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Hundred Days: Winemaking Simulator – Recensione, una lettera d’amore al mondo del vino

Hundred Days: Winemaking simulator è un videogioco indipendente estremamente peculiare da analizzare in sede di recensione; si tratta infatti di un simulatore di viticoltori moderni, ed è un titolo che per quanto imperfetto su più punti, sembra decisamente confezionato con grande passione e amore per l’Italia e soprattutto per il vino.

Manager del vino

La storia Hundred days-Winemaking simulator ha una doppia chiave di lettura, una in parte negativa e l’altra positiva. Da un lato, il gioco ci pone dinanzi alle vicende di una storia tipica di un “film di serie B”: una giovane e intraprendente capo ufficio lascia il proprio lavoro che non la soddisfa più, per dedicarsi a un vigneto nel Piemonte, lasciatole da un vecchio amico del padre. Qui comincerà a interagire con un mondo a lei sconosciuto e nuovo, che però le porterà anche tante soddisfazioni e sfide estremamente ardue.

Tutte quelle accennate sono effettivamente tematiche forse un poco abusate nei film dalle tinte rosa, eppure nonostante le premesse narrative siano basilari è incredibile come la storia e i dialoghi, seppur non sempre perfetti, riescano comunque a far calare il giocatore in un universo affascinante ed estremamente complesso. La storia ha quindi un incipit con il quale è possibile facilmente riconoscersi, visto che il mondo vinicolo è estremamente complesso.

Infatti, la tecnologia ha ormai reso l’agricoltura un lavoro sempre più specializzato e complicato. Paradossalmente molto più vicino a quello dello scienziato e dell’economista che a quello del manovale. Prendendo questo spunto, il prodotto riesce quindi a stupire il giocatore con una grande profondità e bellezza. Nonostante la storia non sia poi così interessante, con spazio anche a qualche prevedibile (dopotutto siamo in Italia ndr.) battaglia fra competitor, è assolutamente funzionale allo scopo: quello di far calare il giocatore in un mondo a tratti bucolico, affascinante e ben caratterizzato, alla ricerca del vino perfetto.

Hundred days-Winemaking simulator

Un gestionale semplice ma stratificato

Il gameplay di Hundred Days: Winemaking Simulator si è presentato in fase di recensione come quello di un simil simulatore agrario, molto semplificato su alcune caratteristiche eppure abbastanza stratificato. Se di fatto, sul lato della gestione economica e del lato scientifico della creazione del vino, ci sono lati prettamente simulativi anche elaborati, per quanto riguarda invece la gestione dei propri vigneti e dei singoli incarichi si parlerà di completare dei minigiochi a incastro abbastanza semplici.

Inizieremo infatti con una grande “mattonella” quadrata suddivisa a sua volta in una serie di soli 9 riquadri digitali che rappresentano il numero di punti azione che si possono eseguire contemporaneamente in un giorno. Ogni attività infatti occupa un quantitativo di riquadri e ha una forma specifica in base alla richiesta di risorse e tempo, e andrà incastrata con le altre nel piccolo spazio disponibile.

In questo specifico contesto purtroppo sono presenti alcuni problemi, visto che il gioco non sarà particolarmente esaustivo sul come posizionare gli incarichi che occupano più spazi di quanti possiamo inizialmente inserire, magari con stringhe di quattro quadrati lineari che non possono essere inserite in uno schieramento 3×3. Il tutto trova poi chiarimenti successivamente, dove sarà possibile aumentare considerevolmente il campo di gioco; tuttavia questa fase mostra le lacune di un sistema di tutorial che nonostante nei primissimi istanti sia estremamente coinvolgente e interessante, diventa poi manchevole e non sempre chiarissimo.

Hundred days-Winemaking simulator

Il sistema di gioco ovviamente non si ferma alla sola presenza di incastri e minigiochi, ma ci cala nella complessa gestione economica e scientifica della creazione del vino, facendoci immedesimare con successo nei panni di una manager agricola. Il sistema non raggiunge il livello di complessità di altri simulatori, come Farming Simulator (dove comunque il gameplay è totalmente diverso ndr.) ma riesce comunque a concedere un certo grado di sfida. Infatti, il nostro obiettivo principale come ogni manager, è l’ottenimento di vino di buona qualità in quantità sufficiente da poter compensare le uscite e gli investimenti della nostra azienda.

L’acquisto di altre vigne si fa quindi sempre più pressante andando avanti nell’avventura, soprattutto per aumentare il quantitativo di resa del mosto, ma stando sempre attenti anche alla qualità chimica del terreno che potrebbe dare una resa scarsa o poco redditizia da un punto di vista qualitativo. Anche qui purtroppo abbiamo notato come il giocatore sia completamente abbandonato dal sistema di tutorial, che dovrà andare studiare il sistema di resa precisa di un terreno soprattutto grazie ai diversi tentativi e all’esperienza.

Anche se in generale vale la regola che un appezzamento di terreno di piccole dimensioni ma molto costoso è generalmente molto più produttivo sia nella quantità che nella qualità di mosto ottenuto, rispetto a un appezzamento molto più grande ma poco costoso.

Hundred days-Winemaking simulator

Simile discorso sul ragionamento fra i costi e i benefici, si può fare anche nella realizzazione tecnica del vino che inizialmente ci concede anche la possibilità di creare prodotti con caratteristiche abbastanza personalizzate. Tuttavia, nelle fasi avanzate è necessario conoscere la buona combinazione di fattori necessari per mantenere l’azienda in attivo e gestire la concorrenza, facendoci quindi ponderare con estrema attenzione i rischi di processi sperimentali. Il mosto infatti è solo il punto di partenza di un duro lavoro di bilanciamento e correzioni costanti e dove sarà richiesto il nostro intervento per determinare se il vino creato sarà o meno vincente.

Certamente partire da un mosto di alta qualità ci aiuta nella realizzazione di un’opera di certo valore, tuttavia sono di fondamentale importanza le caratteristiche evolutive dell’alimento, con i processi di fermentazione e la pressatura che potrebbero rendere il tutto un successo o un sonoro fiasco. Queste sono infatti alcune delle procedure che daranno all’alimento tratti tecnici specifici, assolutamente necessari per la riuscita del vino come la presenza di Corpo e di Tannini e il loro equilibrio nell’insieme dei componenti. Ottenere un lavoro bilanciato è quindi una sfida intrigante, soprattutto perché dovremo tenere conto della questione economica.

Infatti, puntare su un vino pregiato ma in quantità molto ridotte può comportare un grave rischio d’impresa, che può portarci a perdere molto denaro se tutti i complessi processi di trasformazione del mosto non dovessero andare come previsto. Alla fine di ogni vendemmia sarà infatti pubblicato il nostro lavoro che verrà valutato dal gioco grazie a un sistema di valutazione da 0 a 100. In base alla qualità effettiva verrà assegnato un valore rappresentativo della qualità del prodotto. Se troppo basso rispetto a quanto previsto, questo potrebbe portare il valore delle singole bottiglie di vino a scendere significativamente, attirando di conseguenza ben pochi guadagni e investimenti.

Il nostro obiettivo con il tempo sarà quindi crescere esponenzialmente e dar battaglia all’agguerrita concorrenza mantenendo un buon equilibrio fra profitto e qualità e nel frattempo provare ad esaudire le richieste di alcune aziende vinicole che richiedono enormi ordinazioni di vini con specifiche caratteristiche tecniche. Il gameplay di Hundred Days: Winemaking Simulator si presenta quindi come un buon connubio fra accessibilità e al contempo grande profondità nelle meccaniche di gioco.

Hundred days-Winemaking simulator

Oltre alla modalità storia è anche disponibile una modalità infinita dove è possibile dedicarsi alla ricerca del vino perfetto senza limiti e con maggiore libertà d’azione. Tuttavia, è soprattutto in questa modalità che il gioco mostra un certo senso di ripetitività nelle azioni da eseguire, almeno dopo che sono state comprese le meccaniche basilari di creazione di un buon prodotto. Una ripetitività di fondo presente anche nella campagna principale, e che sposta l’asticella della qualità del videogioco un poco indietro rispetto a quanto avrebbe potuto aspirare. Di conseguenza va tenuto sott’occhio questo importante fattore prima di un eventuale acquisto da parte dell’utente.

Hundred days-Winemaking simulator e la sua grafica cartoonesca

La componente tecnica di Hundred Days: Winemaking simulator si è presentata come eccellente in fase di recensione. Va tuttavia, fatta una doverosa premessa, parliamo di un titolo indipendente con grafica cartoonesca, e quindi senza la volontà di creare i dettagli fotorealistici di altri simulatori agrari. Nonostante ciò, la palette cromatica scelta ci è sembrata più che adatta al tipo di gioco, e soprattutto all’atmosfera del titolo. Quella tratteggiata dagli sviluppatori di Broken Arms Games è un’atmosfera quasi bucolica, fatta da grandissima passione per l’Italia e soprattutto per il vino. I requisiti di sistema sono poi estremamente basilari e sarà possibile far girare il titolo su quasi qualunque macchina.

 

Hundred days-Winemaking simulator

7.8

Hundred Days: Winemaking Simulator è un titolo che pare sprizzare amore e passione per il vino e l’Italia da tutti i pori. Un gioco non perfetto, e con alcune mancanze come la presenza costante di un certo senso di ripetitività e di un sistema di tutorial a tratti manchevole. Eppure, nonostante i problemi appena citati, il lavoro di Broken Arms Games sembra volersi emancipare dalla miriade di titoli simulativi, con un sistema di gioco intuitivo e semplice da comprendere ma difficile da padroneggiare. Un titolo che esprime tonnellate di passione per il Bel Paese, anche se con qualche stereotipo prettamente anglosassone, ma perfettamente calzante per far immedesimare il giocatore in un universo esternamente complesso e incredibilmente affascinante. Un mondo dove chimica ed economia si intrecciano all’amore per la natura, esattamente comi i tralci di una vite dal loro ceppo. ;s

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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