Cosa decreta il successo o il fallimento di una console? [Seconda parte]

Damiano "Xenom" Pauciullo
Di Damiano "Xenom" Pauciullo Lettura da 13 minuti

Eccoci alla seconda parte di un percorso che ci porta a conoscere più approfonditamente la storia, i numeri e le curiosità sulle console di vecchia generazione, fino ad arrivare alle ultime arrivate. Nella prima parte avevamo trattato le console degli anni ’90, in cui alle storiche Nintendo con il Nintendo 64 e Sega con il suo Saturn, per la prima volta si accosta una nuova rivale: Sony, che con la sua Playstation risulterà subito la vincitrice del mercato.

console_wars

Con le vecchie console avevamo avuto, per la prima volta nella storia, videogiochi con grafica 3D: il grande passo era stato ormai fatto, le nuove console non potevano far altro che migliorare ancor di più la grafica sfruttando i nuovi processori con il doppio dei bit (si passa dai 64 ai 128) e trascinare i videogiocatori in nuove, fantastiche avventure.

Gli anni 2000

La prima a lanciare la sua nuova console fu proprio Sega, anche perché era quella che più di tutte avrebbe dovuto “rifarsi” del poco successo che aveva avuto il Saturn. Per questo motivo, nel 1998, la casa giapponese lancia sul mercato una nuova, incredibile console: il Dreamcast, che darà ufficialmente inizio alla 6a generazione di console. Memore di ciò che aveva scaturito il poco supporto delle terze parti verso il Saturn, ovvero la sì grande potenza grafica rispetto alle concorrenti, ma dovuta ad un’architettura troppo complessa per l’epoca che rendeva lo sviluppo di giochi difficoltoso, Sega questa volta produsse una console al passo con i tempi, con un’architettura molto più semplice ma allo stesso tempo che potesse dare risultati grafici sorprendenti.

DreamcastConsole

Il Dreamcast, infatti, era capace di calcoli grafici che nessuna delle console rivali, delle quali parleremo tra poco, era in grado di supportare; per la prima volta era stato introdotto un filtro anti-aliasing per permettere una riproduzione dei contenuti 3D con la massima pulizia grafica, era incorporata nella stessa console un modem a 56k (in Europa a 33,6k) che permetteva l’utilizzo di servizi e di giochi via internet, senza l’acquisto di periferiche addizionali. Inoltre giochi come Soul Calibur e i due Sonic Adventure, solo per citare i più famosi, diedero alla console un ottimo successo globale. Purtroppo, però, non tutto andò come sarebbe stato auspicabile dalla stessa Sega: le enormi risorse finanziarie utilizzate per il supporto del Saturn non permisero alla casa giapponese di supportare pienamente la propria console, limitando la produzione sia di hardware che software; inoltre l’entrata sul mercato del GameCube e della PlayStation 2 (soprattutto) portarono Sega al fallimento, decretando nel marzo del 2001 la fine di un’epoca, poiché il Dreamcast, dopo aver venduto 10.6 milioni di pezzi, sarà l’ultima console prodotta dalla casa di Sonic, che da quel momento si dedicò solo alla produzione di software in nome di third party.

Ma come spesso accade nella vita, il fallimento di qualcuno può incrementare il successo di un altro: questo è il caso di Sony con la sua PlayStation 2.

PS2

Cavalcando l’onda del successo che aveva avuto con la sua prima console, Sony decise di non cambiare il nome come è sempre stato fatto da Sega e Nintendo ad ogni cambio generazionale, ma di aggiungere semplicemente un “2”, per far capire subito al pubblico che si trattava del successore della console che tutto il mondo aveva amato negli anni addietro, la PlayStation. Nonostante questo, però, inizialmente la nuova console made in Sony ebbe dei problemi ad imporsi sul mercato: una produzione lenta, un iniziale costo molto elevato e una difficoltosa distribuzione nei mercati al di fuori del Giappone portarono la PlayStation 2 ad essere inseguitrice dell’allora in forma Dreamcast, che vendeva tantissimo. Ma la morte della console Sega, un nuovo kit di sviluppo dato alle software house che cominciarono a produrre giochi di qualità (ricordiamo, tra questi, i vari Final Fantasy, Metal Gear, Kingdom Hearts, Gran Turismo, Ratchet and Clank, Jak and Daxter, Devil May Cry), il design accattivante e la possibilità di leggere non solo i CD ma anche i DVD, portano la console ad essere amata dal grande pubblico, che cominciò ad associare il nome videogioco automaticamente a quello di PlayStation. In quanto a potenza bruta, tra le console della 6a generazione la console Sony era quella meno dotata, per quanto comunque permettesse di raggiungere standard grafici elevati, e la sua enorme diffusione portò sempre più software house a sviluppare giochi su di essa; alla fine, si sa, sono i giochi la forza di una console. Nel 2004 la console aveva venduto ben 70 milioni di pezzi nel mondo e sembrava avesse raggiunto un numero saturo, poiché le vendite si stabilizzarono sempre più, ma l’uscita di un gioco e della “nuova” PS2 Slim portò il rilancio della console Sony: grazie a GTA San Andreas e alla nuova versione della console, la Sony riuscì a raggiungere l’incredibile risultato di 140 milioni di console vendute nel mondo, affidando alla PS2 il titolo di console più venduta della storia. Il successo fu così grande che la produzione è continuata fino al 2012, mentre era in corso la 7a generazione di console, fino a cessare definitivamente il 28 dicembre 2012.

Nel frattempo Nintendo non stava di certo a guardare: il suo Nintendo 64 aveva avuto un buon successo, ma nulla in confronto ai risultati eccellenti avuti da Sony con la sua PlayStation. Il 14 settembre 2001 Nintendo lancia sul mercato il GameCube.

GameCube

Dalla forma di un cubo (dalla quale prende il nome), il GameCube era un piccolo concentrato di tecnologia: tra le console di 6a generazione era la più piccola ma, nonostante questo, aveva una potenza di calcolo superiore alla PlayStation 2. L’errore grave che non consentì al Nintendo 64 di sfondare sul mercato fu lo scarso supporto delle terze parti dovuto all’uso delle cartucce come supporto di gioco, molto più costose rispetto ai CD-ROM utilizzati dalla console Sony. Per questo Nintendo cercò di rimediare abbandonando per la prima volta nella sua storia le cartucce e adottando un formato cd proprietario, per lottare ancora contro la pirateria. La casa giapponese sapeva di partire svantaggiata, per questo lanciò sul mercato la console con una line up di tutto rispetto: non possiamo non citare l’innovativo Luigi’s Mansion, Pikmin ma soprattutto il nuovo Super Smash Bros. Malee, gioco picchiaduro atipico, in cui in un’arena si affrontano tutti i principali personaggi Nintendo che hanno fatto la storia dei videogiochi. Ma oltre alle sue IP più famose (Nintendo poteva contare su The Legend of Zelda, Mario, Star Fox, F-Zero, Kirby, Metroid, Animal Crossing, Fire Emblem), non bisogna dimenticare che la grande N è sempre stata leader in ambito console portatili, quindi perché non sfruttare quest’ultime? Ed infatti per la prima volta fu possibile collegare la contemporanea console portatile, allora il GameBoy Advance, alla console casalinga, per poter sfruttare in alcuni giochi dei bonus speciali. Sempre in ambito innovazioni, non si può non citare il WaveBird: prodotto dalla stessa Nintendo, per la prima volta una console casalinga aveva un controller senza fili, che lasciava il videogiocatore libero dai cavi, ma succube delle batterie che si scaricavano con poche ore di gioco. Alla fine il GameCube può vantare 21,74 milioni di unità vendute nel mondo, un risultato di certo non negativo, ma nemmeno così positivo come sperava Nintendo. Nonostante i rapporti con le terze parti, dopo il distacco dell’era N64, erano stati ricuciti, l’enorme successo della PlayStation 2 aveva ormai portato tutto l’interesse sulla console Sony, che potette vantare, in generale, dei migliori giochi usciti in quella generazione di console.

Per anni Sega e Nintendo si erano scontrate per decretare chi fosse la migliore, nella generazione precedente si era inserita Sony; in questa è il turno di un altro colosso tecnologico, Microsoft, che il 15 novembre 2001 entra nel mercato videoludico con la sua Xbox.

Xbox-Console-Set

 

Nonostante Microsoft avesse già collaborato con Sega per portare una versione modificata ad hoc di Windows su Dreamcast, mai una console era stata basata su un OS “nato” su pc: per questo motivo, infatti, l’Xbox era la più potente console della generazione, potendo raggiungere limiti che nessun’altra console avrebbe supportato, nonostante, comunque, non tutta la potenza della console fu mai sfruttata a dovere. Tutta questa potenza, però, era accompagnata da un grande ingombro: tra le critiche attribuite a Microsoft, infatti, c’è proprio la grandezza della console e del suo controller, così grande da risultare difficilmente usabile da chi non aveva mani davvero grandi. Errori di gioventù, che però venivano accompagnati da altre grandi innovazioni: per la prima volta infatti l’Xbox portava in una console un hard disk interno e un lettore ROM, che portavano la console ad essere molto simile ad un computer, ma sicuramente meno ingombrante. L’esperienza in ambito computer ha aiutato la Microsoft a creare il primo grande ecosistema online: nel novembre del 2002 nasce Xbox Live, servizio online in cui i videogiocatori potevano iscriversi e sfidare i giocatori nel mondo, il tutto mentre si è seduti comodamente a casa grazie ad una connessione internet. La grande esperienza in ambito hardware, però, non poteva essere sfruttata in ambito software, infatti la console del colosso americano non godeva di numerose esclusive come Sony ma soprattutto Nintendo: tra quelle più importanti, comunque, meritano sicuramente di essere citati la saga di Halo, che diventerà il vero simbolo videoludico di Microsoft (un po’ come Mario con Nintendo e, all’epoca, Crash con Sony) e Forza Motorsport, primo vero grande rivale della storica saga di Gran Turismo per console Sony. Arrivati a maggio del 2006, anno in cui la console viene completamente rimpiazzata dalla successiva Xbox 360, la prima console Microsoft ha venduto 24,65 milioni di console, un risultato discreto, di poco superiore a quello raggiunto da Nintendo con il GameCube ma di gran lunga inferiore ai 140 milioni di PlayStation 2 vendute da Sony.

Con la 6a generazione di console abbiamo assistito ad una vera svolta in ambito videoludico: la fine di Sega come produttore di console, una Nintendo che ancora arranca e fa fatica a raggiungere numeri che possano spaventare la concorrenza, l’entrata di Microsoft con un’ottima console ma che non riesce minimamente a scalfire il successo di Sony che, con la sua PlayStation 2, si rinnova come vincitrice della console war.

 

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Videogiocatore da quando aveva 3 anni grazie ad un bel GameBoy rosso fiammante, si chiede ancora come facesse a quell'età a completare i giochi. Predilige i platform (soprattutto se come protagonista hanno un idraulico baffuto) e i giochi d'avventura (ma solo se il personaggio ha una tunica verde); diciamo che quel 23 settembre del 1889 avevano previsto la sua nascita, fondando quindi la Nintendo.