Il mondo dell’intrattenimento digitale sta vivendo un’evoluzione rapida, in cui le barriere tra videogioco e gioco d’azzardo online diventano sempre più sfumate. In Italia, questa convergenza è evidente: da un lato, la crescita del settore dei casinò online è inarrestabile; dall’altro, i videogame adottano sempre più spesso meccaniche tipiche del gambling, come le loot box, le skin a pagamento e i premi casuali.
Secondo un’indagine pubblicata da TrueNumbers basata su dati ADM, nel 2024 oltre il 21,3% della popolazione italiana ha partecipato a forme di gioco d’azzardo, e più della metà di questi utenti lo ha fatto online. La raccolta totale ha toccato la cifra record di 157,4 miliardi di euro, con una spesa media pro capite tra gli adulti che ha superato i 3.100 euro annui.
Allo stesso tempo, l’universo del gaming non mostra segni di rallentamento. In Italia si contano milioni di videogiocatori, con una fascia d’età media di 33 anni, e ben il 76% di loro è maggiorenne. Un pubblico maturo, dunque, che spesso si sovrappone con quello dei casinò online stranieri.
Tecnologie convergenti e dinamiche simili
Ciò che un tempo erano due mondi distinti oggi si contaminano sempre più. I casinò online, per attrarre e trattenere nuovi utenti, puntano su grafiche immersive, gamification, tornei multiplayer, fino ad arrivare all’uso sperimentale di realtà virtuale e aumentata. Tutte tecnologie già ampiamente consolidate nel mondo dei videogame.
Ma è sul piano psicologico che la somiglianza diventa più preoccupante: le meccaniche di ricompensa intermittente, comuni nei giochi con loot box o bonus casuali, sono simili a quelle che caratterizzano il gioco d’azzardo. La differenza? Nei casinò online la spesa è esplicita, nei videogiochi può sembrare solo “intrattenimento extra”, anche quando coinvolge acquisti reali.
Il rischio per i giovani e la regolamentazione
Una delle aree più delicate è quella dell’impatto sulle fasce più giovani. Secondo i dati raccolti da EcommerceItalia, la crescita dei conti di gioco è più rapida tra i giovani adulti (18–24 anni), con un incremento del 23% nel solo 2022. Più allarmante ancora: circa il 37% degli adolescenti italiani tra 14 e 19 anni ha già sperimentato almeno una forma di gioco d’azzardo (fonte).
E se il gioco d’azzardo è regolamentato in Italia dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che monitora le attività dei concessionari autorizzati e impone strumenti di autoesclusione, nel mondo dei videogiochi non esistono norme specifiche che limitino l’uso di meccaniche simili al gambling.
Grandi operatori come Sisal e Lottomatica hanno da tempo integrato sistemi di gioco responsabile: notifiche personalizzate, limiti di spesa, sistemi di riconoscimento precoce di comportamenti problematici. Nulla di simile è però obbligatorio per gli sviluppatori di videogame.
Opportunità e necessità di consapevolezza
L’integrazione tra questi due mondi porta anche delle opportunità. Alcune piattaforme di gioco stanno collaborando con enti di prevenzione per veicolare messaggi di sensibilizzazione al gioco responsabile direttamente nei giochi più popolari. Inoltre, l’uso condiviso di tecnologie come il cloud gaming, le interfacce reattive e l’intelligenza artificiale ha migliorato l’esperienza utente in entrambi i settori.
Tuttavia, il rischio che i confini etici e normativi restino indietro rispetto all’innovazione è reale. Quando un adolescente spende decine di euro in premi digitali a estrazione, è lecito chiedersi dove finisce il videogioco e dove comincia il gioco d’azzardo.
Conclusione
In Italia, come nel resto del mondo, la linea tra gaming e gambling è sempre più sottile. L’industria dell’intrattenimento evolve rapidamente e sfrutta strumenti comuni, ma il livello di regolamentazione e protezione varia enormemente. Per i consumatori, genitori, educatori e policy maker, è fondamentale riconoscere questa convergenza e intervenire laddove necessario, per evitare che il semplice divertimento si trasformi in un rischio.