Magnum Opus: The Great Work è un gioco di Lionel Borg, pubblicato nel 2020 da Bragelonne Games. Giocabile in circa 30 minuti da 2-5 giocatori, il titolo si presta anche ad una fascia di età leggermente più giovane rispetto ai 12 anni indicati sulla scatola.
Prima di continuare con la recensione, vi consigliamo di guardare il nostro video unboxing del titolo:
Ambientazione e Materiali
Ambientato a Praga in era asburgica, Magnum Opus: The Great Work ci fa rivestire i panni di alchimisti intenti nella creazione di pozioni. Nel corso della partita avremo la possibilità di influenzare diversi personaggi della città, chiedendo finanziamenti per il nostro lavoro o sfruttando le loro abilità per acquistare gli ingredienti. Non mancheranno i colpi bassi, dato che alcune personalità sono in grado di modificare gli equilibri in gioco ed interagire con i personaggi degli avversari.
Le illustrazioni di Arnaud Demaegd che rappresentano luoghi e personaggi della città si rifanno ai dipinti dell’epoca e riescono perfettamente a farci calare nell’ambientazione del gioco.
Va menzionata la presenza di un Ouroboros in metallo, di ottima fattura e ben dettagliato, utilizzato nel corso della partita per “bloccare” il mazzo che non si trova in mano ai giocatori. La qualità dell’oggetto ci ha meravigliato, al punto che abbiamo deciso di tenerlo in bella vista sulla nostra scrivania.
Meccaniche di Magnum Opus: The Great Work
Ognuno dei 5 round di una partita a Magnum Opus: The Great Work inizia con il draft dei personaggi, che i giocatori piazzeranno davanti a loro.
Ogni carta-personaggio riporta un numero e delle abilità: terminata la fase di draft, tutti i numeri (a partire dall’1) vengono chiamati in ordine. Per ciascun numero, soltanto il giocatore che ne possiede la maggioranza di carte potrà beneficiare dell’abilità relativa e quindi interferire con i personaggi non ancora “chiamati”, ottenere monete o accedere ad uno dei due luoghi (il “vicolo d’oro” e l’orologio astronomico di Praga) per acquistare ingredienti.
Le altre carte rappresentano le formule alchemiche: si tratta di combinazioni di ingredienti che, se ottenuti, ci garantiranno punti vittoria alla fine della partita.
Dal momento che le carte vengono draftate coperte, la meccanica della maggioranza innesca dinamiche interessanti: se stiamo puntando ad un preciso personaggio non potremo mai sapere con certezza quanti giocatori lo stiano selezionando a loro volta. Ad ogni turno, dovremo decidere se concentrarci su pochi personaggi (prendendo molte carte uguali fra loro) oppure sceglierne tanti diversi, sperando di riuscire ad attivarne il più possibile durante il turno. Tante carte uguali assicurano la maggioranza necessaria ad attivarle ma non ci permetteranno di fare altro ed anzi, offriranno molta libertà di azione ai nostri avversari.
Considerazioni
Il titolo offre un feeling molto simile a Citadels di Bruno Faidutti. Anche qui, infatti, i giocatori cercano di indovinare le mosse degli avversari e prendere le adeguate contromisure. Il draft di Magnum Opus però utilizza più mazzi-personaggio anziché uno soltanto, riuscendo ad eliminare i tempi morti spesso presenti nelle partite di Citadels con i player count più alti.
La presenza di una carta-formula nascosta per ciascun giocatore garantisce un esito incerto fino al termine di ogni game. La partita scorre fluida con qualsiasi numero di partecipanti (scalando bene anche in due, ed è una delle caratteristiche che ci è piaciuta maggiormente), ci siamo divertiti nel testarlo in partite da 2, 3, 4 e 5 giocatori. In ogni run abbiamo utilizzato diverse strategie cercando di intercettare o anticipare i nostri avversari, sempre con grande soddisfazione.
Se siete interessati al titolo, vi lasciamo il link alla pagina ufficiale del gioco. Non dimenticatevi di mettere like alla nostra pagina facebook per ricevere i nostri aggiornamenti.