Una fonte vicina all’ESL ha rivelato che l’ente che gestisce il mondo degli eSport è intenzionata ad accogliere una politica che permetta il controllo dello stato dei professionisti con un test anti doping.
Dopo che il campione di Counter-Strike, Kory “Semphis” Friesen, ha ammesso che durante i tornei ‘tutti’ utilizzano l’Adderall, un’anfetamina capace di stimolare la concentrazione dell’individuo che la assume, l’ESL ha contattato l’Agenzia Mondiale Anti Doping e L’Agenzia Nazionale Anti Doping per discutere della possibilità di sottoporre i giocatori ad un test delle urine capace di identificare diverse sostanze oltre all’Adderall: marijuana, cocaina e MDMA. Lo stesso ESL ha confermato che al momento sono in corso riunioni con le quali l’organizzazione spera di risolvere il problema delle droghe nel mondo degli eSport.