventi di trama cominciano a crollare per due motivazioni precise: Lucille viene accusata dalla stampa di essere comunista (in un periodo in cui in America aderire a quel partito veniva considerato un atteggiamento “antiamericano”), e i tabloid continuano a mettere in dubbio la fedeltà di Desi verso Lucy. Da ciò Sorkin incastona gli eventi intorno ai suoi protagonisti in un sistema che industrializza continuamente la loro immagine, cercando in tutti i modi di carpirne le debolezze, ingigantendole quindi. Due divi vittime dei tabloid e del giornalismo d’inchiesta anche basso, ma comunque con un forte impatto sulla loro stessa esistenza.

Being the Ricardos recensione

Precisione 

Uno dei maggior pregi di Being the Ricardos, sono le interpretazioni del suo cast. Essendo che la regia, in molti frangenti, è estremamente attenta al modus operandi emotivo degli attori, ne fuoriesce un lavoro di tutto rispetto sia dalla Kidman, che da Bardem, che dal resto del cast. Alcuni particolari sviluppi si reggono proprio sulle loro magistrali interpretazioni all’interno dei rispettivi ruoli, al punto da svanire del tutto in favore della storia. Il film viene inoltre valorizzato sia dalla fedele ricostruzione ambientale che offre di inquadratura in inquadratura, risultando profondamente immersivo nell’immediato, sia dai movimenti di camera attenti e sinuosi, dolci nel loro catturare i vari sviluppi. 

Being the Ricardos

8

Con Being the Ricardos, Aaron Sorkin conferma nuovamente il suo valore come regista e sceneggiatore, costruendo una storia che si avvale di tutte le dimensioni cinematografiche possibili. Il film brilla sia dal punto della struttura (messa in scena, regia, scenografie, fotografia) sia da quello delle interpretazioni degli attori. Certo, il ritmo narrativo non è sempre velocissimo, mostrandosi anche abbastanza disordinato in alcuni frangenti, soprattutto quando il passato si alterna al presente e ad un passato dei protagonisti ancora più lontano. Oltre a ciò il film è godibilissimo da tutti, anche da coloro che non hanno mai sentito parlare della serie tv presa in causa, dato che gli eventi di trama sanno come introdurre tranquillante tutto al meglio per poi fare il proprio gioco.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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