Sono passati più di quarant’anni da quando Michael Myers, l’Uomo Nero, ha trucidato cinque teenager nella notte di Halloween dopo essere fuggito dal manicomio dove ha vissuto dall’età di 6 anni dopo il primo orrendo omicidio della sorella. L’unica sopravvissuta della strage, Laurie Strode (interpretata ora come ieri da Jamie Lee Curtis, la prima scream queen del cinema nda), traumatizzata dall’esperienza, vive isolata da tutti in trepidante attesa che il suo predatore ritorni, così da poterlo uccidere definitivamente. Quando poi, come c’era da aspettarsi, il killer mascherato fugge alla legge per l’ennesima volta, sarà l’opportunità tanto attesa per Laurie di chiudere definitivamente con il passato e rimarginare rapporti con il presente.
John Carpenter non aveva la minima idea del successo che Halloween – La Notte delle Streghe (1978) – girato con un budget ridicolo di appena 300mila dollari e in appena 20 giorni – avrebbe avuto (40 milioni incassati e un indotto di 400 milioni con sette sequel e due reboot nda) né dell’impatto che avrebbe provocato sul cinema horror mondiale: dalla nascita della prima grande icona horror contemporanea, il folle assassino Mike Myers, l’instaurazione del genere slasher e la consacrazione di Jamie Lee Curtis (all’epoca appena diciannovenne) come eroina del genere.
Il diciassettesimo film della saga e sequel diretto del primo Halloween, diretto da David Gordon Green, ci rammenta tutta la grandezza del film di culto e tutta la pochezza dei tentativi di emularlo, con sequel tra il mediocre e il deprecabile e un reboot (per la regia di Rob Zombie nda) decisamente non richiesto. E’ un percorso nostalgico quello intrapreso dal regista, con la dovuta attenzione verso ciò che ha reso grande la saga, tra picchi di tensione, musica indimenticabile (firmata dallo stesso Carpenter) e una forte dose di violenza. Ma c’è poco altro. La citazione reverenziale va bene, ma il film e il suo linguaggio risulta anacronistico di fronte alle nuove forme della narrazione dell’orrore, senza contare l’assenza dell’atmosfera che ha reso grande il film originale. Tanti progetti riportano sul grande schermo film iconici del cinema horror (vedi per esempio IT di Andy Muschietti) ma alla citazione punto per punto associano un ridimensionamento di linguaggio e spazio per il pubblico di oggi.
Il tema della vittima che finalmente si vendica e combatte il suo aggressore sembra capitare a fagiolo nell’epoca del #metoo, ma va detto che il personaggio di Jamie Lee Curtis era un’eroina indipendente e coraggiosa prima che ciò fosse di moda.