Denis Dyack racconta al GameRome la sua visione del videogioco del futuro!

Mariano "xTheDeathx" Bonaccorsi
Di Mariano "xTheDeathx" Bonaccorsi News Lettura da 6 minuti

Il GameRome – La Città dei Videogiochi è ufficialmente iniziato e tra i grandi momenti della giornata odierna, abbiamo avuto modo di partecipare con gioia ed interesse alla conferenza tenuta da Denis Dyack, Chief Creative Officer di Quantum Entanglement Entertainment e creatore di titoli come lo stesso Blood Omen: Legacy of Kain e Eternal Darkness. Con un caloroso benvenuto, ha accolto tutti i partecipanti, ma subito Dyack è andato al sodo e ha iniziato a parlare dei vari aspetti che oggi caratterizzano un videogioco.

You have enemies? Good. That means you’ve stood up for something sometime in your life. – Winston Churchill

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Dopo aver raccontato il suo ruolo e di quello di cui si occupa l’azienda Quantum Entanglement Entertainment (per maggiori informazioni vi rimandiamo direttamente al sito ufficiale), sottolineando come questa combini insieme il mondo dei videogiochi, della Televisione e dei Film, ha rivolto ai presenti una domanda cruciale:

Cosa sperate di trovare nel futuro dei videogiochi?

Una prima risposta è arrivata da una sua personale riflessione, affermando come tutto il potere necessario per il successo sia nella propria testa e come senza quello non si possa far niente. L’intera conferenza si è concentrata sul concetto di “videogioco come autentica forma d’Arte“, un fondamento essenziale per scavare in profondità e conoscere la poetica all’interno del mondo videoludico. Qual è però il fattore più importante in un gioco allora?

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Un’attenta analisi, che ha fatto da filo conduttore per tutta la durata della conferenza, ha messo in evidenza come tra i cinque fattori che principalmente compongono un gioco (sonoro, video, tecnologia usata, gameplay e storia), nessuna di queste sia effettivamente l’elemento chiave per poter essere definito come “principale”. Basti pensare alle molteplicità di titoli conosciuti che offrono modalità di gameplay diametralmente opposte tra loro, ma allo stesso tempo accattivanti e coinvolgenti; o alla storia e a titoli come Candy Crush, che hanno saputo entrare nelle case dei casual gamer (su mobile) senza bisogno di una minima traccia di trama. E se per molti, il comparto grafico domina sugli altri fattori, in realtà, con un interessante confronto, Dyack ha evidenziato come Battlefield 1, dalla grafica spettacolare, sia apprezzato in numero tanto quanto non lo sia Minecraft, noto per la sua grafica caratteristica molto pixellata. Dunque a conclusione, non è possibile sviluppare un videogioco, curando i vari settori a reparto stagno, ma è fondamentale riuscire a trovare un equilibrio e un connubio tra tutte le varie forze messe in gioco.

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Parliamo del cosiddetto “Engagement”, un insieme di Arte, Sonoro, Gameplay, Tecnologia e Storia, in cui il risultato finale si mostra essere l’unione di tutte quante le conoscenze a propria disposizione nel campo videoludico, ed è proprio la fusione di tutto ciò a rendere un titolo realmente perfetto. Andando avanti, Dyack si è soffermato su come il modo di realizzare videogiochi stia cambiando, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie messe in campo (come il VR), con l’utilizzo di apparecchiature meno costose di quanto non lo siano state in passato. Tra le varie schede proposte, una interessante ha mostrato come lo sviluppo (in termine monetario) del gaming su mobile (smartphone & co.) sia incrementato tantissimo nell’ultimo decennio, stimato anche a triplicare quello su console nel 2018. Infinite, uno degli ultimi aspetti trattati è stato il ruolo che attualmente la community di gioco ricopre, che diventa punto di riferimento e di spunto di lavoro per il Design del titolo.

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Tra le domande finali, due in particolar modo mi hanno colpito: nella prima è stato chiesto a Dyack, su quale caratteristica deve concentrarsi un Game Designer, per assicurarsi poi che il gioco sia apprezzato dal pubblico? Una risposta ben precisa non è arrivata, l’unica soluzione possibile infatti è quella di metterci tutta la propria passione durante la sua realizzazione. E la seconda, se sulla scia di MMORPG, come League of Legends, il mercato futuro dei videogiochi si concentrerà esclusivamente sul reparto multiplayer o meno. Come prevedibile, Dyack ha affermato che i titoli online di questo genere non saranno gli unici presenti, proprio perché il videogioco nasce anche per rispondere alle diverse esigente che ogni giocatore ha.

E voi cosa ne pensate? In attesa delle vostre risposte e di una prossima intervista a Dyack sulle nostre pagine, vi invitiamo a continuare a seguirci per i futuri aggiornamenti sulla prima edizione di GameRome, e se passate fate un salto a salutarci. Ricordiamo che l’evento è interamente gratuito a Parco Leonardo, che terrà fino a domenica 13 novembre. In quanti di voi ci sarete?

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Avvicinatosi al mondo videoludico tenendo in mano la sua prima console, una PSP Slim & Light, xTheDeathx inizia la sua vera avventura solo nel 2011 su PlayStation 3 e come cacciatore accanito di trofei. Riempita la sua bacheca di Platini, continua la sua avventura anche su PC sotto il nick di WhiteBlackDeath, tra un pad e una tastiera in compagnia di amici e tanto sano divertimento.