Ebbene si: lo avete appena sussurrato nei vostri sogni più segreti, avete anche avuto paura di pronunciarlo ad alta voce ma il momento è finalmente giunto! Con Spider-Man Homecoming, il tessi-ragnatele più famoso dei fumetti approda nello stesso universo cinematografico che tutti amano, quello che volgarmente viene detto “degli Avengers“, ma che in realtà si chiama Marvel Cinecomic Universe o MCU per abbreviare. In molti, qualche anno fa, hanno strabuzzato gli occhi all’idea di un nuovo Uomo Ragno, pensando ancora di trovarsi di fronte la morte di Zio Ben, l’arrivo a scuola, i primi amori e i sacrifici per ottenere un costume; sappiate però che queste persone si sbagliarono allora e si mangeranno le mani oggi per non aver creduto possibile una rinascita: perché quello che la storia ci insegna è che nel mondo dei fumetti un personaggio può sempre redimersi, c’è sempre la possibilità della catarsi. Ebbene, se le rivisitazioni sono tipiche dei fumetti, non vedo perché non possa accadere anche al cinema!
Bimbo Ragno!
Quello che abbiamo di fronte in Spider-Man Homecoming, è un Peter Parker (Tom Holland) molto diverso da quelli a cui siamo abituati al cinema: lo stesso Iron Man/Tony Stark lo definì “bimbo ragno” in Captain America – Civil War. Il film ci proietta da subito in prima persona nel MCU, mettendoci nei panni di Peter Parker che affronta un viaggio in compagnia di Happy, l’autista personale di Tony Stark: il nostro punto di vista è un videolog che il ragazzo sta facendo dall’inizio del viaggio, proprio come farebbe un teenager oggi. La scena ci racconta il “dietro le quinte” di Civil War, facendoci conoscere da subito il carattere sbarazzino e divertente del nostro protagonista. Risolti i problemi relativi alla Guerra Civile, il nostro “Ragazzo Ragno” torna alla vita di tutti i giorni: scuola, amici e l’immancabile Zia May, interpretata da Marisa Tomei, una versione più sexy dell’adorabile zietta che siamo abituati a conoscere dalla carta stampata o dai film già visti al cinema. Senza svelarvi altro sulla trama, vi posso garantire che il film è un tassello che si incastra alla perfezione nel grande puzzle dei film previsti in questa fase del MCU, pensato per ragazzi ma sufficientemente godibile dagli adulti.
Tornare A Casa
Torniamo ancora una volta a New York, quasi casa per molti di noi, dato che l’abbiamo vissuta nell’infinità dei film ambientati nella grande mela, oltre ad averla amata nelle serie TV che accompagnano i film al cinema del MCU. La città in Spider-Man Homecoming è una delle protagoniste silenziose del film, con tutti i suoi lavoratori, persone indaffarate e bisognose di aiuto. L’ambientazione è coerente con lo spirito del film, non cupa e dura come la New York dipinta nell’ultimo The Amazing Spider-Man quanto piuttosto una vera amica che ti insegna come vivere. Impossibile non fare un confronto con le due pellicole di Marc Webb: senza scendere nei dettagli, posso dirvi che la netta differenza fra la serie The Amazing Spiderman e Spider-Man Homecoming è la stessa che passa tra la finale di Champions League e La Partita del Cuore; da un lato i primi due capitoli di Amazing Spider-Man, affrontano la storia del Testaditela da un punto di vista adulto, a tinte forti ed oscure, dall’altro lato in Spider-Man Homecoming troviamo tutta l’allegria e lo Humor tipico dei film Marvel Studios, proiettando una luce scanzonata e divertente sul protagonista della pellicola, garantendoci un paio d’ore spensierate e di puro intrattenimento. Dal punto di vista recitativo, Tom Holland nei panni di questo Peter Parker/Spider-Man è ottimo: battute al punto giusto, coerente dall’inizio alla fine della pellicola e mai banale. Michael Keaton potrei definirlo il vero attore da cinecomic: dopo essere stato il Batman di Tim Burton, dopo aver portato alla luce un capolavoro come Birdman, cosa posso dire di questo istrione? Perfetto in ogni momento. Laura Harrier nei panni della bella Liz Allen, è ottima: forse le è stato dato poco spazio in termini di presenza ma quando la ragazza è a schermo, non delude affatto.
Iron Spider!
La presenza di Tony Stark è davvero preponderante: lo stesso costume dell’Uomo Ragno, confezionato dalle Stark Industries, rende il protagonista del film una sorta di miscela divertente tra Iron Man e Spider-Man appunto. Forte di un arsenale immenso, il costume dello Spider-Boy ha un collegamento diretto con i sistemi Stark, da qui potete ben immaginare le potenzialità che ne derivano, come oltre cinquecento combinazioni di ragnatele lanciabili, una modalità spionaggio e perfino una modalità “uccisione rapida” con tanto di citazione ai fumetti che i più esperti coglieranno, grazie al cambio rapido degli occhi della maschera. Il film ha tutto quel che serve per funzionare, se lo si guarda come un film per ragazzi: non è un prodotto pensato per gli adulti, lo si evince da tante cose ma tolto questo, è godibile a tutte le età, specialmente se ci si vuole rilassare. Ho trovato leggermente forzata la citazione al film Il Re Leone, ma d’altronde già in Avengers Age of Ultron c’erano citazioni disneyane, legando il personaggio di Ultron a Pinocchio. Il film è un ottimo prodotto, che strizza l’occhio al passato e permette di vedere come sarebbe Spider-Man con un milionario alle spalle. Piacerà sicuramente ai ragazzi e verrà apprezzato da chi ama il protagonista. Da non perdere le due scene finali dopo i titoli di coda, in puro stile Marvel Studios.