Nel corso degli ultimi mesi, Netflix ha deciso di dare particolare importanza agli adattamenti di alcuni celebri fumetti. Dopo Jupiter’s Legacy, che ha dato il via al Millardword, il multiverso creativo realizzato da Mark Millar, anche Sweet Tooth è pronto a fare il suo debutto, ed oggi lo analizziamo in sede di recensione. I cinecomics, dopotutto, stanno conquistando sempre di più il pubblico e la critica. Le recenti produzioni hanno dimostrato che questo particolare genere è in continua evoluzione, e questo gli permette di raggiungere un numero sempre maggiore di spettatori.
Il concetto di cinecomics, dopotutto, è piuttosto ampio, e sono sempre di più gli autori a voler lasciare una propria impronta in questo genere. Sweeth Tooth è basata sull’omonimo fumetto di Jeff Lemire, l’autore che è riuscito a conquistare il pubblico lavorando con alcune delle più importanti case editrici di sempre, tra cui Vertigo, Marvel, DC Comics, Image Comics, Valiant Entertainment, Dark Horse e BOOM! Studios.
La serie, ambientata in un futuro post-apocalittico, è composta da otto puntate dalla durata di circa un’ora ciascuna, che saranno rilasciate sulla piattaforma streaming Netflix il prossimo 4 giugno 2021. Sweet Tooth vede alla produzione Robert Downey Jr. E Susan Downey, mentre alla regia troviamo Jim Mickle (We Are What We Are, All’ombra della luna). Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima tutti e otto gli episodi di Sweet Tooth, ed ecco la nostra recensione. Se inoltre ve la siete persa, vi proponiamo anche la recensione del citato Jupiter Legacy a questo link.
Sweet Tooth: questa è la storia di un ragazzo speciale
Prima di iniziare questa recensione, è necessario puntualizzare che la trasposizione sul piccolo schermo di Sweet Tooth presenta delle profonde differenze dal suo corrispettivo a fumetti. La storia inizia presentandoci un mondo profondamente scosso da una temibile pandemia, che ha quasi letteralmente distrutto la popolazione umana. Nessuno ha idea di che cosa possa aver causato la nascita e la diffusione del misterioso virus, ma la tragedia viene collegata ad un bizzarro evento che ha preso luogo proprio in quel periodo.
Mentre la pericolosa pandemia iniziava ad aggirarsi per le strade, infatti, la popolazione ha assistito sconcertata alla comparsa degli ibridi, misteriosi bambini nati in parte umani e in parte animali. Data la vicinanza tra i due eventi, le mutazioni vengono collegate al continuo propagarsi del virus e, anche se è impossibile definire se queste possano essere una causa o una diretta conseguenza dello stesso, i neonati vengono temuti, allontanati e braccati da veri e propri cacciatori.
Il nostro protagonista Gus (Christian Convery), nato in parte umano e in parte cervo, è uno di questi bambini, riuscito a salvarsi e ad evadere dalla città grazie a suo padre Richard (Will Forte) che, fin dalla più tenera età, lo ha obbligato a vivere recluso nei boschi all’interno di un parco naturale nazionale. Gus, a tutti gli effetti, non ha mai incontrato altri esseri umani oltre a suo padre e crescendo sviluppa un forte interesse nello scoprire che cosa si nasconde dietro alla recinzione che delimita la fine dalla riserva.
Ma una catastrofe improvvisa distrugge la quotidianità del ragazzo che, dopo aver aspettato questo momento per tutta la sua vita, può finalmente mettere piede fuori dalla riserva naturale. Tuttavia, il mondo che lo aspetta è molto diverso da quello che gli era sempre stato raccontato. Nonostante le numerose bugie, al suo primo incontro con i bracconieri Gus si rende conto che suo padre aveva ragione: questa nuova realtà è incredibilmente pericolosa per lui. In suo soccorso arriva Jepperd (Nonso Anozie), un misterioso uomo che sembra essere disposto a proteggerlo e ad aiutarlo.
Sweet Tooth: un viaggio in cerca di speranza
Come vi abbiamo già anticipato in questa recensione, Sweet Tooth presenta numerose differenze dalla serie a fumetti di Jeff Lemire da cui prende ispirazione. I toni cupi e drammatici lasciano il posto ad un viaggio ricco di speranza, mentre i tratti disperati e asciutti dell’autore vengono sostituiti da una realtà quasi fantastica, caratterizzata da colori pastello e dell’enfatizzazione della natura. La messa in scena, sotto questo punto di vista, è veramente spettacolare. Le meravigliose ambientazioni naturalistiche ci accompagnano in questa fiaba distopica, all’interno del quale questo mondo post-apocalittico ci viene mostrato ancora pieno di bellezza, ottimismo e avventura.
Il viaggio di Gus e Jepperd si rivela presto pieno di imprevisti, minacce e nuovi incontri, alcuni dei quali permetteranno al gruppo di ampliarsi. Sweet Tooth, infatti, oltre a mostrarci il primo approccio del ragazzo in questo universo bellissimo ma pericoloso, mette in scena le vite di un variegato numero di persone che, in un modo o nell’altro, sono riuscite a sopravvivere alla pandemia e a trovare un loro posto in questo mondo. Tra chi farà il possibile per cercare una cura al misterioso virus che sembra pronto a colpire la popolazione rimasta, chi decide di sacrificare la propria libertà per mettere al sicuro il maggior numero possibile di ibridi e chi sceglie di isolarsi nella natura, ognuno di questi personaggi entrerà a far parte dell’incredibile avventura di Gus.
Nonostante tutto, Sweet Tooth non è una produzione perfetta. Nel corso di tutti e otto gli episodi, infatti, è possibile assistere a numerose problematiche che, in un modo o nell’altro, tendono a rallentare la narrazione e a farci allontanare, anche solo momentaneamente, dal meraviglioso e immersivo mondo che compone la serie. Questi problemi sono evidenti soprattutto nelle puntate centrali, a tratti fin troppo lente. Tuttavia, questo non va ad interferire in maniera drastica con il racconto, e lo spettacolo riesce comunque ad accompagnarci in una storia emozionante, ricca di colpi di scena e di risvolti narrativi particolarmente interessanti.
Bisogna precisare che ci troviamo ancora all’inizio di una storia che, molto probabilmente, avrà bisogno di tempo per riuscire a mantenere alte le aspettative. Con la sua dolcezza e il suo ottimismo, Sweet Tooth riesce ad accompagnarci in un viaggio carico di emozioni, che sottolinea il contrasto tra l’innocenza di Gus e degli altri ibridi e la crudeltà di un mondo che, piuttosto di prendere coscienza dei propri errori, tenta di insabbiarli e di agire di nascosto, cercando un capro espiatorio per far sfogare la popolazione. Ma oltre alla brutale cattiveria, il popolo nasconde al suo interno alcuni valori estremamente importanti, tra cui l’amicizia, la fiducia e la speranza, virtù fondamentali per superare i momenti più oscuri.