Quando si parla di simulatori di guida, il nome Assetto Corsa è uno di quelli capaci di attirare all’istante l’attenzione dei fan del racing su PC e console. La creatura di Kunos Simulazioni, italiana fino al midollo eppure apprezzata in ogni angolo del mondo, ha sempre puntato all’eccellenza del modello di guida e all’accuratezza tecnica. Oggi l’eredità di Assetto Corsa e Assetto Corsa Competizione evolve con l’arrivo di Assetto Corsa Evo, nuovo capitolo che si presenta in early access con l’obiettivo di rimescolare le carte in tavola (ancora una volta) nel mondo delle corse virtuali. Il gioco ambisce a portare in dote un’enorme mappa open-world ispirata alle strade intorno al leggendario circuito del Nürburgring Nordschleife, con 1.600 chilometri quadrati di area su cui sarà possibile sfrecciare con le proprie vetture. Se sarà una nuova frontiera per il sim racing potremo saperlo solo in futuro, ma nel frattempo scopriamo come si comporta questo nuovo titolo nella sua versione in accesso anticipato.
La nuova sfida dell’open-world
Kunos Simulazioni, con la prima incarnazione di Assetto Corsa, aveva già lasciato un segno indelebile tra i simulatori, costruendo un titolo capace di mettere d’accordo sia gli appassionati di competizioni online, sia chi voleva semplicemente godersi auto stradali e circuiti reali di altissimo livello. Il successivo Assetto Corsa Competizione si è focalizzato sulle competizioni GT, offrendo un modello fisico raffinato, licenze ufficiali e un comparto tecnico decisamente avanzato.
Ora con Assetto Corsa Evo, la novità più clamorosa consiste nell’annuncio di un’immensa mappa open-world, costruita attorno al celebre inferno verde del Nürburgring. Un’area che, a lavori ultimati, dovrebbe estendersi per 1.600 km² (circa 15 volte l’estensione di Forza Horizon 5, tanto per capirci). Tuttavia, gli sviluppatori hanno chiarito fin da subito che questa porzione enorme di territorio verrà introdotta gradualmente, aggiornamento dopo aggiornamento. Nella versione attuale, purtroppo, non è ancora disponibile: chi entra ora in Evo per provare lo sconfinato mondo tedesco rimarrà deluso, trovandosi per il momento con i “soli” circuiti tradizionali.
Contenuti iniziali: cinque circuiti iconici e 20 vetture
Se l’open-world deve ancora arrivare, cos’ha da offrire l’early access? Di base, la possibilità di testare cinque tracciati leggendari:
- Mount Panorama (Bathurst) – dall’Australia, uno dei circuiti più amati per la sua conformazione tortuosa e il celebre tratto in salita e discesa.
- Brands Hatch – l’iconico tracciato britannico, presente in diverse configurazioni (corta e GP).
- Imola – l’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, per un tocco “di casa” europeo.
- Laguna Seca – il celebre circuito californiano con il leggendario Cavatappi.
- Suzuka – il Giappone al top, con più configurazioni, compreso il tracciato GP e alcuni layout ridotti.
Per dare il massimo su queste piste troviamo 20 automobili guidabili, selezionate per coprire diversi segmenti e filosofie di guida, dai modelli stradali ai bolidi da competizione. Le differenze tra una coupé leggera, una hatchback a trazione anteriore e una belva GT da pista emergono in maniera netta, permettendo di sperimentare le diverse declinazioni del modello fisico. L’handling, come da tradizione Kunos, risulta fin da ora il punto di forza principale. Che si affronti una curva in controsterzo con un’auto a trazione posteriore o si gestisca una trazione integrale “quattro” in derapata, la sensazione al volante è di grande controllo e soprattutto di fiducia: la vettura avvisa, perde aderenza gradualmente e, se il pilota è capace, può essere ricondotta in carreggiata con perizia.
La “magia” di Kunos, tra realismo e divertimento
Chi ha passato ore su Assetto Corsa o su Competizione sa bene quanto i ragazzi di Kunos abbiano sempre puntato al massimo realismo. Anche in Evo, nonostante sia solo l’inizio, si percepisce la stessa attenzione maniacale per le dinamiche di guida e per la fisica degli pneumatici. Staccate al limite, sterzate brusche e transizioni di peso tra salita e discesa: tutto appare credibile e offre un livello di immersività che pochi altri simulatori possono vantare.
In particolare, spiccano alcuni elementi come il comportamento delle vetture durante la frenata, dove si avverte nettamente il momento in cui le gomme anteriori si “caricano” e l’auto trova maggiore grip. Goduria e feeling anche per il passaggio su cordoli alti o su avvallamenti, che si traduce in leggere sbandate o saltellamenti da controllare al meglio, e la gestione del bagnato, dove la pioggia stravolge tutto, dall’aderenza, alla ricerca della traiettoria asciutta di un avversario per frenare, fino alla gestione del gas, evitando di accelerare con troppa foga in uscita di curva per evitare una sbandata quasi certa.
Per fortuna, nonostante queste pericolosità, la guida non risulta eccessivamente punitiva: se si perde aderenza, c’è ancora possibilità di rimediare con sterzo controfase e una sapiente modulazione del gas, senza quell’effetto “lastra di ghiaccio” che spesso frustra i giocatori meno esperti. Insomma, un equilibrio tra realismo e piacere di guida, in pieno stile Assetto Corsa.
Progressi e contenuti: quando arriva il vero “Evo”?
Benché la struttura di base sia già solida, la versione in early access di Assetto Corsa Evo mostra ora come ora inevitabilmente diversi limiti. In primis, il comparto funzionalità è ridotto all’osso: la Driving Academy, le Special Events e il presunto Career Mode (o qualcosa di equivalente) risultano ancora bloccati. Anche la componente online – che dovrebbe rappresentare uno dei fiori all’occhiello del titolo – è tutt’altro che stabile: nelle prime settimane dal lancio, molti giocatori hanno lamentato sessioni offline forzate per problemi ai server.
Il modello “always online” desta qualche preoccupazione: in un simulatore single player, costringere l’utente a dipendere da server attivi (anche solo per eventi di carriera) potrebbe generare complicazioni e malumori qualora i server stessi avessero problemi di stabilità. A ciò si aggiungono le più classiche incertezze di un prodotto non ancora finalizzato: crash occasionali, freeze, cali di frame rate e altri difetti di gioventù. Bisogna insomma armarsi di pazienza, consapevoli del fatto che l’investimento iniziale è un azzardo per chi desidera un’esperienza rifinita.
Se su asfalto bagnato e fisica delle auto c’è poco da contestare, discorso ben diverso vale per l’intelligenza artificiale. Attualmente, gareggiare contro i piloti gestiti dalla CPU può diventare un’esperienza piuttosto variabile: a volte essi si comportano in modo credibile, altre invece appaiono come robot distratti che colpiscono l’auto del giocatore senza pietà, buttandolo fuori pista o tamponandolo in frenata come se non esistessero regole. Questo tipo di inconsistenza rende frustrante la partecipazione a gare single player, soprattutto se si affrontano eventi lunghi e dove magari la propria performance senza sbavature viene rovinata dall’entrata kamikaze di un avversario CPU. noncurante. Si spera che Kunos con i prossimi aggiornamenti riesca a rendere l’esperienza offline degna.
Diciamocelo: il vero motivo che ha fatto tanto parlare di Assetto Corsa Evo resta la promessa di un open-world gigantesco attorno al Nürburgring Nordschleife. Un’area rurale della Germania con tanto di strade secondarie, villaggi, foreste e tratti autostradali per esprimere la propria passione automobilistica senza confini. Un sogno per chi ha sempre desiderato guidare non solo in circuito, ma anche su strade realistiche, con un modello fisico di alta qualità. Se la realizzazione finale sarà all’altezza, potremmo trovarci di fronte a uno scenario capace di competere con i grossi calibri del genere open-world su quattro ruote. Quindi l’attesa è totalmente giustificata, ma la prudenza è d’obbligo: Roma non fu costruita in un giorno, e anche la Germania virtuale di Kunos avrà bisogno di tempo (e patch).
Requisiti tecnici e stabilità
Per accedere a Assetto Corsa Evo già ora, bisogna fare i conti con requisiti hardware non proprio modesti. Soprattutto a livello di CPU e GPU, il salto generazionale rispetto a Competizione è tangibile. Le corse in pioggia, gli effetti particellari, la promessa di un open-world di dimensioni mastodontiche, e tutto il buono di cui abbiamo parlato finora, giustificano in parte l’asticella più alta. Questo tuttavia si traduce anche in una platea ridotta di giocatori che possono far girare il titolo al massimo, la nicchia quasi privilegiata di una nicchia.
In questa prima fase, inoltre, non sono rari bug e glitch grafici: cali di framerate improvvisi, problemi di caricamento delle texture, crash alle sessioni lunghe. Nonostante qualcuno riferisca di ore di gioco senza alcun intoppo, basta una configurazione leggermente diversa o una patch non perfettamente compatibile a causare instabilità. È il prezzo da pagare per un prodotto in corso d’opera: chi non tollera imprevisti farebbe bene ad aspettare la versione definitiva.