Un Uomo Tranquillo – Recensione del nuovo action con Liam Neeson

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 6 minuti
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Un Uomo Tranquillo

Liam Neeson è da semrpe un attore capace di farci vivere forti emozioni: dalla fantascienza con Star Wars, alla commedia con Love Actually fino all’azione più sfrenata con Taken – Io Vi Troverò. Fa ora il suo ritorno sul grande schermo con Un Uomo Tranquillo, un film che ripresenta ancora una volta i punti forti dell’ultima pellicola da noi citata. Basterà questa formula che si è rivelata vincente a permettere a questo film di spiccare? Bando alle supposizioni: ecco come è andata!

Un Uomo Tranquillo

Tranquillo, forse troppo

Liam Neeson è nei panni di Nels, un signore che vive la vita modestamente e con rigore in una località sciistica americana. L’uomo lavora come spazzaneve, ma qui si ha a che fare con neve alta anche tre metri, e spalare una piccola “montagna” per rivelare la strada che le persone percorrono giorno dopo giorno non è certo un compito facile. Nels è sposato e ha una famiglia normale: un figlio che lavora all’aeroporto e una moglie che gli prepara la cena una volta tornato dal lavoro. Il protagonista sta per essere eletto Uomo dell’Anno nella sua cittadina e, essendo schivo e di poche parole, soffre un po’ la cosa. Il fatidico giorno arriva e, neanche a farlo apposta, durante il discorso di ringraziamento per il premio ricevuto, il figlio viene rapito e ucciso. Nels dopo aver scoperto l’accaduto viene informato che la morte del figlio è dovuta a un’overdose di eroina, ma qui si solleva subito un interrogativo: il figlio infatti non era un drogato, cosa sarà quindi successo e cosa farà la polizia?Ovviamente la moglie del protagonista la prende malissimo, e tende ad incolpare il marito di non essersi accorto che qualcosa non andava, ma l’uomo la rassicura convito che non ci fosse nulla che non andasse nel figlio. In generale qui inizia il film, senza svelarvi nulla. Un Uomo Tranquillo trascorre senza lode ma non è esente da infamia, perché se l’incipit della trama è interessante, la realizzazione ha del ridicolo, quasi tragicomico. Non aspettatevi voli pindarici o colpi di reni: c’è di mezzo droga e potere, come potrebbe andare a finire?

Un Uomo Tranquillo

Neve e tristezza

Liam Neeson non delude, come potrebbe? L’attore fa del suo meglio per mettere delle emozioni in una storia che non ne ha: purtroppo con un discreto insuccesso. Liam è ottimo: si dispera per la perdita del figlio, è arrabbiato e disperato e questo traspare dalle sue espressioni. Il problema sto intorno, nel contesto generale: sembra infatti tutto una presa in giro, come se di punto in bianco dovesse spuntare qualcuno con uno striscione che dice “scherzi a parte”. La scena dell’obitorio, quando Nels e la moglie vanno ad identificare il figlio è ridicola: un uomo alza il feretro con un sistema a pressione che cigola e dura talmente tanto che nel frattempo Liam si guarda intorno, quasi come a dire “ma davvero?” e traspare un palese imbarazzo dell’attore e non del proprio del personaggio. Quando un poliziotto chiede ai due se quello è loro figlio, i genitori dicono di si senza versare ne una lacrima ne far trasparire sconforto; a quel punto l’agente gli consegna una bustina con il cellulare, ma il problema sta proprio nel modo in cui avvengo le cose: il poliziotto è infatti fuori inquadratura e si vede solo il braccio che porge il sacchetto trasparente ai due coniugi e vi garantiamo che sembrava la consegna di un coniglietto peluche alle giostre oppure, la scena tipo “È vostro figlio? Bravi avete vinto un cellulare!”. Il “malvagio” della situazione è Tom Bateman che di sicuro sa interpretare bene il ricco spacciatore, ma il personaggio soffre di deficienza acuta, è ridicolizzato da solo, tiene al figlio al punto che non permette al ragazzino di mangiare nemmeno una merendina, vive un divorzio con la moglie m,a pare che questo non lo disturbi, anzi liquida la cosa molto celermente. In generale gli attori ci hanno convinto, è la regia che proprio non è andata.

Tarantino, vorrei ma non posso

Hans Petter Moland è la mano dietro la disastrosa regia de Un Uomo Tranquillo: in  generale il film sembra una grossa caricatura dei capolavori di Tarantino e c’è un motivo se uno dei due non si chiama come l’altro. La storia aveva del potenziale, ma è stata resa davvero malissimo a schermo, al punto da risultare una delusione inaspettata ma forse preannunciata. Come può un tranquillo spazzaneve trasformarsi nel più efferato killer vendicativo della storia? E sopratutto perché compare un immagine a sfondo nero e una bara ad ogni uccisione? Da qui la citazione a Tarantino. Il film è la caricatura di se stesso, sa di già visto e lo dimenticherete appena usciti dalla sala o, quantomeno, vorreste farlo.

Un Uomo Tranquillo
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.