Rise of the Ronin – Recensione, un Giappone da esplorare

Abbiamo visitato il Giappone raccontato in Rise of the Ronin, il nuovo titolo in uscita su PlayStation: ecco la nostra recensione del gioco.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 8 minuti
8.5
Rise of the Ronin

Le mode vanno e vengono, i trend si gonfiano e poi sgonfiano, ma se c’è un qualcosa che non perderà mai il suo fascino, questi sono il Giappone e la sua cultura. Non si tratta di quel classico e spesso abusato intento di raccontare cose al di fuori del proprio mondo solo per il gusto di farlo, ma proprio una sana e robusta voglia di far conoscere qualcosa di oggettivamente interessante. Per questo ogni gioco al quale ci affacciamo, come Rise of the Ronin, ci lascia sempre un po’ con quegli occhi da sognatori. Ad un certo punto però, serve fare i conti con la realtà: vediamo quindi questo nuovo titolo nella nostra recensione.

Dove ci troviamo?

la storia di Rise of the Ronin inizia nel Giappone feudale del 1853, un periodo storico affascinante caratterizzato dall’apertura dei porti al commercio con l’Occidente. Questo contesto storico ricco di tradizioni e intrighi politici offre uno sfondo perfetto per un’avventura epica e coinvolgente. I giocatori avranno l’opportunità di esplorare i paesaggi mozzafiato del Giappone, dai maestosi castelli alle antiche foreste, immergendosi completamente nella cultura e nei costumi dell’epoca. Il gioco inoltre introduce il giocatore a un mondo pieno di riferimenti storici e personaggi importanti realmente esistiti, offrendo così un contesto autentico e coinvolgente. Attraverso incontri e avventure, i giocatori avranno l’opportunità di esplorare ed interagire con eventi significativi che hanno plasmato l’epoca.

All’interno del gioco vestiremo i panni di una Lama Velata, guerriero/a del clan Kurosu addestrato per combattere in coppia con la sua Lama Gemella, ma che per motivi che non stiamo qui a dirvi dovrà allontanarsi dal suo clan e intraprendere un viaggio in solitario, da Ronin, per raggiungere il suo obiettivo. L’incipit della trama, seppur non troppo brillante, è comunque talmente interessante da non richiedere spoiler in questa recensione.

Nonostante tutto, anche se l’ambientazione si presta molto bene a racconti di questo tipo, la trama non brilla eccezionalmente: si parla a tutti gli effetti di una serie di cliché non troppo chiari, che non riescono a superare la barriera dell’incredulità e lasciano ogni tanto con l’amaro in bocca, qualcosa che sicuramente una scrittura più certosina avrebbe potuto evitare, ma che non rovina così tanto l’insieme delle cose.

Crea la tua lama

Rise of the Ronin presenta un editor del personaggio molto ben fatto: nonostante non abbiamo tanti tratti estetici da poter sistemare, l’insieme delle cose permette di creare personaggi intriganti, con la possibilità di renderli caratteristici in pochi passi.

Anche nel combattimento ci saranno vari gradi di personalizzazione: iniziando dalle armi, che daranno diversi pattern d’attacco, fino all’equipaggiamento, il vostro eroe avrà modo di differenziarsi in tutto e per tutto. Il problema sulle armi – che gli amanti di Nioh già conosceranno bene – riguarda la mole: nel corso dell’avventura starete molto tempo, meno di quanto avete fatto in passato con i giochi di Team Ninja, ma comunque abbastanza, a cambiare armi e ad aggiornare il vostro arsenale. Se a prima vista potrebbe sembrare interessante, in realtà questa cosa nel lungo periodo potrebbe diventare un rallentamento inutile.

A chiudere il tutto, infine, dei punti abilità, che permetteranno di personalizzare anche gli attacchi e le skill del vostro personaggio, di fatto rendendo il comparto GDR ben strutturato, un passo avanti di netto rispetto ai predecessori spirituali.

Un mondo da esplorare

Il gioco splende al massimo però nelle attività di gioco disponibili: non si tratta di chissà quale struttura innovativa, considerato che tutte le missioni che incontrerete nel vostro cammino su questo open world saranno abbastanza standard, eppure il tutto risulta divertente.

Le varie attività si integrano perfettamente con la storia e l’avanzamento del personaggio, i punti segreti da esplorare sono interessanti e divertenti da scoprire, e le aggiunte come la Nagaya, un hub dove potrete gestire delle missioni “assegnabili” e personalizzare l’equipaggiamento, oppure la presenza di un sistema di reputazione, rende il già complesso sistema ancora più articolato, in senso positivo.

Tutto viene poi accompagnato da una modalità cooperativa, che potrete usare sia nelle missioni principali che secondarie, e farlo con amici della vostra lista, con il sistema di matchmaking integrato nel gioco, o lasciare tutto alla IA.

Una delle caratteristiche distintive di Rise of the Ronin è il sistema di reputazione e karma, che influenzano il rapporto del giocatore con le diverse fazioni e le zone del gioco. Le azioni compiute durante l’avventura avranno conseguenze dirette sulla reputazione del personaggio, determinando il suo status e l’accoglienza nelle varie comunità. Il karma, a sua volta, rappresenta in modo particolare quello che è il nostro legame con le varie regioni del Giappone in cui compiremo delle imprese, e più il nostro legame si rafforzerà, più avremo dei benefici.

Tecnicamente, il titolo non splende, ma non è neanche da affossare: graficamente ben fatto, fluido in modalità performance, c’è da dire però che non ci sono tanti dettagli interessanti lato estetico capaci da lasciare con il wow in bocca, ma sembra quasi intenzionale come cosa. Se infatti titoli diversi puntano sul mostrare dettagli qualitativamente elevati, in modo da rendere il tutto così strabiliante da conquistare lo sguardo, al contrario Rise of the Ronin punta sullo scheletro, le fondamenta, ciò che rende il gioco bilanciato non perfettamente, ma in un ottimo modo.

Rise of the Ronin sfrutta le potenzialità del controller DualSense per offrire un’esperienza immersiva e tattile. La vibrazione adattiva e i grilletti adattivi aggiungono profondità alle interazioni di gioco, amplificando le sensazioni durante le battaglie e le esplorazioni. Inoltre, la modalità fotografia permette ai giocatori di catturare e condividere momenti memorabili del loro viaggio nel Giappone feudale, aggiungendo un elemento creativo e condivisibile all’esperienza di gioco.

Il titolo è infine localizzato in italiano, anche per quanto riguarda il doppiaggio: se però la traduzione della parte scritta è ben fatta, purtroppo il parlato non è così tanto funzionante, avendo piccoli problemi dovuti ai dialoghi, non paragonabili ai grandi mostri sacri degli errori fatti nel doppiaggio, ma nemmeno così brillanti come visti in altre produzioni uscite per PlayStation.

Rise of the Ronin
8.5
Voto 8.5
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.