Assassinio a Venezia – Recensione del nuovo giallo di Kenneth Branagh

Dopo Assassinio sull'Orient Express e Assassinio sul Nilo, le vicende di Poirot si fanno strada in un giallo a tinte horror: Assassinio a Venezia.

Laura Traina
Di Laura Traina - Contributor Recensioni Lettura da 5 minuti
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Assassinio a Venezia

Ispirato al romanzo “Poirot e la strage degli innocenti” di Agatha Christie, arriva sul grande schermo “Assassinio a Venezia” diretto e interpretato dallo strabiliante Kenneth Branagh nei panni del protagonista. Dopo “Assassinio sull’Orient Express” e “Assassinio sul Nilo”, proseguono qui le storie di Hercule Poirot, che questa volta si trova ad affrontare un caso insolito, in un’atmosfera soprannaturale e al limite dell’assurdo. Il detective, ormai in pensione e riluttante nell’accettare nuovi compiti, viene convinto dall’amica scrittrice Ariadne Oliver – interpretata dalla fresca e brillante Tina Fey – a partecipare ad una seduta spiritica, organizzata in occasione della morte della giovane figlia di Rowena Drake (Kelly Reilly).

La serata spettrale, coincidente con la festività di Halloween, non tarda ad iniziare con l’omicidio improvviso di Joyce Reynolds (Michelle Yeoh), la sensitiva che dichiara di essere in contatto con la ragazza defunta. Poirot non riesce a non lasciarsi scalfire dall’intrigante vicenda e prende in mano la situazione per risolvere il caso: nessuno dei partecipanti alla seduta spiritica potrà lasciare il palazzo fino a quando il colpevole non verrà identificato. È così che il film prende un piega tra l’horror e il giallo, con la presenza di ipotetici fantasmi, visioni, omicidi e tutto quello che potrebbe rendere perfetta una serata di Halloween.

La scenografia fa la sua parte

Un ruolo fondamentale lo gioca lo sfondo: Venezia. La splendida città di notte si trasforma in un luogo di mistero e inquietudine, tra le gondole e le maschere, il suono cupo dell’acqua trascina lo spettatore come fosse disperso nel profondo di un canale veneziano, provocando sussulti ad ogni colpo di scena. La scenografia fa quindi la sua parte, e questo palazzo decadente e antico non è di certo un posto tranquillo dove vorremmo trovarci di notte.

Assassinio a Venezia

Un applauso anche alla fotografia, con una scelta di inquadrature prevalentemente dall’alto o in grandangolo che coinvolgono ancora di più il pubblico, in accompagnamento al ripetitivo gioco del riflesso magico, che si alterna tra le luci della laguna notturna e la presenza di specchi all’interno delle scene. L’elemento dell’acqua è quindi fondamentale, richiamato anche dal color azzurro ghiaccio degli occhi di quasi tutti i personaggi, attori decisamente talentuosi.

Grande scelta del cast artistico

Interessante il lavoro di Kenneth Branagh, che lavora sulla sensibilità e sulla perdita di equilibrio di un nuovo Poirot, un’entità sempre sull’attenti che svela a tratti una debolezza agli altri ancora sconosciuta. Il detective ci fornisce pillole di umanità e anzianità, facendo sorridere il pubblico e sorprendendolo poi tutto d’un colpo con la sua genialità, non deludendo mai. Degna di nota anche l’attrice emergente Emma Laird, che con un ruolo secondario fa comunque la sua bella figura, un volto incredibilmente espressivo e particolare, due occhi intensi carichi di rabbia commovente ed emotività freddata catturano fortemente l’attenzione. Il suo viso angelico ma allo stesso tempo demoniaco è sicuramente segno d’inizio di una lunga carriera.

Assassinio a Venezia

Il giallo è ben realizzato e coinvolgente, ma, come spesso accade, la trasposizione cinematografica di un libro ha i suoi difetti: la risoluzione del caso avviene forse fin troppo in fretta, con la mancanza di alcuni dettagli verso la fine che allontanano lo spettatore dalla logica risolutiva di Hercule. Tuttavia l’elemento spiritico e soprannaturale giustifica in parte queste mancanze e gli interrogatori si reggono abbastanza bene sullo schermo, senza stancare il pubblico con la loro narrazione, anche grazie alla bravura degli attori.

Molto interessante il connubio tra giallo e horror, si arriva fino alla fine con un’ombra di dubbio piacevole e la storia è più elettrizzante. Si sarebbe potuto puntare a rendere alcune scene ancora più cupe, ma forse la scelta voluta è stata quella di mantenere un’atmosfera romanzesca e meno reale.

Assassinio a Venezia

«Bisogna imparare a convivere con i propri fantasmi»: è così che il film lascia la sua firma nel cuore dello spettatore.

Vi ricordiamo che Assassinio a Venezia sarà in tutti i cinema a partire dal 14 settembre 2023.

Assassinio a Venezia
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Voto 8
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Appassionata di cinema, laureata in DAMS e attrice di professione. Respiro di creatività e scrittura.