Cosa succederebbe se domani spuntasse fuori un virus che colpisce indistintamente tutti gli adulti facendoli ammalare e morire, creando così un mondo abitato unicamente da bambini e ragazzini? Questo è quello che si è chiesto Niccolò Ammaniti che nel 2015 pubblica Anna, romanzo di formazione che ha riscosso particolare successo tra i lettori. Questo porterà qualche anno più tardi ad una collaborazione dell’autore con Sky per creare una trasposizione del libro in serie televisiva. Nasce così Anna, che uscirà su NOW e Sky il 23 aprile, ed oggi vi presentiamo la nostra recensione in anteprima delle prime 2 puntate (6 in totale) della serie, ovviamente senza fare alcuno spoiler.
Sopravvivere non è tutto
Partiamo dall’inizio. Anna è ambientato in Sicilia in un alternativo 2020 dove – spiacevole coincidenza – un virus si è diffuso a macchia d’olio ed ha infettato tutte le persone del globo. I bambini però, ed in generale tutti i ragazzi che ancora non hanno raggiunto la pubertà, ne sono immuni e non risentono di alcun effetto collaterale, solo gli adulti vengono colpiti. Questa malattia, a causa delle reazioni che produce, è chiamata La Rossa, poiché procura delle macchie rossastre su tutta la pelle, aggravandosi poi fino a creare problemi respiratori e muscolari, portando infine alla morte. Anna (interpretata da Giulia Dragotto) è una ragazzina di 13 anni che si ritrova orfana nella casa dov’è cresciuta insieme al fratello Astor (interpretato da Nicola Mangano), un bambino di 8 anni. Cercherà di fare di tutto per poter sopravvivere e far star bene il fratello, uscendo dall’abitazione solo per andare a procurarsi il cibo necessario per tirare avanti, lasciando il fratello al sicuro in casa.
Utile compagno sarà un diario lasciatole dalla madre, scritto mentre il virus la stava uccidendo, chiamato il “Quaderno delle cose importanti”, in cui sono annotati alcuni fatti di circostanza per far capire come si è ridotto il mondo e dei consigli, delle nozioni pratiche e molto pragmatiche di come riuscire a sopravvivere al meglio. Ovviamente, com’è facile immaginare, in questo contesto apocalittico le regole sociali esistenti vengono ignorate e ogni zona viene trasformata in una landa dove si aggregano bande di ragazzini molto tribali ed in cui i più forti comandano sui più deboli. E sarà proprio una di loro a dare un effettivo e metaforico inizio alla storia; infatti i Blu, un gruppo di ragazzini riconoscibili perché si dipingono interamente il corpo di un colore cobalto, rapiscono Astor trovandolo da solo e indifeso in casa. Una volta rientrata e resasi conto di ciò che è successo, Anna comincerà un viaggio alla ricerca del fratello per poterselo riprendere e riportarlo a casa, determinata a non arrendersi di fronte a niente e nessuno finché non sarà riuscita nel suo intento.
Scrivere la recensione di Anna ci ha fatto riflettere
L’intera storia può essere vista come una grande metafora che rappresenta la crescita. Una “morte”, uno stravolgimento e cambiamento totale di quella che era la nostra vita fino ad allora ma, come ha dichiarato anche Ammaniti in un’intervista, non è la trama il punto focale di quest’opera. Infatti, ciò su cui si è concentrato l’autore sono i rapporti tra i personaggi, le sensazioni che Anna prova ed i pensieri e le scoperte che compie ogni giorno e la portano a muovere sempre un passo in avanti in quel mondo ormai devastato. Anna è la perfetta rappresentazione del sentimento dei bambini che entrano nell’adolescenza, che vedono un mondo alla loro maniera e che non riescono a sentirsi compresi fino in fondo dagli adulti che li circondano, come se non vivessero nella stesso pianeta. Questa serie non vuole far altro che spingere lo spettatore a vivere la vita, ad andare avanti, scoprire la realtà che lo circonda e non farsi trascinare in balia degli eventi, ma essere artefice del proprio futuro.
Un particolare che sicuramente ha fatto fare un salto di qualità alla serie risiede nel fatto che l’autore del libro originale sia stato anche regista e abbia partecipato attivamente alla stesura della sceneggiatura. Infatti, e chi ha letto il libro lo noterà bene, il racconto è molto fedele al romanzo e riesce a trasmettere le stesse sensazioni ed emozioni che si provano sfogliandone le pagine; ma questo non significa che non ci siano differenze. Come spiega bene Ammaniti nella stessa intervista, negli anni egli ha sempre voluto provare ad ampliare il mondo che aveva creato nel libro, e questa serie gli ha dato la desiderata occasione, che lui ha sfruttato a pieno migliorando sfaccettature delle personalità dei personaggi, oppure aggiungendo elementi nuovi che potessero facilitare la comprensione del messaggio e la lettura di una particolare scena. Insomma, Anna è un’ottima serie per ragazzi che andrebbe sicuramente spuntata nella lista di cose da vedere, e speriamo con questa recensione di avervi fatto capire il perché.