A pochi giorni dal suo grande debutto avvenuto in occasione dello Star Wars Day (cha abbiamo analizzato a fondo nella nostra recensione), arriva finalmente l’attesissimo secondo episodio di Star Wars: The Bad Batch, la nuova serie animata targata Disney+ ambientata nella tanto amata “Galassia lontana lontana” che ci accompagna da quasi cinquant’anni. Dopo l’ottimo e davvero corposo episodio pilota andato in onda lo scorso 4 maggio, a partire da oggi le avventure della Clone Force 99 verranno pubblicate a cadenza settimanale, come è solito fare dal colosso di Burbank con le sue serie on demand.
Senza ulteriori indugi, possiamo dunque iniziare a parlare del secondo episodio di questa splendida serie firmata Dave Filoni e Brad Rau, che dopo uno scoppiettante inizio vede i nostri eroi in fuga per la galassia. Dopo la caduta della Repubblica e l’instaurazione del Primo Impero Galattico, Hunter e la sua squadra sono scappati da Kamino insieme alla piccola Omega e ora dovranno cercare aiuto dai pochi alleati che gli sono rimasti in giro per lo spazio.
La quiete dopo la tempesta
Dopo un episodio pilota assolutamente pirotecnico per quanto riguarda atmosfere e azione, questa seconda puntata si pone sin da subito in maniera più calma, dando molto spazio ai discorsi e ai rapporti tra i personaggi. Già dalle prime battute vediamo come il legame tra Hunter e Omega inizi a prendere una forma ben più profonda del previsto, e tutta la puntata girerà proprio sul consolidarlo ancora di più.
Questo approfondimento dedicato ai due personaggi chiave della serie, però, va a scapito dei restanti membri della squadra che vengono purtroppo oscurati parecchio nella maggior parte dell’episodio. I membri della Bad Batch risultano ancora parecchio scossi dall’enorme cambiamento che sta avvenendo in tutta la galassia, e nel bel mezzo della loro fuga decidono di contattare altri disertori dell’Impero. Per loro sfortuna, però, gli Stormtrooper di Palpatine gli rimarranno alle calcagna, trasformando questa ricerca d’informazione in un’altra missione di salvataggio.
The Bad Batch cade nel primo filler?
Nonostante le animazioni e la regia sempre di ottima fattura, per non parlare delle ottime musiche composte da Kevin Kiner (già noto per i suoi lavori su The Clone Wars e Rebels), questo secondo episodio di Star Wars: The Bad Batch non sembra ingranare come ha fatto la puntata pilota, che in sede di recensione scorreva via con molta più facilità nonostante i suoi 72 minuti di lunghezza. Sequenze troppo melense e che ribadiscono sempre un singolo concetto, per lo più ripetuto nella durata dello stesso episodio, rendono questa puntata quasi un filler, utile soltanto ad approfondire il rapporto tra Hunter e Omega.
Il punto di forza ovviamente si raggiunge quando è in azione tutta la squadra, che anche grazie al grande lavoro di doppiaggio fatto da Dee Bradley Baker (in italiano sostituito dall’altrettanto eccellente Alessandro Ballico), il quale presta la voce a tutti i soldati della Clone Force 99, dà un senso di affiatamento e coesione davvero unico tra i personaggi, che risplendono ogni volta che agiscono in coro. Purtroppo, in tutti e 28 i minuti dell’episodio, quest’aria si respira davvero per pochissime sequenze e tra l’altro tutte collocate verso la fine, facendo sì che lo spettatore debba trascinarsi a forza tutto il resto della puntata per poter godere ancora di ciò che ha visto e amato nell’episodio pilota.