Uno degli sport più seguiti negli USA è quello delle arti marziali miste, lo sport da ring ottagonale che comprende diversi stili di lotta, dal pugilato fino al Taekwondo, passando per il Karate. Gli atleti di MMA più rappresentativi sono tutti sotto l’egida della UFC, l’etichetta – e lega sportiva – più famosa al mondo se si parla di combattimenti all’interno di una gabbia.
Ovviamente qui in Europa (e quindi anche in Italia) la situazione è diversa, solo da pochi anni i pay-per-view della UFC vengono trasmessi anche in Italia, cosa che non ha favorito moltissimo il fiorire di questo sport nel nostro paese. Ma se è vero che i diritti televisivi qui arrivano sempre in ritardo, non si può dire lo stesso per le licenze videoludiche: è infatti già dal 2011 che diverse software house portano nei nostri salotti titoli sulle arti marziali miste, con Electronic Arts ultima in ordine cronologico a sfruttare i diritti di UFC, ora con l’uscita di questo EA Sports UFC 5 che analizziamo in recensione.
Saliamo sul ring!
Il nuovo titolo si presenta, insieme a gran parte dei giochi sportivi editi dall’azienda americana, come una simulazione che si promette di immergere il più possibile gli utenti in quello che si sta giocando. Questa condizione, a cui il gioco vi sottoporrà, bisogna accettarla in pieno, In caso contrario finirete per odiare tutta l’esperienza, nonché la curva d’apprendimento a dir poco vertiginosa (se non siete pratici di giochi del genere). Il titolo è davvero ostico per i neofiti, e non si può nascondere che per chi prova per la prima volta un gameplay come quello di UFC 5 ne rimarrà sicuramente spiazzato. Del resto, parliamo di 64mila possibili combinazioni, per offrire un maggiore realismo dell’azione, che poco non è.
I comandi del gioco, quindi, vengono permutati a seconda della situazione: i quattro pulsanti frontali vengono usati per pugni e calci, mentre i dorsali sono tutti impiegati per varie “stance”: i dorsali sinistri, combinati con pugni o calci, permettono di colpire il corpo piuttosto che la mandibola, o accedere a colpi avanzati, che sono in genere più potenti di quelli normali, ma prevedibili, e quindi consigliabili solo in situazione di estremo vantaggio per chiudere una contesa. I dorsali destri invece servono a coprire il corpo o il viso a seconda del tasto premuto, questo perché le parate, o parry, richiedono più precisione, dato che bisogna coadiuvarli con i soliti tasti frontali.
Lo spirito altamente simulativo della produzione EA Sports, infatti, si riflette anche sui danni al corpo, soprattutto nei primissimi minuti, i quali si rigenerano se per un po’ non si viene colpiti. Tutto questo insieme di paletti che il gioco vi pone, altro non fa che rendervi consapevoli di ciò di cui parlavamo all’inizio: siamo di fronte ad una simulazione, dunque non aspettatevi di poter chiudere i match sempre per KO tecnico: dovrete cercare di essere il più efficaci possibile soprattutto in attacco, dato che ogni colpo sbagliato condiziona poi il verdetto finale in caso di tempo scaduto.
Sebbene all’inizio non sia facilissimo capire come bisogna procedere, dopo un po’ di pratica si padroneggeranno sempre di più le mosse, così come tutto il sistema di controllo in generale che, al netto della sua complessità, si ossida subito nei fondamentali del gioco fino a diventare automatico, per affinare strategie via via sempre più appaganti.
Per quanto riguarda invece le modalità di gioco di UFC 5, si può e si deve fare un parallelismo con gli altri titoli sportivi di Electronic Arts: l’aggiunta al servizio live offre nuove caratteristiche e sfide incentrate sugli eventi UFC del mondo reale, andando di pari passo all’aggiornamento della modalità Carriera online, la quale comporta un matchmaking basato sulle abilità, la progressione delle divisioni e la caccia al titolo attraverso quattro divisioni.
Qualità da vendere
Infine, come abbiamo visto anche per EA Sports FC 24, anche in questo UFC 5 – mosso per la prima volta dal motore Frostbite – rappresenta il più grande salto in fatto di innovazione grafica da un titolo all’altro nella storia del franchise, grazie alle sembianze fotorealistiche dei lottatori e alle prestazioni di rendering ad alta velocità (rigorosamente a 60 fotogrammi al secondo). Anche i nuovi replay dei K.O. cinematografici catturano la fine dei combattimenti in tutta la loro potenza, con immagini visualizzate in super-slow motion che donano al tutto un taglio decisamente cinematografico.
A ciò vanno ad aggiungersi le Revamped Seamless Submissions, le quali ampliano il sistema di prese esistente con transizioni di animazione più rapide e l’eliminazione dei QTE. Nel precedente EA Sports UFC 4, il lato grafico era senza dubbio uno dei migliori aspetti del gioco, e anche per UFC 5 siamo su piani simili: i danni autentici hanno anche un effetto sul gameplay, con colpi ripetuti e mirati che possono portare a lesioni significative, deteriorando gli attributi di un combattente.
Così come i lottatori, anche le arene sono ben realizzate, sia negli ottagoni che negli spalti. Tuttavia, sebbene la mano esperta di EA Sports si faccia vedere, il fatto che l’illuminazione concentri l’azione sempre sui lottatori (similmente a ciò che si vede in TV), nasconde gran parte del pubblico presente nello sfondo (che comunque ci è sembrato abbastanza dinamico). Anche i combattenti virtuali generati nella carriera sono sempre credibili e al limite del fotorealismo.
A questo, infine, aggiungeteci una colonna sonora piena di tracce di un certo livello, il più delle quali totalmente originali, a cui si affianca come al solito la telecronaca, dinamica, sempre azzeccata e mai troppo ripetitiva, che non solo reagirà a ciò che succede nel ring, ma che riesce benissimo a diffondere l’adrenalina e i passaggi più influenti di un incontro.