Avatar: Legends si presenta come il gioco di ruolo ufficiale ambientato in un mondo che tutti abbiamo amato, e che amiamo tutt’ora. Sviluppato da Elizabeth Chaipraditkul e con la direzione artistica di Marissa Kelly, mostra la potenza del comparto artistico degli Avatar Studios & Viacom International Incorporated. Ripercorrere i passi di Aang e Korra, visitare le nazioni del fuoco, dell’acqua, della terra e del vento, vedere all’opera le guerre intestine per il predominio di questa o quella fazione e rincontrare personaggi a cui ci siamo affezionati, non può che farci partire in questa avventura con il cuore a mille. Andiamo quindi a vedere più da vicino come si presenta il manuale di gioco di Avatar: Legends in questa recensione, e proviamo a capire il sistema dentro il quale ci districheremo, e dove daremo vita ai nostri personaggi.

Il potere degli elementi

Stupiscono particolarmente la cura e l’esposizione di ogni tratto dell’ambientazione, che da sempre rende il franchise di Avatar interessante all’occhio dello spettatore. Oltre ad un enorme approfondimento nel descrivere usi e costumi dei quattro popoli del mondo di Avatar: Legends, possiamo vedere anche l’ampio spazio che è stato dato alle singole organizzazioni facenti parte di questa o quella fazione. Ogni personaggio dunque potrà portare in gioco un background ampio e articolato, senza il bisogno di dover inventare da zero un aspetto che i creatori non hanno calcolato nell’equazione.

Avatar: Legends è prevalentemente narrativo, e si basa su una dinamica di equilibri dati proprio dagli elementi e dal modo di muoversi all’interno dello sviluppo dei personaggi. L’equilibrio e il bilanciamento di ogni classe e ogni sviluppo riesce a stupire proprio per via del lavoro certosino che c’è dietro. Al contrario di alcuni giochi di ruolo che presentano falle all’interno del sistema di gioco stesso, creando costruzioni impossibili da sconfiggere o veri e propri paradossi di potere, Avatar: Legends riesce a stare in un perfetto equilibrio.

Gli elementi concedono mosse specifiche, ovvero la base dell’interazione con gli elementi e le situazioni che il Master presenterà ai giocatori, e la loro descrizione non lascia margine ai dubbi di sorta. Ogni classe può essere accompagnata o meno dagli elementi che tenderanno a bilanciarla e renderanno il personaggio in grado di destreggiarsi nelle situazioni più disparate, in una narrazione fluida e quasi totalmente priva di turnazioni.

Il più delle volte le mosse sono una diretta conseguenza della narrazione o delle azioni che deciderete, o non deciderete, di fare in gioco. Nella maggior parte dei casi però, proprio come nella visione classica di dei GDR, utilizzerete le mosse per sbloccare una reazione da un personaggio non giocante o una conseguenza dell’ambiente circostante.

Il sistema di gioco

L’utilizzo del sistema PbtA (e quindi con d6) concede ad Avatar: Legends una narrazione piuttosto fluida che non porta a scompensi di tipo meccanico e che riesce a rendere i combattimenti avvincenti senza lungaggini di sorta. Nello specifico ogni successo è rappresentato da un risultato superiore o uguale a 7 (anche se, per avere un successo pieno, dovrete fare dal 10 in su) su un tiro con 2d6 (+ bonus) che, man mano si guadagnerà esperienza nell’utilizzo delle mosse, diventerà più facile da ottenere.

Il sistema, basato su Powered by the Apocalypse, propone una interpretazione e una narrazione continuativa, e il fatto che tutto il gioco si basi sulle mosse, da buon PbtA, permette di sfruttare appieno la creatività del giocatore e il mondo di gioco.

Il design

L’arte di Avatar: Legends è palpabile fin dalle prime pagine, rendendo la visione iniziale del manuale di gioco un oceano di colori. Sfrutta le stesse tavolozze che anche la serie animata sfruttava, riuscendo a catturare lo spettatore sia per la spensieratezza delle illustrazioni, sia per il loro piglio accattivante. Alcune illustrazioni originali sono davvero notevoli e non provenendo dalla serie animata si riconoscono per l’originalità e per il tono leggermente più cupo.

Avatar: Legends, senza essere troppo invasivo, darà al lettore e al giocatore una continua reference per lo stile che le avventure dovranno prendere, catapultando i giocatori all’interno di un mood ben preciso. Da notare che i paragrafi riguardanti i diversi popoli hanno uno stile di disegno e una struttura ben diversi tra loro. Per fare un esempio: il paragrafo della Nazione del Fuoco differisce in quasi tutto se messo a paragone con il paragrafo riguardante i Nomadi dell’Aria, e spostandoci alle organizzazioni, ognuna di loro avrà una struttura espositiva completamente diversa e un’impaginazione originale.

La struttura del manuale di gioco di Avatar: Legends ha la peculiarità di riuscire a essere ordinata nonostante la mole di informazioni a cui il giocatore o il master sono sottoposti, rientrando in quella categoria di manuali in cui cercare un’informazione è più che semplice. Non capiterà mai di dover sfogliare pagine su pagine alla ricerca di qualcosa che, per qualche arcano motivo, non compare nella sottosezione segnata nel glossario. Questo favorisce l’opera del narratore, creando uno strumento affidabile per le traversie che ogni pianificazione di una campagna attraversa.

Creare un personaggio

La creazione di un personaggio in Avatar: Legends passerà attraverso alcune tappe obbligatorie che intraprenderete col vostro gruppo di gioco, e alcune decisioni che prenderete in precedenza insieme. La scelta del tema principale delle avventure, la scelta dell’era in cui giocare e degli obbiettivi di gruppo, rappresentano il vero e proprio andamento di tutto ciò che il master vi farà affrontare, e contro cui vi scontrerete. Avatar: Legends infatti propone una scelta conscia di questi aspetti che non tradisca, appunto, le aspettative del gruppo stesso.

In seguito avrete una serie di parametri da scegliere singolarmente, come la classe, l’addestramento militare, il background e i vari punti di forza e debolezza. Questi ultimi sono rappresentati dai parametri: creatività, focus, armonia e passione, che faranno da modificatori per le varie mosse che sceglierete di fare vostre in seguito.

Un’altra statistica importante è il bilanciamento rappresentato da uno schema che tiene il punto zero come partenza, e una scala negativa e positiva di cui tenere conto durante lo svolgimento dell’avventura: questa rappresenta il modo in cui il vostro personaggio si sentirà a riguardo di un determinato conflitto, di un tema, o di una determinata situazione, e andrà ad evolvere la maniera in cui deciderete di farlo agire a riguardo.

Finalmente siamo arrivati alle tecniche di combattimento che, come vedremo nel manuale di gioco, saranno diverse per ogni personaggio e verranno scelte in base alla somma di tutti i fattori che caratterizzano il background.

In una campagna si partirà con una tecnica padroneggiata e con una presa in fase di acquisizione, mentre se si dovesse optare per una sessione singola (le cosiddette one-shot) sarà una singola tecnica acquisita.
Da qui in poi la vostra campagna potrà partire, magari dopo qualche momento di studio del personaggio e della scheda.

La scheda stessa favorisce, in ogni caso, un rapporto intuitivo col gioco che non vi porterà scervellarvi particolarmente su una miriade di caselle, valori e modificatori vari. La semplicità in Avatar: Legends farà da padrone anche nel combattimento, rendendo ogni momento di gioco adrenalinico e senza momenti morti.

L’equilibrio del tutto

In conclusione, Avatar: Legends ha un grande potenziale per diventare uno dei vostri giochi di ruolo preferiti, anche non avendo mai bazzicato attorno al franchise di riferimento. La sua poetica e la costruzione dell’ambientazione riescono perfettamente nell’intento di far appassionare qualsiasi nuovo giocatore, e le meccaniche di facile approccio permettono di far avvicinare a questo GDR anche i giocatori neofiti o quelli poco avvezzi ai calcoli matematici. Avatar: Legends rimane quindi un titolo consigliato a tutte le tipologie di giocatori, ma soprattutto a chi volesse approcciarsi a questo bellissimo mondo.

Alessandro Caredda
Accanito giocatore di Magic: The Gatering, ha sempre coltivato la sua passione per i videogiochi, per le graphic novels, manga e gadget di ogni tipo. Ama l'horror, tanto da basare la sua carriera da scrittore su quel genere, e spendere per oggetti da collezionismo. Si ritiene piuttosto certo che queste sue passioni lo condurranno sul lastrico.

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