Ad affermare definitivamente la serie di Assassin’s Creed fu proprio l’italianissimo Ezio Auditore da Firenze, l’iconico mentore della confraternita degli assassini che ha concretizzato l’autorevolezza del franchise. Di fatti, qualora dovessimo pensare alla saga di Ubisoft, il pensiero dei veterani va subito al maestro assassino italiano. Ancor più lecito è che Ezio ha ricevuto non uno, né due, bensì tre capitoli principali della serie, più due cortometraggi, tutto contenuto all’interno di Assassin’s Creed The Ezio Collection, di cui vi avevamo parlato in una recensione già anni fa, quando venne rilasciato su PlayStation 4, Xbox One e PC. Adesso, dopo un ritardo poco comprensibile, l’icona della saga giunge finalmente anche su Nintendo Switch.
Ubisoft ha impiegato più di sei anni per portare tre dei capitoli più amati di Assassin’s Creed, anche sull’ibrida di Nintendo, dopo averci deliziato con i porting di Assassin’s Creed III Remastered, Black Flag e il divisivo Rogue. Con la trilogia di Ezio, infatti, ora su Nintendo Switch è possibile giocare buona parte della saga in totale mobilità, che è anche una delle motivazioni per cui non vedevamo l’ora di provare i capitoli in Italia e Turchia.
Assassin’s Creed The Ezio Collection, il crocevia del franchise
Sebbene la fama e la storia di Ezio Auditore da Firenze lo precedono, è bene fare un incipit per coloro che del maestro assassino italiano hanno solo sentito parlare: dopo aver assistito a un tragico evento riguardante la sua famiglia, Ezio comincerà una crociata basata sulla vendetta che lo porterà a diventare un maestro assassino, tra il secondo capitolo e l’amatissimo Brotherhood; in Revelations, come preannuncia il titolo, il meno giovane protagonista prenderà parte a un viaggio tra Istambul – allora Costantinopoli – e Masyaf, dove si sono svolte le vicende del primo gioco della serie, al fine di scoprire la verità sul conflitto tra assassini e templari, sui frutti dell’Eden e, ancor più importante, sul suo ruolo nell’enorme e intricata lore di Assassin’s Creed.
Parliamo quindi di tre capitoli fondamentali nel franchise, che hanno poi dato il via a un processo di evoluzione narrativa e ludica ancora in corso cominciata prima con Assassin’s Creed III, poi con Unity e i più recenti Origins, Odyssey e Valhalla. Sulla base di questo fatto potremmo quindi pensare che i tre titoli potrebbero sembrare già vecchi, o peggio, obsoleti, ma vi possiamo garantire che il risultato è tutt’altro.
Vi facciamo un esempio: il sottoscritto aveva poco più di 12 anni quando fu rilasciato Assassin’s Creed Brotherhood, e tutti sappiamo come rivedere titoli con decenni alle spalle possa farli apparire molto peggiori di quanto li ricordavamo. Tuttavia, grazie soprattutto alle migliorie tecniche apportate alla Ezio Collection quando venne rilasciata nel 2016, possiamo affermare senza troppi problemi che le opere risplendono oggi quasi come facevano in origine: Revelations presenta ancora una direzione artistica e sonora di tutto rispetto, e la Roma di Brotherhood è interessante come sempre.
Assassin’s Creed II continua a non convincere
Il callo della collezione è però Assassin’s Creed II, i cui modelli rivisitati non riescono ancora a convincere e dove alcuni effetti grafici e visivi non solo risultano obsoleti ma potrebbero essere addirittura peggiori del capitolo originale. Puntiamo il dito verso riflessi che spesso creano rarefazioni visive a dir poco inquietanti e animazioni che lasciano davvero troppo a desiderare, in maggior modo se facciamo una comparazione con il suo successore diretto. A distanza di molti anni, però, ci siamo sorpresi nel vedere come la storia di Assassin’s Creed II risulti ancora molto interessante e godibile, soprattutto se la si analizza con occhi più maturi e abituati a storytelling più evoluti ed elaborati.
Il problema dell’opera è tuttavia la sua obsolescenza, sin troppo evidente anche in questa sua forma rimasterizzata ma che, purtroppo, di nuovo ha ben poco. Il level design e il sistema di combattimento restano molto validi, è vero, ma devono sempre fare i conti con un gameplay fortemente ancorato agli standard del primo capitolo e abbraccia novità meno impattanti rispetto Brotherhood o Revelations. Vi consiglieremo, infatti, di giocare prima Assassin’s Creed II e poi i suoi sequel, al fine di non sentire troppo il peso della semplicità del gameplay e dei comandi, e di poter godere nel migliore dei modi di un impianto ludico che molti potrebbero considerare “classico”, mentre per altri potrebbe essere solo un ammasso di rughe.
Assassin’s Creed Brotherhood: il re della Ezio Collection
Brotherhood, da un punto di vista narrativo, non ha bisogno di troppe introduzioni: ancora ad oggi la struttura della trama e il suo svolgimento fanno storia, impostando standard nello storytelling sia dei titoli di Ubisoft, che di molti altri. Anche il level design riesce a convincere, grazie anche e soprattutto a una mappa sempre piena di punti di interesse e cose da fare, dove ogni angolo può nascondere uno scrigno da aprire, un locale da restaurare o anche uno dei misteriosi glifi.
Il comparto tecnico, rispetto al secondo capitolo, fa dei notevoli passi in avanti. “Ci mancherebbe”, potreste pensare trovandovi peraltro nel giusto, ma rispetto ai capitoli originali, nella Ezio Collection il distacco visivo si nota molto più di quanto si possa immaginare. Non parliamo di differenze enormi, è chiaro, ma in alcune situazioni e soprattutto nei modelli dei personaggi, ci si rende conto di quanto il lavoro di ottimizzazione grafica abbia avuto benefici più concreti con Brotherhood – e come vedremo, anche con Revelations – piuttosto che con Assassin’s Creed II.
Assassin’s Creed Revelations: il picco della qualità
Il capitolo conclusivo della trilogia si presenta ancora come un’ambiziosa rielaborazione di quanto fatto nei precedenti, con le stesse meccaniche e dinamiche di gioco che avevano convinto o deluso in origine. Su Nintendo Switch, la godibilità di questi elementi resta sostanzialmente invariata e comunque valida, ma anche in questo caso bisogna fare un elogio particolare al comparto grafico. Assassin’s Creed Revelations ha sempre potuto vantare una direzione artistica, delle tonalità e un level design atipici e assolutamente originali, suoi più grandi pregi, ma effettuare corse acrobatiche tra i tetti di Costantinopoli e tra i suoi enormi mercati resta ancora incredibile.
Per la nostra recensione, abbiamo avuto modo di giocare ad Assassin’s Creed The Ezio Collection su una Nintendo Switch Modello OLED, e vi possiamo assicurare che sullo schermo della console portatile Revelations è davvero un piccolo spettacolo. L’opera conclusiva di Ezio si presenta estremamente vibrante e i colori sono tanto vivaci e definiti quanto capaci di caratterizzare alla perfezione la direzione artistica e il mondo di gioco. Credeteci quando vi diciamo di essere davvero molto convinti di come il titolo giri su Switch, soprattutto perché tra i tre è quello visivamente più pulito e definito, oltre che con una resa dei modelli e delle texture, a nostro avviso ancora molto convincenti.
Sì, ci sono anche dei costumi aggiuntivi, guardare per credere.
Assassin’s Creed The Ezio Collection per Switch e l’assente ottimizzazione degli spazi
Entrando poi più dettagliatamente nelle specifiche tecniche, Assassin’s Creed II è l’unico componente della collezione che viene scaricato o, nel caso in cui abbiate optato per la versione su scheda, è l’unico incluso fisicamente. I sequel e i due cortometraggi – Lineage ed Embers – richiedono singoli download aggiuntivi dal peso non indifferente: mentre il secondo capitolo occuperà “solo” 7.4 GB, Brotherhood e Revelations richiederanno rispettivamente 9.7 e 9.9 GB di spazio libero sulle vostre schede SD. Contiamo poi che bisognerà scaricare separatamente il pacchetto con tutti i doppiaggi e capiamo come Ubisoft pare stia cercando di far piangere le nostre console.
Dopotutto, consideriamo follia sia non aver inserito il doppiaggio in italiano di default sull’eShop nostrano, sia il non permettere di scaricare soltanto la nostra lingua, opzione che avrebbe alleggerito, seppur di poco, il peso complessivo. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che i due cortometraggi non solo saranno inutilmente pesanti, ma la qualità visiva e sonora è talmente scarsa che converrebbe vederli direttamente dal vostro PC o smartphone.
Il grande problema di Assassin’s Creed The Ezio Collection su Switch
Se come noi, che abbiamo provato la collezione nella sua interezza, deciderete di scaricare tutto ciò che potete, vi vedrete togliere la bellezza di 35.3 GB. Per comparazione, The Witcher 3 pesa su Switch circa 30 GB (DLC inclusi), mentre il possente The Legend of Zelda: Breath of the Wild superava di poco i 13 GB. Si poteva fare molto più con l’ottimizzazione, soprattutto con tutti questi anni dal rilascio della Ezio Collection su PS4, Xbox One e PC, e in special modo per la versione su scheda, dove gli acquirenti dovranno inevitabilmente scendere a compromessi con lo spazio d’archiviazione della console. “Nulla è reale, tutto è lecito”, si, ma 35 GB si fanno sentire.
Non abbiamo parlato di tutte le caratteristiche tecniche dei tre singoli giochi durante la loro analisi individuale perché tutti condividono quasi gli stessi pregi e difetti, perché di certo non mancano. Mettiamo però le mani avanti: nel complesso, siamo rimasti più che soddisfatti da come i tre titoli vengono riproposti su Nintendo Switch, soprattutto se consideriamo quanto brutale possa essere il processo di porting di opere di questo calibro.
Il tempo passato dal rilascio della Ezio Collection sulle altre piattaforme ha fortunatamente giovato, offrendo a Ubisoft la possibilità di concentrarsi maggiormente su un’ottimizzazione più generale e centralizzata sui singoli titoli in funzione delle caratteristiche hardware di Switch, sia del frame rate che della risoluzione, fino a giungere al sistema di illuminazione, le ombre, shaders e, più banalmente, dei modelli. Di fatti, Assassin’s Creed II, Brotherhood e Revelations rimangono stabili sui 30fps, dettaglio che potrebbe non sembrare il massimo, ma che vi garantiamo che rende molto fede ai capitoli originali, invece che dare una sensazione di downgrade come invece faceva il già citato The Witcher 3.
I compromessi tecnici divengono però più evidenti se cominciamo a notare alcune incertezze: a partire dai già citati modelli dei personaggi, soprattutto quelli secondari, che non sono sempre di una qualità accettabile, puntiamo il dito anche contro problemi con il rendering di molti modelli. Vi capiterà di vedere apparire o sparire alcuni oggetti in fastidiosi pop-up. Mentre alcuni personaggi o anche il vostro cavallo, così come volti, vestiti o strutture, potrebbero sembrare low-poly a distanza e, quando vicini, diverranno più definiti. Non sono difetti particolarmente accentuati, fortunatamente, e si potrebbero verificare solo in scene più dense.
Abbiamo però notato spesso una frequente ed errata elaborazione di alcune ombre, che in situazioni specifiche potrebbero apparire sin troppo pixelate. Tutto nella norma per quanto riguarda invece gli effetti di illuminazione e occlusione ambientale, così come l’anti-aliasing: piccoli pregi che non possono che far bene ad Assassin’s Creed The Ezio Collection e che crediamo sia doveroso evidenziare nella recensione.
Ultima pecca da sottolineare è il prezzo di vendita. Durante l’analisi di un titolo parlare del lato economico, quello che spinge poi il lettore a decidere se acquistare o meno un videogioco, è quasi sempre sbagliato. Tuttavia, in fase di recensione apriamo una parentesi doverosa in quanto crediamo sia folle posizionare Assassin’s Creed The Ezio Collection a 50 euro su Nintendo Switch, non tanto per i piccoli problemi grafici e per gli anni che sia i capitoli originali che la collezione si portano alle spalle, ma per due fattori: prima di tutto, è possibile trovare lo stesso pacchetto su PS4, Xbox One e PC a molto meno della metà del prezzo; inoltre, ricordiamo che la versione su scheda richiede comunque due download per poter giocare Brotherhood e Revelations (più per il doppiaggio se non volete sorbirvi un italiano maccheronico terribile).