Buona la prima. Ora possiamo definitivamente dirlo: la prima stagione di House of The Dragon, spin-off de Il Trono di Spade, ha superato ogni prova possibile ed ha dimostrato di essere uno show completamente indipendente da quello da cui dipende. In 10 episodi sono stati raccontati più di 20 anni di parte della storia dei Regni di Pace dei Targaryen in una timeline che inizia ben 172 anni prima della nascita della Daenerys del Trono di Spade.
È proprio questa la prima vera forza dello show: saper raccontare in maniera così diversa rispetto alla serie madre, caratterizzata invece da una lentezza narrativa molto evidente. Una differenza che a volte può anche spiazzare, dal momento che in questo spin-off viviamo più salti temporali, che ci rallentano la comprensione delle situazioni.
Insomma, si racconta un’epoca totalmente differente, in cui a Westeros regnava la pace grazie sì al buon governo di Viserys Targaryen, ma anche e soprattutto grazie alla potenza dei Draghi, capace di incutere terrore e quindi al tempo stesso mantenere stabile un Reame. Per la precisione: cinque Draghi ai Targaryen, cinque al Velaryon (le due famiglie originarie dell’antica Valirya e le uniche ad avere la capacità di governare i draghi), che da questo episodio in poi inizieranno ad assumere un’importanza molto maggiore. Abbiamo infatti visto come pochi episodi fa, uno dei draghi Velaryon sia diventato di proprietà di Aemond Targaryen al costo di un occhio, perso in seguito ad un attacco fatto per difendere il suo onore, di Lucerys Velaryon, secondogenito di Rahenyra e Daemon Targaryen.
Poco dopo, Re Viserys muore ed in un bellissimo nono episodio abbiamo visto come la Regina consorte Alicent Hightower abbia mentito riguardo le ultime volontà del defunto marito e Re, legittimando il loro primogenito Eagon come nuovo Re, contrariamente a quanto promesso anni prima dallo stesso Viserys, che aveva invece designato Rahenyra come sua erede al Trono. La notizia della morte del Re fatica a diventare di dominio pubblico, poiché nel frattempo si accendono svariati giochi politici ad Approdo del Re, sostanzialmente controllati dagli Hightower (Regina Alicent e suo padre, il Primo Cavaliere) e Lucerys Strong.
I Draghi al centro del finale di stagione
E siamo a questo decimo ed ultimo episodio, quando finalmente, tramite Rahenys Targaryen (cugina di Viserys e moglie di Corlys Velaryon) la notizia della morte del Re e del furto del Trono di Spade giunge anche a Rahenyra e Daemond. Una notizia talmente forte per la prima, che le causa la perdita del bambino di cui era in attesa. Tuttavia Rahenyra rimane lucida ed equilibrata e decide di rivendicare il Trono solamente diplomaticamente, mentre Daemond, molto più impulsivo, vorrebbe istantaneamente passare ai fatti.
Inizia una corsa agli alleati. Rahenyra cerca di comprendere quali possano essere le famiglie di Westeros dalla sua parte, alleate in un’eventuale guerra che vorrebbe poter evitare. Il suo schieramento, quello dei Neri, è in netta inferiorità numerica, ma dispone di quelli che sono diventati ben 13 draghi, contro gli appena 4 dei Verdi, schieramento che sostiene invece Eagon Targaryen.
È proprio una questione di Draghi che porta al finale dell’episodio e della stagione. Sulla loro potenza si basa l’incipit di quella che potrebbe essere una grande e lunga guerra. Una tra le sequenze migliori di questa stagione, sia per regia che per fotografia (studiata, attenta ad ogni dettaglia), ma anche per la musica, tensiva ed emotiva al punto giusto, vede la missione dei primi due figli di Rahenyra, inviati come messaggeri cavalcando i propri draghi, a due delle famiglie probabilmente alleate. Lucerys -Luke- Velaryon avrà a che fare però proprio con Aemond Targaryen, giunto prima di lui per la medesima missione con un drago decisamente più grande.
Questa scena non si può davvero spoilerare, ma sappiate solo che la tensione capace di regalare è più che palpabile. Quello a cui porta è una seconda stagione sicuramente diversa, con più azione e meno politica, con molti eventi da narrare ed una guerra civile da raccontare.
Dispiace che per sapere cosa succederà dopo bisognerà aspettare sicuramente più di un anno, ma ciò conferma quanto sia valido questo prodotto HBO, distribuito in Italia da SKY Atlantic.