Inutile girarci tanto attorno, Hollywood ci ha abituati bene. Quello del cinema è un mondo in continua espansione che con i suoi capitali multimiliardari ha portato alla proliferazione di ogni genere immaginabile. Che cerchiate un dramma, una commedia, qualche pellicola di guerra o un bel film d’animazione, oggigiorno avete solo l’imbarazzo della scelta. Di tanto in tanto gli spettatori vogliono però solo limitarsi a spegnere il cervello lasciandosi andare in un inferno d’esplosioni, proiettili e battute lanciate al momento giusto. Questo era Bad Boys, opera che nel 1995 seppe stregarci in un’epopea splendidamente spensierata a cui fece poi seguito l’ancor più amato Bad Boys II, due pellicole che sotto la direzione del regista Michael Bay seppero imprimersi con forza nei cuori di milioni e milioni di fan. Da allora sono passati ben 17 anni e oggi, dopo un’attesa sembrata infinita agli occhi di molti, siamo finalmente pronti per Bad Boys for Life, terzo capitolo del franchise che però si caratterizzerà per una differenza di notevole importanza. Per l’occasione, infatti, il testimone è passato nelle mani di Adil El Arbi e Bilall Fallah, un passaggio importante che avrebbe potuto portarsi dietro cambiamenti tutt’altro che secondari. Noi di Game Legends abbiamo finalmente avuto l’occasione di visionare il lungometraggio e ora siamo pronti a darvi il nostro giudizio finale a riguardo.
Bad Boys per sempre
Sono passati ben 17 anni dagli eventi visti in Bad Boys II e i capaci detective Mike Lowrey (Will Smith) e Marcus Burnett (Martin Lawrence) sono oramai piuttosto avanti con l’età. Il desiderio di continuare a vivere il momento senza pensare alle conseguenze è ancora forte, ma la coppia di sbirri più famosa di Miami comincia a sentire il peso degli anni. Da una parte abbiamo infatti Mike che non vuole lasciare andare la sua carriera, aggrappato a quel sogno giovanile di gloria tra un arresto e l’altro, mentre dall’altro lato troviamo un Marcus più saggio e consapevole che vorrebbe appendere il distintivo al chiodo per potersi godere la meritata pensione. Il film punta così a farci vivere una sorta di passaggio generazionale, gli eterni spacconi che per la prima volta devono guardare al futuro nel mentre che nuove leve giungono sulla scena per prendere il loro posto, tra tecnologie di ultima generazione e più moderate tattiche d’assalto che mal si sposano con i metodi che i nostri eroi hanno imparato ha sfruttare. Nonostante gli anni – e anzi, forse proprio per quello – l’iconico binomio Will Smith/Martin Lawrence funziona con forza magistrale e aiuta a ricordarci i bei vecchi tempi, tra gag, battute e insulti che arrivano tutti al momento giusto facendo scappare sonore e gustose risate, ma non pensiate che la forza della produzione sia rappresentata dalla mera nostalgia; nonostante i ricordi delle precedenti pellicole vi scorreranno infatti davanti a ogni inquadratura, il film ha saputo dimostrare di possedere carisma e riesce a risplendere di luce propria.
Di contro, non possiamo nascondere che l’assenza di Machael Bay si sente in più di un’occasione e la mancanza di quelle esplosive scene che nella loro follia ci avevano rapito con i due film precedenti appare come un vero peccato. Non preoccupatevi, però, poiché la pellicola non mancherà comunque di esaltarci tra sparatorie, inseguimenti e scazzottate degne del miglior blockbuster hollywoodiano, un risultato di gran livello che può contare su un lavoro di macchina all’altezza delle aspettative, con attente inquadrature che nonostante la confusione generale riescono sempre a far capire con chiarezza cosa stia avvenendo innanzi ai nostri occhi. La parola d’ordine in ogni scena è “equilibro,” indipendentemente che si parli di momenti umoristici, fasi drammatiche o situazione adrenaliniche, e una volta giunti ai titoli di coda non abbiamo potuto far altro che definirci pienamente soddisfatti. Da un punto di vista più spiccatamente attoriale, il lavoro svolto dal cast appare di grandissimo livello. Will Smith e Martin Lawrence rappresentano ovviamente le colonne portanti dell’intera esperienza, calati perfettamente nelle rispettive parti e sempre capaci di conquistare la scena, ma non da meno sono stati tutti gli altri – tra vecchie conoscenze e nuovi arrivati –, una lunga sequela di personaggi credibili e ben amalgamati tra loro. A chiudere il tutto ci pensa infine un comparto audio che non tradisce le aspettative, grazie a una colonna sonora le cui tracce esplodono sempre al momento giusto affiancate da un doppiaggio italiano che, come da prassi nel mondo cinematografico, ha saputo rivelarsi di prim’ordine.