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Assassin’s Creed Valhalla DLC: l’Ira dei Druidi – Recensione

La saga di Assassin’s Creed ha un potenziale praticamente illimitato: se ci pensiamo, le varie iterazioni hanno mostrato come il brand potesse evolversi e cambiare costantemente (anche se nei primi capitoli questa differenza non è così percettibile). La cosa che però nessuno ricorda di Assassin’s Creed è la validità dei suoi DLC: già dal terzo capitolo, infatti, l’esplorazione della trama e di eventuali nuove modalità venne affidata ad un DLC, pronto a raccontare una storia inedita. Con Origins la serie ha dato una svolta al gameplay, investendo sempre di più sui DLC non intesi come parti di gioco rimosse da vendere a parte, ma vere e proprie campagne aggiuntive, e dopo Odyssey, ora è il turno di Valhalla di ricevere questo DLC, l’Ira dei Druidi, una storia che vi terrà incollati allo schermo per una decina d’ore (che diventeranno più di 15 con le attività secondarie) alle prese con una trama slegata ai fatti del gioco principale, ma che soprattutto vi farà visitare una fantastica Irlanda (che abbiamo visitato in anteprima per la recensione).

Valhalla Ira Druidi Recensione

Squadra che vince non si cambia

Una delle cose che subito noterete è che Assassin’s Creed Valhalla: l’Ira dei Druidi ripropone un po’ lo schema del gioco base, anche se, ovviamente, in piccolo: se infatti l’esperienza sarà decisamente più corta del gioco principale, l’esplorazione dell’Irlanda è qualcosa di appagante, soprattutto grazie all’accuratezza storica ed estetica che Ubisoft dimostra da sempre nei suoi titoli legati al brand. Il gioco parte da un incipit molto semplice: il cugino di Eivor, Barid, è il Re di Dublino, e richiederà di vedervi proprio in questa nuova terra che è l’Irlanda del IX secolo. Qui le cose porteranno il nostro protagonista ad aiutare l’Alto Re Flann-Sinna, oltre che a scontrarsi con una tremenda setta di druidi e a incontrare nuovi pericoli.

Come ogni Assassin’s Creed, anche questo Assassin’s Creed Valhalla: l’Ira dei Druidi propone una rosa di personaggi ben caratterizzati sia esteticamente che in termini di personalità. Non ci saranno così tanti colpi di scena – almeno non più di quanti ce ne aspettiamo da un Assassin’s Creed – ma l’intreccio scorre piacevole e porta interessanti spunti da scoprire nel corso della campagna del DLC.

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Un ritorno gradito

Assassin’s Creed Valhalla: l’Ira dei Druidi è un piacevole ritorno ad una routine che da un po’ avevamo abbandonato (come abbiamo già detto nella recensione del gioco base). Questo capitolo sembra unire le due anime (concept originale e moderno) della serie, e non c’è nulla di meglio che una vacanza in Irlanda per ricordarcelo. Il sistema in realtà non porta nulla di innovativo (ci sarà qualche materia prima da reperire per un NPC, ma niente di così diverso dal solito), ma ripropone le stesse dinamiche in salsa diversa, proprio ciò che vogliamo da un DLC di Assassin’s Creed. La durata è decisamente abbondante e si vede come tutto il DLC sia pensato non per motivi economici, ma esclusivamente per raccontare una vicenda, seppur quasi del tutto distaccata dalla trama principale legata a Eivor e alla sua storia.

Preparatevi quindi a Razzie, a misteri da svelare, tesori da trovare e a avamposti da catturare: tutto questo rimane immutato, fatta eccezione per i nemici che invece presenteranno nuovi stili e pattern d’attacco. Interessante infine l’animo poetico che gli sceneggiatori hanno dato alla trama, passando per racconti e vicende legate alle origini irlandesi, a partire dalla nascita delle prime città fino alla cultura gaelica. Per quanto riguarda invece l’intreccio, anche stavolta l’Ordine da distruggere – i Figli di Danu – saranno ben incastrati nel vostro racconto, ponendo come al solito la famosa battaglia tra libertà e ordine sotto l’ennesima nuova sfaccettatura. Proprio questo approccio, che ormai negli ultimi anni “dilaga” in Ubisoft, è ciò che rende questi nuovi capitoli degni di ogni singola riga di sceneggiatura (senza nulla togliere al fantastico gameplay di questo Valhalla, ricco di infinte possibilità).

Per il resto, Assassin’s Creed Valhalla: l’Ira dei Druidi ha lo stesso comparto tecnico del gioco base, ma grazie alla nuova ambientazione riesce a mostrare nuovi scorci interessanti: dai colori fino all’atmosfera, sebbene alcuni punti di contatto ci siano con l’Inghilterra del gioco base, l’Irlanda invece ha nuove tradizioni e nuove ambientazioni, qualcosa che sicuramente non risulta innovativo come un cambio completo di location, ma che rende fin dai primi momenti intrigante questa campagna (che dopo la prima mezz’ora vi porterà subito via dall’Inghilterra, distaccandovi completamente dal setting iniziale).

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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