Il reveal è stato repentino, un lampo accecante prima del fragoroso tuono che si abbatterà su di noi probabilmente all’E3 2018. Fallout 76 è in cantiere, e sarà il primo titolo della serie principale ad abbandonare la convenzionale numerologia, dopo Fallout 4. Le domande riguardo al titolo sono davvero molte, e già questo piccolo indizio potrebbe essere la punta di un iceberg ben sommerso. Perché mai? Come è accaduto recentemente per Santa Monica Studios e il capolavoro God of War, l’assenza di un numero potrebbe significare cambiamento, rivoluzione, il lancio di una moneta che ci darà il suo verdetto solo una volta che si sarà fermata. Non sarebbe poi così sbagliato aspettarcelo, Fallout non è nuovo a cambiamenti che ne hanno stravolto le caratteristiche (come lo stra famoso passaggio dalla visuale isometrica all’esplorazione open world in prima persona). Magari, invece, non succederà nulla e non faremo altro che giocare allo stesso modo ma vivendo un racconto diverso, e possiamo dire che le scommesse sono aperte fino al quello che all’E3 2018 si preannuncia uno show coi fiocchi. Nell’attesa, tralasciando i titoli collaterali – come Fallout Tactics o il più recente Fallout Shelter – riviviamo passo per passo i cambiamenti che la serie, prima Interplay e poi Bethesda, ha subito durante la sua longeva vita.
Fallout: A Post Apocalyptic Role Playing Game
Nell’ormai lontano 30 settembre 1997 arrivava al pubblico un titolo decisamente particolare, Fallout: A Post Apocalyptic Role Playing Game. Sviluppato da Interplay, questo titolo era il classico gioco di ruolo che molto aveva iniziato a prendere piede in quel decennio, accostato a un mondo devastato da una grande guerra nucleare. Chiunque abbia avuto modo di mettere le mani sul brand già da quella “piccola” perla, sa già quanto la trama dietro ad esso fosse enorme e finemente studiata. Con gli eventi che prendono vita dal Vault 13 nel 2161, Fallout proponeva ai giocatori un gameplay con visuale isometrica, nel quale sfruttare tutte le caratteristiche del classico gioco di ruolo nella zona contaminata. Il primo approccio alla devastata civiltà dell’età dell’oro, già vedeva il sistema S.P.E.C.I.A.L. per creare il proprio personaggio e delinearne le caratteristiche in base alle abilità scelte. Il sistema di gioco comprendeva inoltre anche la possibilità di utilizzare equipaggiamenti, di far unire dei compagni al viaggio, e di compiere delle scelte importanti per la storia che modificano il karma del personaggio.
Fallout 2: A Post Nuclear Role Playing Game
Fallout 2: A Post Nuclear Role Playing Game fa la sua entrata nel mondo dei videogiochi un anno dopo il predecessore, con gli eventi che stavolta partono 80 anni dopo le vicende vissute in Fallout. In questo titolo, sempre sviluppato da Interplay, interpretiamo il ruolo del “Prescelto”, seguendo le orme del nostro antenato abitante del Vault che ha fondato il villaggio tribale di Arroyo. Il nostro compito è quello di ritrovare un artefatto risalente all’epoca pre bellica, il Garden of Eden Creation Kit, che sembrerebbe in grado di far tornare abitabile il mondo esterno. Al di là dell’interessante plot narrativo, il titolo si ripresenta con lo stesso modus operandi del predecessore, ma migliorando di molto tutti gli aspetti principali: sempre vivendo l’avventura con la visuale isometrica, vengono offerti un numero maggiore di oggetti utilizzabili – compresi gli equipaggiamenti – e una grande varietà di nemici, ma soprattutto viene dato un senso ancora maggiore e un’importanza determinante alle abilità atte alla sopravvivenza. Vivendo missioni molto più articolate e meglio distribuite nella mappa, in questo Fallout 2 migliora di gran lunga anche il sistema karmico, con l’aggiunta decisiva della reputazione che sarà influenzata dal nostro comportamento.
Fallout 3
Arriviamo dunque a parlare del primo capitolo della serie targato Bethesda. Anche se la qualità e l’apprezzamento erano davvero grandi, il salto generazionale per passare alla modernità è stato compiuto con Fallout 3, pubblicato nell’ottobre del 2008. Già, ben 10 anni dopo il precedente capitolo. In questo lungo lasso di tempo è cambiata la generazione, e sono cambiati i giocatori, ed è per questo che Bethesda ha voluto tirar fuori un prodotto all’altezza, che rispecchiasse i canoni moderni. Ambientato nel 2277, vedremo il nostro personaggio nascere (nel senso letterale del termine) e crescere nel Vault 101, fino a quando per motivi ignoti sulle prime battute, scapperà per cercare suo padre. Proprio durante la nostra avventura in Fallout 3 sentiremo nominare per la prima volta il Vault 76, uno di quelli dedicati al controllo.
Arriva la visuale in prima persona, con la libera esplorazione della zona contaminata di Washington: il gameplay cambia forma in maniera sostanziale, ma mantenendo saldi i principi che hanno forgiato la serie. Marchio di fabbrica che ritorna sono ovviamente le abilità S.P.E.C.I.A.L. impostabili a inizio gioco, con un’importanza ancora più marcata di quelle legate alla sopravvivenza. Potremo essere intossicati dalle radiazioni dell’ambiente, ma anche dal cibo che mangeremo e dalle bevande che assumeremo, e sarà indispensabile ridurne gli effetti grazie alla moltitudine di oggetti recuperabili nella vastissima area di gioco.
Il sistema di combattimento si rinnova totalmente: passando a meccaniche puramente FPS, viene introdotto un metodo di shooting assistito chiamato SPAV, che ci permetterà di colpire le parti del corpo dei nemici che più ci aggradano e con un sistema che descrive la percentuale di successo. Gli elementi in game sono moltissimi, gremito di decine di missioni principali e secondarie che ci faranno viaggiare de una parte all’altra della mappa. L’influenza del karma è decisiva ancora più del secondo capitolo, e le scelte che compiremo saranno di un’importanza estrema. Le caratteristiche base, traslate a questo nuovo sistema di gameplay, tornano prepotenti, come anche il supporto dei compagni incontrati. A chiudere il cerchio, la possibilità di visitare diversi vault sparsi nella zona, e una colonna sonora storica a tenerci sotto braccio nel nostro viaggio.
Fallout: New Vegas
Ottobre 2010. Nascendo dallo stesso motore grafico dell’ultimo titolo di cui abbiamo parlato, Fallout: New Vegas si rivela un titolo controverso sotto molti aspetti. Ambientato nel 2281, nella zona contaminata del Mojave nella versione post apocalittica di Las Vegas, il gioco riprende fortemente le meccaniche e le caratteristiche principali del predecessore. A fare da sfondo alla trama personale del nostro sfortunato protagonista, in questo titolo prendono maggior importanza le fazioni, per le quali potremo decidere di parteggiare o meno in una lotta al potere politica e militare.
Fallout 4
Senza bisogno di troppe presentazioni, l’ultimo capitolo uscito della serie di Fallout si è fatto desiderare per anni, arrivando ben 5 anni dopo New Vegas. Come avrete letto nel dettaglio nella nostra recensione di quel periodo, Bethesda con Fallout 4 cerca di reinventare e rimodellare un brand che di base era già un successo, ma che necessitava decisamente di una marcia in più rispetto a quanto visto proprio con New Vegas. Lasciando inalterate le meccaniche di base che hanno fatto la fortuna di Fallout 3, prima di tutto ci viene mostrata una chicca a inizio gioco, vivendo quei pochi minuti della Boston pre-apocalittica che fu, per poi essere ibernati e catapultati nella più dura delle realtà. Questo capitolo inserisce feature molto particolari, alcune delle quali vanno a stravolgere completamente il piglio del giocatore. Sarà infatti possibile stabilire dei veri e propri accampamenti dove dar rifugio, cibo e acqua ai png, gestendo noi stessi anche le risorse per craftare gli oggetti utili al fabbisogno dei cittadini (oltre a cucinare e modificare armi). Chiaramente questi devono anche essere difesi dagli attacchi dei predoni, conferendo al gioco una salsa gestionale e strategica oltre a quella “on the road” imposta dal viaggio alla ricerca di nostro figlio. Infine, altra aggiunta decisiva, è stata quella delle armature, che indossate ci faranno diventare delle vere e proprie macchine da guerra, ma sempre tenendo d’occhio la batteria!
Come si evince da questo lungo ripasso, a parte la breve parentesi di New Vegas le novità sono sempre state molte, costanti e quanto mai decisive per lo spirito del gioco e non solo. Quali saranno le mosse attuate da Bethesda per Fallout 76? Lo scopriremo davvero presto.