Il mondo del cinema è pieno di reboot, spin-off e capitoli di vario genere, con risultati più o meno decenti. Quest’anno tornano sul grande schermo i robottoni: Bumblebee si presenta come uno spin-off prequel di quanto accaduto nei film di Michael Bay, ma sarà davvero riuscito a intrattenerci? L’assenza del regista storico avrà risollevato o affossato il brand? A voi la nostra disamina.
Stranger Robots
Su Cybertron la guerra tra Autobot e Decepticons imperversa ed i nostri eroi stanno tragicamente perdendo. Caduto il pianeta, il compito dei nostri robo-eroi sarà quello di dividersi per poi ritrovarsi. Sulla terra nel frattempo, una quasi diciottenne Charlie che ha perso il padre, cerca di convivere con una famiglia allargata: la madre ha ritrovato l’amore con un altro uomo, un nuovo fratello più piccolo in casa e la voglia di trovare la propria identità ed il proprio posto nel mondo. La ragazza si dimostra una vera frana nei rapporti interpersonali, mentre è un fenomeno come meccanico: questo la porterà, mentre cerca di riparare una vecchia Corvette, ad imbattersi nel Maggiolino Volkswagen più famoso di sempre. Il padrone dello sfascio dove si trova riposto Bumblebee regala a Charlie l’auto, a patto che lei riesca a rimettere in moto il “vecchio scassone”. Nel frattempo, la minaccia dei Decepticon sta per incombere sulla terra. Il film si dipana in poco più di due ore con molte meno esplosioni dei suoi predecessori, alternando scene d’azione a momenti decisamente più lenti. No, non ci ha convinto: l’assenza dei combattimenti marcati delle esplosioni e dell’azione forsennata rende il tutto molto più lento e denso, annoiando in diversi frangenti. Ancora una volta torniamo negli anni ’80, che sinceramente hanno stufato: se Stranger Things ha saputo riportare in auge agli occhi della massa una decade così importante, ad oggi il tutto pare alquanto ridondante, con una sorta di forzoso citazionismo e di una scelta della colonna sonora che ormai comincia a diventare ridondante e ripetitiva.
Vecchi Autobot, nuovi ragazzi
Il cambio di marcia sugli attori “umani” non riesce a convincerci: intendiamoci, gli attori non sbagliano sul set ma non riescono a calarsi nei panni richiesti dal film, dando sensazione di un ibrido tra sit-com per famiglie ed un action movie con i robottoni. John Cena sembra fuori contesto nei panni del militare di alto grado, la cui unica risposta ad un possibile contatto alieno è “abbattete il nemico”. Hailee Steinfeld (Charlie) risulta poco credibile nei panni della neo diciottenne ed il rapporto con Jorge Lendeborg Jr (Memo) tarda a far appassionare il pubblico, complice un rapporto con Bumblebee che va a sostituire quello paterno e che risulta fuori contesto per la tipologia di film che ci si aspetterebbe. Decepticon inutili: i due nemici del nostro Bumblebee non fanno altro che mostrarsi invincibili e superiori alla razza umana quando poi non riescono ad essere credibili, specialmente nelle scene d’azione che li riguardano. La scelta di sessualizzare i due Decepticon in una coppia uomo e donna con la predominanza femminile nella scelta del piano d’azione ed il “lavoro sporco” lasciato alla controparte, ci è sembrato eccessivamente stereotipato ed anche qui fuori contesto. Il film risulta in tutte le sue parti con il “freno tirato”, si ha sempre la percezione che stia per esplodere ed invece non accade.
Camaro e Corvette
Ennesimo flop lo fa la produzione: se da un lato si poteva azzardare a qualcosa di nuovo, il film risulta un ombra del primo lungometraggio di Bay, smorzando la scintilla che non riesce a brillare e facendo scadere il tutto nel “già vissuto”. Mancano i tratti caratteristici dei Transformers, manca l’azione e le scene esagerate che li hanno contraddistinti, in favore di un film che sfocia nella commedia per ragazzi, priva di quella “ignoranza americana” che piaceva ai fan. La crescita del personaggio di Charlie che supera il trauma della morte del padre è scontato quasi quanto la rivalità tra Camaro (cinematograficamente parlando, Bumblebee) e la Corvette che riesce a sistemare proprio per sottolineare l’accettazione della dipartita paterna. In sostanza, il film non riesce a convincere chi già conosce i precedenti lungometraggi, in generale si sente l’assenza dei protagonisti robotici, cosa che farà storcere non poco il naso agli appassionati della saga. In definitiva è un film senza troppe pretese, non equiparabile ai fasti del passato.