Per chi ha vissuto l’epoca del Super Nintendo, Street Fighter II vuol dire molto più che un semplice gioco: è stato per molti il punto di contatto tra ciò che accadeva nelle sale giochi con ciò che si aveva in salotto, oltre a rappresentare per gli aficionados di Nintendo il titolo third party forse più celebrato di sempre su una console. A poco più di 25 anni di distanza, e nell’occasione dell’uscita di Switch, Capcom ha pensato bene di rispolverare il vecchio marchio e consegnarlo ai posteri nell’ultima (per adesso) versione definitiva: Ultra Street Figher II the Final Challengers.
Il nome Street Fighter II provoca in chi lo legge la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di regale. Il picchiaduro di Capcom, capostipite di un genere (al contrario del due nel nome) che ha seminato i primi germi di quello che poi sarebbero poi diventati i picchiaduro in 2D: tra personaggi ormai entrati nell’immaginario collettivo, gli input complicati come le “cariche” o le varie fasi lunari tra quarti, mezzi, 360° e i classici colpi deboli/medi/forti con proprietà differenti a seconda del tipo di pugno o calcio che si manda a segno. Spesso ci dimentichiamo che anche in un gioco apparentemente “piccolo” come, appunto, il classico di Capcom sia in realtà pieno di sfaccettature che lasciano stupiti per la cura e il dettaglio nella realizzazione, un’autentica bomba per l’epoca.
Questa reiterazione del brand porta a ben 7 le versioni di questo titolo, e diventa per distacco il gioco della serie con più riproposizioni, davanti anche a Street Fighter IV, che pure ha avuto il suo “discreto” successo sia nel gioco competitivo che nel pubblico in generale. Non è quindi coincidenziale che ad aprire le danze su Switch per conto di Capcom sia proprio Ultra Street Fighter II, un sigillo di qualità per la casa di Mega Man e Resident Evil, anche perchè in questo caso vi è un motivo principale per ciò che può offrire l’esperienza sull’ultima console di Nintendo: la portabilità. Già, perchè non c’è un singolo gioco nella libreria attuale di Switch, con l’importanza storica di Street Fighter, che possa anche essere fruito in totale libertà anche lontano dal divano.
Abbiamo quindi il roster dei 17 personaggi già presenti in Street Fighter II Turbo, ridisegnati per l’occasione dai talentuosissimi ragazzi di Udon, e l’aggiunta di due lottatori, Evil Ryu e Violent Ken, già visti in altri picchiaduro di Capcom. Bisogna notare che il roster è preso di peso dalla versione Turbo e non dall’ultima uscita su PS3 e 360 nel 2008: questo fa sì che certe movenze possibili nell’HD Remix, come ad esempio l’Hadoken “fintato” di Ryu o lo Spinning Piledriver di Zangief realizzabile con una mezza luna non sono presenti. Aspettatevi quindi l’essenza del picchiaduro vero e proprio: pochi virtuosismi tecnici, a parte la possibilità di affrettare il recupero di un personaggio dopo aver subito una presa, poche AT (Advanced Techniques), il gioco che ha introdotto il concetto di letture, spacing, neutral tra gli altri vi chiederà molta dedizione.
Perchè anche se la vostra memoria muscolare ricorda perfettamente gli input dei vari moveset, imparare le varie combo non sarà certo facile. L’aspetto più interessante dell’offerta è senza dubbio l’eterogeneità del roster, ci sono personaggi più equilibrati, i powerhouse, lottatori da rushdown, quelli più bravi nello zoning e anche i glass cannon, una varietà quindi che ancora oggi può dire la sua sulle produzioni odierne, spesso con roster dai numeri invidiabili ma con ben poco spessore. Inoltre Capcom ha promesso di lavorare al bilanciamento del gioco, anche per l’aggiunta dei personaggi citata sopra, il che può solo essere un bene per la longevità del gioco all’interno della community di appassionati.
Per una più consistente opinione sulla qualità dell’operazione fatta da Ono e compagnia, che comprenda anche una considerazione sull’aspetto tecnico del titolo, vi rimandiamo alla nostra recensione in prossimità dell’uscita del gioco prevista per il 26 maggio, ma per adesso Ultra Street Fighter II si profila come un’esperienza di altissimo livello appartenente ad un franchise che è sempre un piacere tornare a spolverare, e che quindi saprà divertire anche se il gioco è ancora il classico del 1991. E ci mancherebbe, aggiungeremmo.