Assassin’s Creed Valhalla: l’Alba del Ragnarok – Recensione del DLC

Abbiamo messo le mani sul nuovo DLC di Assassin's Creed Valhalla: l'Alba del Ragnarok: ecco cosa ne pensiamo nella nostra recensione.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 7 minuti
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Assassin's Creed Valhalla: l'Alba del Ragnarok

Tra qualche giorno i videogiocatori che hanno amato Assassin’s Creed Valhalla potranno tornare a vestire i panni del loro personaggio amato, combattendo come solo un norreno sa fare, tra dozzine di missioni secondarie, una trama fantastica e una serie di contenuti abbastanza particolari. Prima di proseguire, ci teniamo a precisare che per la recensione del nuovo DLC di Assassin’s Creed Valhalla: l’Alba del Ragnarok, dobbiamo obbligatoriamente fare dei piccoli spoiler: nulla che infici la trama principale, ma ci saranno.

Nel corso della storia di Assassin’s Creed Valhalla, Eivor potrà bere una strana pozione per fare dei sogni alquanto particolari: in questi veste i panni di Odino, Havi, in una sorta di strano sogno indotto “alla Animus”, mentre si svolge tutto ciò che sembra portare sempre più inesorabilmente al Ragnarok, la fine del mondo. In realtà quelle visioni sono provenienti dagli antenati, ma vengono adattate dalla mitologia norrena di cui Eivor ha sempre conosciuto i dettagli.

Nel corso del gioco quindi qualche volta si andrà a visitare Asgard, con delle missioni davvero stupefacenti e la capacità quindi di inserire dettagli mitologici all’interno della serie. L’Alba del Ragnarok riprende quel mondo di Assassin’s Creed, o meglio quelle trame, raccontandone una particolarmente interessante. Ciò che è più interessante ancora però, è la capacità di questo DLC di essere slegato dal resto.

Svartalfheim

Nel corso dei primi minuti di gioco Havi e Frigg stanno cercando dentro Svartalfheim il loro amato figlio Baldr, rapito dai giganti di fuoco e dal loro capo – nonché fratello di Odino – Surtr. Quando lo scontro si risolve, purtroppo non va come il capo di Asgard ha sperato, e lo costringerà a ricominciare da capo la ricerca. Nel farlo però, alcuni nani lo aiuteranno con dei potenziamenti alquanto particolari, così da permettergli non solo di ripartire alla ricerca del figlio, ma anche di accedere a dei poteri insoliti.

Il gioco lancia velocemente il giocatore all’interno della trama, come se sapesse già cosa è successo prima, ma senza la necessità di aver finito Valhalla: in questo modo, anche se ovviamente dovrete sapere nelle visioni precedenti cosa è avvenuto, non ci sarà tanta memoria da “tenere accesa” nella testa per ricordare. Per il resto, il titolo sembra così solido anche da solo da farci dimenticare di far parte di Valhalla, forse volutamente.

Assassin’s Creed Valhalla: l’Alba del Ragnarok infatti è giocabile anche come DLC standalone (in sede di recensione abbiamo fatto i dovuti test), facendo partire una nuova partita e selezionando il DLC come gioco (al posto di Valhalla). Questo ovviamente slegherà il contenuto dal resto del gioco, e se vorrete riprendere il titolo fin dalle gesta di Eivor, dovrete ricominciare da capo. Se invece avete già un salvataggio – che vi ricordiamo sfrutta il cloud di Ubisoft Connect e quindi è anche cross-platform – potrete partire da dove eravate rimasti e andare diretti all’interno delle missioni del DLC (sia che abbiate completato quelle precedenti ambientate ad Asgard, sia che non le abbiate nemmeno iniziate).

In questo caso, ovviamente, il gioco pone anche un livello minimo richiesto per combattere i nemici, ma attraverso la Fortificazione potrete raggiungerlo (rischiando però di “rompere” il gioco standard, per questo è suggerito ai neofiti di giocare il DLC standalone). Per il resto, Assassin’s Creed Valhalla: l’Alba del Ragnarok ha una questline principale che vi terrà incollati una ventina d’ore (tempo che abbiamo impiegato in sede di recensione) e delle missioni secondarie abbastanza leggere ma che riusciranno a raddoppiare la durata del contenuto aggiuntivo.

L'Alba del Ragnarok

Sovrannaturale

I vari Assassin’s Creed hanno sempre avuto qualcosa di sovrannaturale, a partire dai frutti dell’Eden (che sarà pure tecnologia, ma quello che possono fare è al limite della magia) fino ai vari nemici combattuti in Assassin’s Creed Origins e Odyssey. Valhalla li contestualizza in questo modo, e nel farlo apre un Vaso di Pandora interessante: se infatti i limiti del normale hanno sempre tenuto a freno le idee di Ubisoft, così invece Valhalla è riuscito davvero a inserire di tutto.

Il protagonista in questo caso potrà far affidamento su tutto ciò che ha imparato nel gioco base, più un piccolo extra: un dispositivo, Hugr-Rip, capace di incanalare il potere degli esseri viventi dando a Havi la possibilità di assorbirlo e sfruttarlo, sia esso dei Muspel, dei Giganti di Ghiaccio o persino poteri particolarmente utili durante le sessioni di gioco. Il bracciale in questione, che raffigura un falco, sarebbe un’aggiunta interessante nel mondo di Assassin’s Creed, e nessuno esclude che potremmo rivederlo in futuro.

Nel gioco il bracciale è implementato attraverso l’assorbimento di poteri, posizionabili in uno dei due slot di gioco: in questo modo, premendo R2 e poi la freccetta destra o sinistra, sarà selezionabile (consumando una barra caricabile in vari modi) il potere scelto. Ovviamente per gestirli dovrete di volta in volta cambiare il potere usato.

Il gioco infine inserisce anche enigmi interessanti – che richiederanno alcuni poteri – e persino delle fasi di “caccia al tesoro” per cercare i vari rifugi, punti cardine sulla mappa di Svartalfheim. Se tutto questo non bastasse, il gioco propone anche l’Arena delle Valchirie, capace di mettere alla prova la build del vostro personaggio (e persino spingervi a inventarvene di nuove) così da poter sbloccare collezionabili, armature, armi e tanto altro ancora.

Assassin's Creed Valhalla: l'Alba del Ragnarok
9
Voto 9
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.