Snowpiercer 3 – Recensione dei primi due episodi, si torna a bordo!

Su Netflix è arrivata Snowpiercer 3 ed ecco la recensione dei primi due episodi della terza stagione, prequel del famoso film del 2013.

Claudio Baldacci
Di Claudio Baldacci - Contributor Recensioni Lettura da 5 minuti
5.5
Snowpiercer 3

Snowpiercer 3 è arrivata su Netflix e insieme a questa recensione ci accompagnerà fino alla prossima primavera a cadenza settimanale, proseguendo il racconto del viaggio perpetuo del treno che tiene al caldo, si fa per dire, gli ultimi sopravvissuti ad una glaciazione della terra. La serie, tratta dal famoso film del 2013 firmato Bong Joon-Ho, a sua volta tratto da un fumetto francese, approfondisce la storia del treno di Wilford raccontando vicende precedenti a quelle del film. Iniziata come una sorta di giallo-poliziesco dove il protagonista, Layton, abitante del fondo del treno ma unico vero e proprio detective, veniva incaricato dalla dirigenza di indagare su misteriosi eventi che avevano luogo nella prima classe, in testa al treno. Tutto ciò si è fuso alle continue rivolte del fondo nei confronti del treno, di Wilford e a mille altre vicende e personaggi che hanno arricchito la narrazione, rendendo molto più corposo il mondo solamente accennato nel film. Intanto, si scopriva il personaggio di Melanie, vero capo del treno, che è riuscita a tenere nascosta per anni l’assenza dal treno dello stesso creatore, Wilford, che si scopre in realtà essere tutt’altro che un filantropo, ma un vero villain.

Snowpiercer 3Sean Pean è il villain Wilford

Lo abbiamo conosciuto nella seconda stagione, quando con il secondo treno, il Big Alice, era riuscito ad agganciarsi allo Snowpiercer e a rimpadronirsene nel corso degli episodi, creando una spaccatura tra i tremila abitanti. I suoi seguaci, quelli che lo avevano sempre creduto nel treno a garantire loro la sopravvivenza e che ora finalmente lo ritrovano; i suoi oppositori, quelli che credono nella figura di Melanie, appoggiata da Layton, che nel frattempo è diventato leader della prima rivolta riuscita nella storia dello Snowpiercer, che ha ottenuto l’unione delle classi in una unica. Tra Melanie che cerca di sottrarre nuovamente il treno a Wilford – il quale invece cerca di sottrarre a lei definitivamente la figlia Alex, macchinista del Big Alice – e Ruth, capo dell’accoglienza che da fedelissima di Wilford passa all’altra sponda, iniziano gli esperimenti in giro per il mondo, alla ricerca delle zone più calde dove forse la glaciazione potrà presto passare. In una di queste missioni, Melanie risulta dispersa. Ritroviamo in questa terza stagione Wilford capo di uno Snowpiercer morente, allo stremo delle forze, con poca forza lavoro ed una ridotta capacità di creare energia e calore. Molti dei suoi vagoni sono infatti spenti, freddi ed il cibo inizia a scarseggiare. All’interno, nell’ombra, Ruth e Pike complottano per destituire Wilford. Nel frattempo, Layton, Alex ed i macchinisti ex colleghi di Melanie, confinati nel Big Alice in una sorta di esilio, continuano gli esperimenti e cercano un modo per riconnettersi allo Snowpiercer e sottrarlo ai doppi fini di Wilford.

Snowpiercer 3 e il protagonismo di Wilford

Circa 90 minuti in totale questi primi due episodi di Snowpiercer 3 e non si può dire in una recensione che sia sincera che siano così intrattenenti. In effetti, un po’ di stanchezza nel format si fa sentire, soprattutto pensando a dove porterà questa serie (conoscendo la storia del film) e al fatto che esisterà, e già si sa, una quarta stagione. A parte il bravissimo Sean Pean che dà vita al villain Wilford già un po’ troppo stereotipato e caricato, non c’è un personaggio che spicchi, tantomeno Layton. Complice un po’ il minestrone di situazioni e missioni rimaste in sospeso, che approfondiremo sicuramente in seguito, non c’è abbastanza spazio per la caratterizzazione ed inizia a farsi sentire la claustrofobia. Giusta, giustissima all’interno di un treno di 1023 carrozze (a parte qualche nuova ambientazione esterna). In fondo, l’ambientazione è ben realizzata su schermo, ma la claustrofobia sta diventando artistica. Le vicende stanno diventando un po’ ridondanti e per andare avanti sembra stiano piegando verso l’essere sempre più inverosimili, in contrapposizione invece a quella genialità che dava l’incipit alla prima stagione della serie, che la rendeva così originale nonostante il film da cui venisse tratta.

Non un inizio di terza stagione così sorprendente, ma il finale del secondo episodio sembrerebbe avviare ad un momento di azione, che si svilupperà sicuramente negli episodi centrali. Staremo a vedere, intanto noi rimaniamo in attesa della prossima recensione di Snowpiercer 3 che arriverà tra una settimana, in occasione del terzo episodio in uscita su Netflix.

Snowpiercer 3
5.5
Voto 5.5
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Contributor
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.