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Alchemy Emporium – Recensione, un ‘Piccolo Chimico’ formato PC

Alchemy Emporium è un’indie gestionale ibrido che si è rilevato in fase di recensione come abbastanza particolare e piuttosto stratificato, anche se parzialmente inficiato da un’eccessiva ripetitività di fondo. Infatti, il gioco fa parte di un genere abbastanza di nicchia  quello gestionale – e il sottogenere specifico va a strizzare l’occhio a quegli specifici giocatori interessati all’affascinante mondo della chimica fantastica e dell’alchimia, lasciando in però in disparte molti altri player.

Le basi per la nostra attività magica

La storia di Alchemy Emporium si è mostrata estremamente basilare e si incentra semplicemente sulle vicende di una giovane alchimista che cerca di rifarsi una vita dopo la sospetta morte del proprio maestro. Decisa a ricominciare da capo, la ragazza si trasferisce in una cittadina a scelta del giocatore, fra alcune disponibili, per fare fortuna con le proprie abilità e nuovi ingredienti, e ristabilire così il proprio nome. Con il trascorrere del tempo dovrà però anche vedersela con un’agguerrita concorrenza che non vede l’ora di mettergli i bastoni fra le ruote.

Facendo un paragone neanche troppo forzato, il gioco si pone a livello di gameplay come un titolo ibrido a metà fra un gioco punta e clicca come When the Past Was Around, e un titolo gestionale come Hundred Days: Winemaking Simulator, ovviamente tracciando le enormi e dovutissime differenze e raggiungendo però a suo modo un certo livello di personalità. Come alchimisti, il nostro compito principale sarà quindi quello di creare una miriade di pozioni, con varie caratteristiche specifiche, per far felici tutti i nostri clienti. In generale il processo di produzione si è rivelato piuttosto complesso, ma a tratti anche abbastanza gratificante.

Il titolo ci pone davanti a una schermata che ci permetterà di scegliere come organizzare il tempo della nostra attività e di organizzare il carico di lavoro diviso per giornate e settimane, in modo da poter decidere a priori come impiegare i nostri sforzi. Piccola nota per gli utenti, in questa fase si consiglia caldamente l’uso estensivo dei dettagliati tutorial che permetteranno di seguire tutti i processi produttivi con discreta precisione. Inoltre, conviene provare il set di attività preconfigurato dagli sviluppatori per la primissima settimana, per poi decidere successivamente come variare il corso degli eventi a nostro piacere.

Alchemy Emporium

Le attività sono abbastanza varie, partendo dal semplice acquisto delle materie prime suddivise per categorie in basi, specifici, semilavorati e trasformabili. Per realizzare qualsiasi pozione servono almeno una base, uno specifico, un semilavorato o un trasformabile. Con la combinazione quindi dei vari ingredienti, tutti a tema fantasy, come teschi umani e sabbie magiche, sarà possibile iniziare con la seconda parte del procedimento di creazione delle nostre preziose ampolle, vale a dire la miscelazione. Questa è probabilmente la parte più interessante e riuscita che abbiamo notato in Alchemy Emporium durante la recensione, perché ci permette di creare una moltitudine smisurata di possibili combinazioni con ingredienti sempre più raffinati (ma anche costosi) che sappiano accontentare anche i clienti più esigenti.

Infatti, in questa fase ci siamo sentiti come alle prese con una delle vecchie edizioni del Piccolo Chimico, dove è possibile combinare vari composti per ottenere sempre nuove e interessantissime combinazioni. Ovviamente, proprio come con un laboratorio vero, non tutte le possibili miscele saranno buone o adatte alla nostra attività, e capiterà quindi molto di frequente di fallire determinati tentativi. Fortunatamente gli esperimenti falliti resteranno per sempre in memoria, permettendoci di non commettere più volte lo stesso errore. I vari esperimenti dovranno comunque essere eseguiti entro un tempo limite, finito il quale non sarà più possibile continuare, anche se ci rimangono risorse per produrre nuove pozioni.

Alchemy Emporium

Una volta finito di fare prove ci toccherà testare i nostri composti, con la tecnica dell’assaggio. Esattamente come per la fase precedente di creazione delle innumerevoli pozioni, anche questa fase sarà parzialmente procedurale, e di conseguenza all’inizio molto di questa fase è affidata al “caso”. Ogni assaggio ci permetterà di studiare la miscela e capire tentativo dopo tentativo quali sono gli elementi che la contraddistinguono e che potrebbero interessare ai clienti. Le degustazioni di pozioni fatte con materiali pericolosi ovviamente non sono prive di rischi e potremmo anche prenderci una brutta intossicazione interrompendo immediatamente la sessione.

Ma soprassedendo sui rischi, in generale il nostro obiettivo in questa fase resta quello di cercare le caratteristiche effettive di ogni preparato e una volta ottenute, indicarle con delle targhette verdi. Se la nostra alchimista o uno dei tanti dipendenti che possiamo assumere, dovesse invece avere ancora dei dubbi sul preparato metterà delle targhette gialle, il che significa che potrebbe non essere la giusta caratteristica. Il modo per ottenere una conferma ufficiale è in generale usare i nostri clienti come cavie viventi, e successivamente aumentare la nostra capacità di assaggiatori, tramite una sorta di sistema ruolistico del gioco appena abbozzato, di cui vi parleremo meglio più avanti.

Vendere ai soliti noti

All’inizio della nostra recensione pensavamo quindi che la fase di vendita dovese essere la componente definitiva di Alchemy Emporium, la parte nella quale poter ricevere il frutto dei nostri sforzi. Peccato che alcuni problemi creino un senso di ripetitività alquanto invalidante per buona la riuscita del titolo. I clienti infatti, sono per buona parte del titolo realizzati con gli stessi 4 modelli che si ripetono in modo quasi ossessivo senza mai fermarsi e creando scene alquanto buffe, con alcuni personaggi che escono da una porta e rientrano dall’altra. Fortunatamente la somiglianza è solo estetica e le richieste sono spesso completamente diverse, eppure si fa fatica a vendere per la quattrocentesima volta una pozione a un nobile biondino in armatura.

Alchemy Emporium

Oltre a questo, le meccaniche presenti, anche se gradevoli non sono eccessivamente stratificate e spesso si tende a eseguire la stessa catena di azioni ancora e poi ancora, per testare i nostri clienti come cavie da laboratorio. La fase finale del gioco dei ragazzi di CurtelGames è quella del potenziamento delle nostre abilità attraverso la lettura di tomi di magia che possano aumentare le nostre abilità di degustatori e di venditori. Sarà quindi possibile sfruttare quello che abbiamo imparato per approfondire le nostre conoscenze e aumentare la probabilità di ottenere targhette verdi e garantirci l’uso di nuovi attrezzi e procedure da adoperare. Ai fini del gameplay, questo sistema serve per garantire un certo grado di progressione all’esperienza, in modo da offrire ulteriori stimoli ai giocatori più pazienti.

Alchemy Emporium

6.3

Alchemy Emporium è un titolo sufficiente, sicuramente interessante per coloro che vogliono provare un gestionale sul mondo alchemico, ma che difficilmente riuscirà a catalizzare l’attenzione di molti altri giocatori. Questo a causa di una natura fortemente ripetitiva, oltre che ad alcuni bug non troppo frequenti, ma che possono bloccare inspiegabilmente i menu e impedirci di sfruttare al meglio la giornante di lavoro. Fortunatamente, dietro al complicato sistema che scandisce la dura vita di un'alchimista ci sono dei tutorial sufficientemente dettagliati; tuttavia la già citata componente rougue-like porta con sé un’ovvia ripetitività dei compiti, che viene alternata solo dal gusto della scoperta di sempre nuove pozioni. Il gioco insomma resta consigliato esclusivamente a un pubblico molto ristretto e specifico di utenti, desiderosi di sperimentare sempre nuove ricette, ma consapevoli dei limiti del prodotto.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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