Il 2018 segnerà la morte della realtà virtuale, la parola al CEO di Paradox

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia News Lettura da 2 minuti

Durante la conferenza Slush, alcune importanti personalità dell’industria videoludica hanno dato una loro previsione sull’andamento del 2018. Il CEO di Paradox, ovvero Fredrik Wester, ha detto che nel 2018 i veri vincitori saranno i giocatori, mentre la Realtà Virtuale sarà la sicura perdente. Wester ha dichiarato che nel 2018 gli utenti si riprenderanno il potere, ed useranno quest’ultimo per combattere le aggressive pratiche di monetizzazione adottate recentemente dall’industria. Ecco le sue parole:

Il 2018 sarà l’anno in cui i videogiocatori riprenderanno in mano il potere. Lo stiamo vedendo proprio ora, grazie al dibattito delle loot box che EA ha voluto introdurre in Star Wars Battlefront II. Penso che lo stiamo vedendo in varie occasioni. Serve più trasparenza. Dobbiamo scegliere il modello di business da adottare, insieme ai giocatori e non sbatterglielo in faccia. Tutto ciò diventerà sicuramente più evidente nel prossimo anno.

Wester fa ovviamente riferimento anche ad altri casi in cui un titolo AAA ha implementato microtransazioni e scatole premio al suo interno, basti pensare alla Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra e Destiny 2. Ma non è finita qui, poiché Wester ha continuato in questo modo parlando della VR:

Se hai un HTC Vive o un altro visore, hai un dispositivo di fascia alta, molto costoso, molto pesante e non sei libero di muoverti. Questo è lo stato attuale della VR ed ecco perché il mercato di massa fa fatica a prendere piede. Le persone parlano anche di mettersi un telefono di fronte agli occhi. Questo è un altro passo indietro rispetto al Vive, ancora più difficile da accettare. Si allontana ancora di più dal concetto ideale di Realtà Virtuale. Date alla VR altri 5 anni e potrebbe anche essere un successo, ma nel 2018 sarà morta stecchita.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.