The Witcher – Recensione dei primi 6 episodi della stagione 2

Abbiamo visto i primi 6 episodi della seconda stagione di The Witcher, serie disponibile dal 17 dicembre: di seguito la nostra recensione.

Nicholas Massa
Di Nicholas Massa Recensioni Lettura da 7 minuti
8
The Witcher seconda stagione

In seguito al grande successo riscontrato con la sua prima stagione, l’attesa per The Witcher è sicuramente alta, e in questa recensione no spoiler “affrontiamo” i primi sei episodi della sua seconda stagione. Distribuita su Netflix nel 2019, questa serie tv è riuscita in brevissimo tempo a catturare il cuore del grande pubblico, andando oltre la sua precedente fama fra le fila degli storici appassionati. Cosa avrà influito su questo successo? Sulla carta sappiamo che il tutto ha avuto origine dalla penna di Andrej Sapkowski, per poi prendere sempre più piede attraverso i videogiochi dedicati ai libri.

La saga letteraria ha dunque aperto la strada a un vero e proprio fenomeno che ben presto ha abbandonato la carta stampata per esprimersi attraverso vie del tutto nuove, delineando fin dal principio questa identità poliedrico-narrativa ancora oggi confermata. Innamorarsi delle storie di Geralt di Rivia risulta facilissimo in qualsivoglia formato esse compaiano, complici le caratteristiche del personaggio in sé, e soprattutto il mondo in cui si muove. La serie tv ha quindi raccolto tutti i risultati delle precedenti trasposizioni in ambito videoludico, scegliendo però di costruire il tutto seguendo le vicende della saga letteraria. 

https://www.youtube.com/watch?v=RXKxPiwy0-A

 

Questa scelta si è rivelata curiosa fin dal principio, dato che i primi due libri di Sapkowski si snodano in una serie di racconti autoconclusivi atti ad abbozzare i vari personaggi e le vicende politiche in cui gli eventi si muovono e sviluppano. Questa origine “snodata” si nota facilmente nella prima stagione, data la sua struttura altalenante, con una serie di scelte narrative in cui gli sceneggiatori hanno scelto di prendersi qualche licenza poetica e interpretativa del tutto personale. In ogni caso, andando oltre ciò, la strada delineata dai primi episodi è riuscita pienamente nel suo intento, catturando l’attenzione del grande pubblico e soddisfacendo la maggiorate dei fan storici di Geralt. Ora ci si muove verso la seconda stagione. Saranno stati in grado di tenere botta? Di confermare ciò che avevano costruito con la prima stagione? Avranno proseguito per la loro strada o continuato a trasporre i libri seguendo uno stile personale? 

Dove eravamo rimasti?

Nei nuovi episodi della seconda stagione di The Witcher tutto ripartirà esattamente da dove si era chiuso, ritrovando la stessa narrazione corale che abbiamo analizzato anche in Arcane (qui la recensione), per fare un esempio. La leggendaria Battaglia di Sodden è da poco terminata e ogni personaggio di nostra conoscenza dovrà mettere a fuoco quello che è successo, cercando di riprendersi a sua volta. La battaglia è stata estremamente violenta come sappiamo, ma è risultata determinante nello scontro con Nilfgaard al punto da aver alterato le sorti stesse della guerra in atto.

In tutto ciò Geralt (Henry Cavill) e Ciri (Freya Allan) si sono finalmente ricongiunti e si apprestano a muoversi verso un rifugio di viscerale e intima conoscenza per il Witcher. Il mondo è in movimento, non si ferma mai mutando di giorno in giorno. La politica e la sopravvivenza la fanno da padrona nel mondo di The Witcher, soprattutto in questi nuovi episodi. La seconda stagione, infatti, amplia ulteriormente il materiale narrativo, ritrovando personaggi che già conoscevamo, approfondendone alcuni, e inserendone di nuovi. Il ritorno di volti noti inoltre, legati anche alla precedente trasposizione animata della saga, aggiunge un valore in più alla storia (diciamo che la visione del film d’animazione The Witcher: Nightmare of the Wolf, attualmente su Netflix, non è obbligatoria ma caldamente consigliata se si vogliono ulteriormente approfondire sia le dinamiche di trama ora trattate, sia il personaggio di Vesemir che il mondo stesso in cui tutto si sviluppa), con spunti che toccano più corde dello spettro umano.

Uno dei tratti più distintivi del contesto creato da Sapkowski risiede proprio nella sua generale crudeltà sanguinolenta. Leggendo le gesta di Geralt si apprende facilmente quanto sia duro sopravvivere nelle sue terre. Fare i conti con i mostri famelici è il minimo, specialmente quando si viene coinvolti in faccende politiche. Tutto ciò ritorna perfettamente nei nuovi episodi, disponibili dal 17 dicembre su Netflix. Lo stile Dark Fantasy di questa saga viene estremamente rispettato e ampliato, migliorato rispetto agli episodi precedenti, come anche viene migliorata la struttura generale della narrazione, non più frammentata ma linearmente curata.

The Witcher recensione

Spunti e reinterpretazioni 

La seconda stagione di The Witcher offe due elementi fondamentali ai fan: il rispetto verso ogni singolo personaggio e ispirazione originaria e, come leggerete a fine recensione, un’attenzione particolare verso ognuno di loro. Così la trama della serie tv prosegue attingendo pienamente da ogni singolo libro e reinterpretandone, un minimo, le dinamiche. Questo significa che non si sono limitati a trasporre il materiale di partenza, ma ci hanno riflettuto sopra costruendo una storia poliedrica ma comunque efficace e coerente. Ecco che i vari racconti pubblicati vanno di pari passo coi romanzi in un unicum che costruisce una sua propria coerenza.

Certo, alcune specifiche reinterpretazioni narrative danno da riflettere: sia sulla base dell’esperienza letteraria sia dei videogiochi, se si conoscono le ispirazioni di partenza alcune scelte possono spiazzare, conducendo a sviluppi del tutto inaspettati. Questo è un male? Diciamo di no, specialmente quando The Witcher viene accompagnato da una cura generale sempre sul pezzo, sempre allineata allo stile generale del mondo Fantasy di appartenenza.

Uno dei punti più forti a disegnare questi nuovi episodi è anche la resa estetica generale delle scenografie, dei costumi, della colonna sonora e della fotografia a tagliare le varie inquadrature, sempre al limite fra quello che abbiamo visto nei videogiochi e quello che abbiamo immaginato dai libri. Ne fuori esce un lavoro che supera, in quanto a valore, la prima stagione, ampliandola in ogni cosa e migliorandone quelli che erano gli elementi più negativi. L’amore verso i libri è palpabile di momento in momento, come anche l’attenzione verso una credibilità che funziona dal primo all’ultimo episodio.

The Witcher seconda stagione
8
Voto 8
Condividi l'articolo
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.