Anthem – Cronache di un Mondo Abbandonato

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor News Lettura da 12 minuti

Ross Sterling si svegliò sudato e ansimante: il sogno che aveva fatto non lo aveva certo cullato con serenità nella notte, si voltò e nel buio della stanza, scorse i primi raggi di luce che filtravano dal lucernario e dalle fessure sotto la porta. Si alzò e si fece una doccia: oggi avrebbe affrontato la sua prima missione da Specialista su Anthem, una responsabilità non da poco per un ragazzo di appena venticinque anni, il più giovane che sia riuscito a ottenere uno Strale, l’ambita armatura che accresce le capacità di un comune essere umano, permettendo l’esplorazione di Anthem e la ricerca di quelli che sono i resti di un tempo che fu. Se non fosse stato all’altezza? Se fosse un peso per i suoi compagni? Se avesse perso l’armatura o peggio la vita? Si fece scorrere addosso queste ansie insieme all’acqua della doccia. Ross si vestì e uscì, scoprendo un aria fresca e carica di elettricità o forse era lui ad essere carico di aspettative positive! Scese le scale di metallo scivolando a cavallo del corrimano come aveva sempre fatto e con un colpo di reni evitò alcuni meccanici diretti alla forgia:
“Sempre a creare casini Sterling: oggi qualche bestia antica ti strapperà un braccio ne sono certo!” gli urlò contro un uomo corpulento con un enorme chiave a imbuto in mano.
“Non ci conterei Butch, ma non dubito che ti piacerebbe: per ora ammira il più giovane Ranger che si sia mai visto su Anthem” replicò Ross con fare sbruffone: sapeva di non essere stato educato, ma Butch gli stava addosso dai tempi dell’accademia e ora era il momento che la smettesse di vessarlo.

Superando il Grande Mercato e la Sala D’onore, Ross giunse alla Casa degli Antichi, la sede della sua gilda d’appartenenza. La Casa degli Antichi era una grande struttura con un portico formato da quattro mastodontiche colonne, il logo della loro compagnia in bassorilievo era visibile su ogni pilastro, una porta a doppia anta in legno e ferro era istoriata con le gesta del loro gruppo, dando il benvenuto ai membri e incutendo rispetto a chiunque si avvicinasse. Varcare quella soglia con il titolo di Specialista era il sogno di una vita per Ross, tutti i suoi sforzi, gli anni passati a studiare la conformazione di Anthem lo avevano finalmente premiato. Entrando nella Sala Dei Colossi, il ragazzo superò i quattro Strali storici che si ergevano come guardiani, raggiungendo una sala ben più grande, il Parlatorium: una sala rettangolare, con il soffitto che sfiorava i quaranta metri di altezza, spalti ovunque e una statua al centro della platea, raffigurante i quattro Strali che si ergevano per sostenere un palco rotondo. “Pensavo non arrivassi più!” gli urlò Serenity prima di abbracciarlo forte: la ragazza dai capelli blu e il corpo sinuoso era la Prima Interceptor, uno dei ruoli più difficili da gestire sul campo di battaglia. Occorre infatti una perfetta conoscenza di tutto ciò che ti circonda per essere un Interceptor e diventarne il capo a soli 30 anni è un opera mastodontica! “Non sareste partiti senza di me vero?” replicò Ross con uno sguardo da playboy. “Smettila ragazzino! Andiamo, ascoltiamo il discorso di Grenn e poi ti mostrerò il tuo Strale” fece lei con quegli occhi dall’iride viola che avrebbero stregato chiunque.

Preso posto tra gli spalti ghermiti di persone, Ross e Serenity attesero che Grenn Addler salisse sul palco: l’uomo aveva da poco raggiunto i cinquantanni ed era il capo degli Antichi, suo era lo Strale che aveva trovato la Matrice della Creazione, ovvero il modo in cui gli antichi dei chiamati Shaper avevano imbrigliato il potere dell’Inno, l’energia primordiale che creava tutto. La sala si fece buia e cadde il silenzio: “Benvenuti a tutti, ai veterani e alle giovani leve, ho un paio di novità per voi!”, poi prese un telecomando e premendo un tasto apparve una mappa olografica al centro della sala. Il Generale inizio a muoversi virtualmente tra liane e alberi di ogni sorta: “Siamo venuti a conoscenza di una grotta inesplorata: i nostri colleghi della gilda Thunderhawk vi hanno chiesto di indagare e io ho accettato. Per questa missione partiremo io, Serenity e il nuovo arrivato Ross Sterling”. Un ovazione di sconcerto si levò nell’aula, ma il capogilda dalla mascella squadrata continuo zittendo tutti: “So che molti di voi non approveranno questa mia decisione, ma dopo un confronto con i veterani e gli ufficiali abbiamo stabilito che una missione ricognitiva sarebbe stato un buon inizio per il più giovane Ranger che la gilda abbia mai visto. Se non erro avete del lavoro da fare: attendo Ross e Serenity alla zona di lancio”, spense la mappa tridimensionale e scomparve così come era apparso lasciando tutti attoniti. Ross per primo! Una risata di scherno sveglio il giovane Ranger. Serenity già lo prendeva per i fondelli “Andiamo a conoscere il tuo Strale”- e partirono alla volta della cucina dove, dopo un breve briefing, Serenity fece mettere l’armatura a Ross per poi dirigersi alla zona di lancio.

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Grenn li attendeva nel suo colosso blu, pronto a spiegare loro gli obbiettivi della missione: “Ci muoveremo lungo il fiume e poi vireremo a destra, occhio a non provocare nessuna creatura che non sia di base ostile, a metà strada un Thunderhawk ci raggiungerà: in marcia!” e subito dopo presero il volo dando così inizio alla missione. Esplorata la zona e fatto fuori qualche “ostile”, Ross capì subito l’importanza di fare squadra e come gli strali, sebbene divisi, lavorassero come una sola unità una volta in squadra: combinare le armi devastanti di un colosso con la rapidità del Ranger fu una soddisfazione pazzesca per il ragazzo!

 

Giunti di fronte a una grotta, i nostri tre eroi udirono un rumore spaventoso come se si fosse rotto il cielo e piombò accanto a loro uno Strale diverso dagli altri: aveva una corporatura esile e simile all’Interceptor di Serenity, ma con delle parti molto più spesse su gambe e braccia; un cappuccio gli ricopriva la testa e parte delle spalle sventolava come mossa dal vento che era però assente. Diverse saette vorticavano attorno al nuovo arrivato e Ross notò che restava sospeso in aria grazie a un piccolo vortice sotto i piedi, non certo grazie ai reattori di cui era certamente fornita la sua armatura. “Vi presento Zerkir, figlio di Arakir, capogilda dei Thunderhawk” fece Grenn, “Il ragazzo ha poco più dei vostri anni ed è un esperto Storm, forse il migliore della gilda Thunderhawk dopo sua madre, e probabilmente questo lo rende il migliore anche di tutta Anthem sempre dopo la bionda donna che lo ha messo al mondo. Ci accompagnerà in questa avventura!”. Dopo i convenevoli, Zerkir spiego a Serenity e Ross che probabilmente all’interno della caverna era nascosto un oggetto leggendario che la gilda Thunderhawk voleva da tempo per riattivare parte della Matrice ritrovata da Grenn anni prima. “Entreremo in questa caverna, i nostri ci dicono che è l’antro di un nuovo e temibile mostro, una regina aracnide, per cui state in guardia” disse Zerkir con voce rapida e tagliente. anthemL’interno della caverna era buio, ma grazie ai sistemi dello Strale ogni piccola fonte di luce era come un faro di segnalazione: Ross estrasse le armi, aveva scelto una mitragliatrice standard e un revolver più grande per situazioni pericolose. Mentre tutti si facevano strada camminando sul pavimento bagnato, Ross notò che Zerkir era l’unico che ancora fluttuava, e pensò che essere uno Storm doveva essere complesso quanto eccitante. All’improvviso diversi aracnidi di medie dimensioni spuntarono dal fondo del corridoio, fu allora che Grenn estrasse il suo cannone d’assalto e diede inizio alle “danze” abbattendo con facilità due dei padroncini di casa; Serenity era già scomparsa e uccideva i ragni dall’ombra, Ross si dava da fare con movimenti rapidi e colpi di mitragliatrice indebolendo i nemici, mentre Zerkir era stranamente immobile. Fermata questa prima e facile orda udirono un grido come di disperazione: fu allora che accedendo a una grande sala videro ciò che cercavano, una chiave blu posta in mano ai resti di quella che appariva come una gigantesca statua umanoide di cui restava solo un braccio e una mano gigantesca. A guardia di quella chiave c’era un aracnide enorme, con sedici zampe artigliate e un carapace davvero imponente, una bocca piena di zanne completava l’orrida creatura che ruggiva vistosamente. Fu allora che dopo qualche parola in una lingua sconosciuta, Zerkir lasciò un fulmine caldo quanto il sole contro la creatura e contestualmente con la mano sinistra fece apparire una sorta di energia attorno allo Strale di Ross: “Prova ad attaccarlo adesso” fece lo Storm a Ross. Il ragazzo non ci pensò due volte e scoprì che il suo Strale era due volte più veloce, e a giudicare da come urlava il mostro, i suoi proiettili stavano facendo molti più danni di quelli che normalmente avrebbero inflitto. Sfortunatamente Ross venne preso da una zampa del mostro e mentre quest’ultimo veniva bombardato dai colpi dei suoi compagni di squadra, il ragazzo sentì una energia che prima non aveva mai provato: istintivamente strinse i pugni e lo Strale mutò, trasformando le sue braccia in potenti cannoni che sfruttavano i reattori per il volo, li direzionò nella bocca della creatura e, sparandogli le squagliò ossa e viscere. “Quella era la tua specialità ragazzo, potenziata dal potere di Zerkir” fece Grenn sorridendo. “Sono fiero di te e di tutti voi: avete dimostrato sangue freddo e…” il veterano di battaglia si zittì quando con un boato un muro venne distrutto e spuntò un aracnide grande il doppio del precedente e dotata di possenti ali da insetto: la loro sfida era appena iniziata!

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.