Quella di Adventure Time è una serie animata che con il passare degli anni si è rivelata capace di conquistare il cuore di grandi e piccini in tutto il mondo, andando a creare un’enorme fanbase viva e pulsante che non perde occasione per esprimere il suo apprezzamento sull’opera animata. La creatura di Pendleton Ward è infatti andata espandendosi di stagione in stagione offrendo personaggi e una lore narrativa sempre più dettagliati ma non perdendo mai occasione per colpire lo spettatore con la sua forte verve “no sense” e il suo – a tratti spiccato – black humor. Un’opera tanto importante non poteva cerco mancare di portare allo sviluppo di numerosi videogiochi a tema, titoli purtroppo rivelatisi totalmente incapaci di raggiungere gli standard qualitativi dell’epopea da cui sono tratti e che sono stati velocemente dimenticati da critica e pubblico in un mare di palpabile sconforto e dispiacere.
È proprio in questo panorama tutt’altro che idilliaco che vanno a inserirsi i ragazzi di Climax Studios con il loro Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, GDR open-world che nelle premesse punta a farci vivere una nuova avventura inedita nella Terra di Ooo impersonando i panni di Finn, Jake, Marceline e BMO. Dopo essere stato annunciato a dicembre 2017 da Bandai Namco, il titolo si è mostrato solo saltuariamente con la pubblicazione di qualche trailer occasionale che ben poco poteva far intuire riguardo la qualità generale dell’opera, una mossa di marketing che invero spaventò numerosi giocatori che videro il tutto come un modo bislacco per nascondere un progetto non proprio esaltante. Finalmente il tempo delle congetture è però giunto al termine e dopo aver analizzato nel dettaglio ogni aspetto della nuova epopea a tema Adventure Time, siamo finalmente pronti a parlarvene nel dettaglio.
Pirati provetti
Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion inizia in maniera non dissimile da quel che ci si aspetterebbe in una normale puntata del cartone animato. Un non meglio specificato cataclisma ha portato allo scioglimento dell’intero Regno di Ghiaccio, il quale ha inevitabilmente inondato tutta la Terra di Ooo. Saliti su di una barca alla deriva, ci dirigeremo quindi da Re Ghiaccio per scoprire cosa sia successo, tentando al contempo di risolvere il disastro che ha violentemente colpito ogni angolo del regno. Narrativamente parlando, l’avventura poggia su semplici fondamenta che non puntano mai a stupire, preferendo piuttosto restare ancorata a una basilarità di fondo rivelatasi comunque capace d’intrattenere. Le circa dieci ore necessarie per completare la sola quest principale vi daranno l’opportunità d’incontrare numerosi personaggi divenuti famosi all’interno dell’opera animata viaggiando, nel mentre, in lungo e in largo per alcuni dei luoghi più iconici della Terra di Ooo che tutti i fan sicuramente riconosceranno a prima vista.
L’esperienza non presenta al suo interno colpi di scena memorabili o situazioni capaci di lasciare senza fiato il giocatore di turno, ma riesce comunque a farsi forza grazie a un mood generale che riprende in pieno gli episodi della serie animata. A voler ben vedere, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion appare in tutto e per tutto come una normalissima puntata del cartone ma realizzata in forma videoludica, riuscendo a catturarne perfettamente i toni generali totalmente fuori di testa. Ogni occasione sarà buona per inserire battute o situazioni tragicomiche capaci di far scappare ben più di qualche sorriso e fin dai primi minuti in-game risulterà chiaro a tutti come la parola d’ordine in sede di sviluppo sia stata “random”. Il team ha lavorato con dedizione per poter portare sui nostri schermi un risultato indubbiamente pregevole e capace di strizzare l’occhio anche ai fan più accaniti. Che si parli di una canzoncina cantata dalla nostra ciurma nel mentre che ci muoveremo in barca, di una qualche breve scenetta di sfondo o di una semplice battuta recitata da qualche personaggio apparentemente priva di senso ma al contempo carica di significato nel caso in cui doveste conoscerne il background, tutto funziona egregiamente per dare al giocatore ciò che ormai da anni veniva chiesto a gran voce, un titolo a tema Adventure Time in cui si respirassero davvero le magiche atmosfere della serie.
Ciurma all’arrembaggio
Sotto un profilo squisitamente ludico, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion si configura come un GDR open-world con combattimenti a turni che potrebbe ricordare da vicino i Final Fantasy dei bei tempi andati. La struttura su cui l’esperienza poggia le sue basi ci vedrà infatti muoverci liberamente in giro per la mappa di gioco completando numerose missioni principali e secondarie poste sulle diverse isole in cui sarà necessario gettare l’ancora e muoversi a piedi. In queste fasi, capiterà non di rado d’affrontare scontri in cui doversela vedere con pericolose creature prese direttamente dall’immaginario di Adventure Time, invero purtroppo parecchio limitate in termini di varietà. Gestendo una squadra composta da quattro membri – Finn, Jake, Marceline e BMO – sarà necessario decidere se attaccare, proteggersi, usare qualche oggetto o sfruttare un’abilità speciale, abilità attivabili utilizzando l’energia ottenibile ogni volta che si passa un turno. Oltre a questo, ogni personaggio avrà una sua esclusiva “finisher” che potrà essere attivata grazie a una barra che andrà riempiendosi man mano che verrete violentemente malmenati. Fin dal primo scontro, risulterà evidente come il gioco non punti a offrire una vera sfida meritevole di questo nome: ogni battaglia scorrerà via tranquillamente e molto raramente capiterà di rimanere bloccati contro qualche avversario. Il fatto stesso che in ogni battaglia sia possibile utilizzare un oggetto curativo senza perdere il proprio turno – che sarà quindi utilizzabile per attaccare o difendersi – dovrebbe rendere evidente come Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion non sia interessato a puntare tutti i suoi assi nella manica su di un’esperienza ludica più propriamente hardcore.
Come da prassi per qualsiasi GDR che si rispetti, ogni vittoria e missione completata ci farà guadagnare punti esperienza per salire di livello e per aumentare i limiti delle proprie statistiche, le quali saranno successivamente migliorabili utilizzando la moneta di gioco. Anche in questo caso ci troviamo davanti a un sistema tutt’altro che complesso, ma il risultato finale convince e riesce ad accompagnare piacevolmente il giocatore dall’inizio fino ai titoli di coda. Oltre a questo, gli sviluppatori hanno poi inserito diverse situazioni fuori dagli schemi pensate appositamente per variegare la formula ludica ed evitare così il rischio monotonia che si sarebbe potuto presentare facilmente. Tra brevi sezioni stealth nei panni di Marceline, battaglie contro il Kraken e simpatiche sessioni a mo’ d’interrogatorio in cui sarà nostro compito decidere come approcciarci per ottenere le informazioni che ci servono, l’avventura ha fortunatamente dimostrato di sapersi mantenere in piedi sulle proprie gambe senza il minimo problema. In tal senso, dispiace solo per la generale monotonia delle missioni secondarie, le quali il più delle volte richiederanno unicamente di prendere un qualche oggetto e riportarlo al diretto interessato. Inoltre, è un vero peccato dover constatare come un gioco che fa della pirateria il suo tema portante non presenti al suo interno battaglie navali di alcun tipo che avrebbero potuto donare quel pizzico di carisma aggiuntivo al prodotto finale che male non avrebbe certo fatto, un boccone ancora più amaro se si pensa che in-game sarà effettivamente possibile utilizzare un cannone posizionato sulla prua della nostra imbarcazione.
Anche l’occhio avrebbe voluto la sua parte
Tecnicamente parlando, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è purtroppo tutt’altro che esaltante e anzi, in numerose occasioni mostra il fianco a problematiche di vario tipo che su console di attuale generazione non ci si aspetterebbe. A fronte di personaggi ben riprodotti e famose ambientazioni liberamente esplorabili del regno di Ooo piacevolmente ricostruite, l’avventura soffre per una generale povertà di dettagli e per animazioni alquanto legnose. Oltre a ciò, nelle fasi in barca sarà possibile assistere a numerosi casi di pop-up uniti a una fastidiosa nebbiolina posta nelle zone più distanti della mappa che sarà un vero pugno in un occhio.
A tutto questo, bisogna poi aggiungere la presenza di alcuni bug piuttosto fastidiosi (in diverse occasioni è capitato di rimanere bloccato a mezz’aria dopo un salto), caricamenti alle volte vistosi e, soprattutto, numerosi cali di frame-rate fortunatamente poco frequenti nelle sezioni a terra ma al contempo costanti quando si sale a bordo della propria bagnarola, con occasionali freeze totali del gioco per un paio di secondi. Lo stile cel-shading utilizzato per la creazione del mondo di gioco mitiga in parte quello che è a tutti gli effetti un lavoro grossolano, ma è impossibile non ammettere che una maggior attenzione e limatura in tale ambito sarebbe stata indubbiamente gradita. A chiudere il tutto ci pensa infine la colonna sonora, che fra tracce inedite e pezzi ripresi dalla serie animata segue piacevolmente le gesta del giocatore, è un doppiaggio inglese di buona fattura che può vantare le voci del cast originale, il tutto accompagnato da una localizzazione italiana dei sottotitoli.