Pikmin è uno di quei franchise che, in un modo o nell’altro, riesce sempre ad attirare il pubblico grazie a una semplice ma particolare idea. I due giochi originali della serie, usciti rispettivamente nel 2001 e nel 2004, hanno generato un vero e proprio fenomeno nella cultura pop videoludica. Magari non ha raggiunto la popolarità di altri franchise Nintendo come Super Mario o The Legend of Zelda, ma esiste un motivo se nel 2023 l’azienda giapponese ha riproposto Pikmin 1 + 2.
Quando un alieno deve imparare a guidare
Sviluppata dallo studio francese Nintendo European Research & Development, lo stesso che qualche anno fa ha realizzato Super Mario 3D All-Stars, questa collection include le versioni rimasterizzate dei primi due titoli della serie. L’idea è quella di fornire agli utenti Switch le stesse esperienze ideate dagli autori originali, senza stravolgere il tutto con elementi troppo moderni. Una decisione che aiuta a mantenere il più possibile quella visione stilistica di Shigeru Miyamoto e Takashi Tezuka, perdendo però la possibilità di effettuare migliorie di user experience all’avanguardia. Andiamo però con ordine, e approfondiamo quello che possiamo considerare l’inizio di una grande odissea.
Il primo Pikmin presenta una narrativa semplice e diretta, che fa della caratterizzazione del mondo il suo punto di forza. Il Capitano Olimar guida felicemente la sua Dolphin quando, sfortunatamente, si schianta contro un meteorite ed è costretto a effettuare un atterraggio di fortuna sul pianeta più vicino. Qui incontra delle piccole e particolari creature chiamate Pikmin che, per un motivo a lui sconosciuto, decidono di seguire fedelmente i suoi ordini. Inizia così un viaggio che lo porta a esplorare un pericoloso ambiente, alla ricerca dei trenta pezzi mancanti della sua astronave. Un compito che deve completare prima che le sue scorte di cibo si esauriscono, cose che stando ai suoi calcoli accadrà nel giro di trenta giorni.
Questo incipit di trama è tutto quello che l’opera ha bisogno. Non esistono complicati colpi di scena o forti momenti narrativi, e certamente la remastered non vuole cambiare le cose. Lo scopo originale è invece colpire il giocatore attraverso il mondo, la sua atmosfera e il gameplay. Le creature che popolano questo sconosciuto pianeta sono adorabili e affascinanti, ma rappresentano dei pericolosi predatori per il nostro protagonista e le sue piccole armate. Questo crea una sensazione d’impotenza nel giocatore, dove la completa conoscenza dell’ambiente determinerà o meno la sua sopravvivenza.
Conto alla rovescia
Il gioco è quasi definibile uno strategico in tempo reale, dove l’obiettivo è utilizzare tutto quello che il capitano ha a sua disposizione per superare ogni singola giornata. Il titolo non è mai estremamente difficile, ma la sfida sta proprio nel compiere il maggior numero di azioni nel minor tempo possibile, spingendo verso completismo e rigiocabilità, in un prodotto che è possibile finire in poche ore con un gran sorriso. Non bisogna poi dimenticare la modalità sfida, un’extra simpatico che mette ulteriormente alla prova le nostre abilità di comando.
All’interno di questa remastered sono presenti dei cambiamenti introdotti originalmente su Wii, specialmente il secondo capitolo. Ad esempio la possibilità di tornare dal menù del salvataggio alle giornate già affrontante per poter correggere i propri errori, o il modo in cui i Pikmin gialli mantengono le bombe/roccia una volta deselezionati.
Ci sono poi delle caratteristiche peculiari di questa versione Switch, come la risoluzione nativa a 1080p sul televisore e 720p in portabilità. Purtroppo l’aggiornamento delle texture è basilare, troppo, tanto che fanno sentire il peso degli anni soprattutto negli elementi ambientali, come il terreno. Alla fine ci si fa l’abitudine, ma non aspettatevi una grafica all’ultimo grido con Pikmin 1+2.
Il gameplay rimane comunque molto intuitivo e attuale, seppur i successivi episodi lo abbiano migliorato sotto quasi ogni punto di vista. Bisogna poi segnalare che alcuni bug sono rimasti, come Pikmin che senza motivo attraversano muri. Certo, le azioni imprevedibili delle creaturine fanno parte del loro fascino, ma alcuni errori erano più che correggibili. Niente da ridire per quanto riguardo l’ottimizzazione, visto che il gioco non presenta alcun genere di rallentamento o glitch di sorta. Interessante che in modalità portatile la batteria si scarichi piuttosto lentamente, garantendo sessioni ludiche piuttosto longeve.
In due si viaggia meglio
Il secondo gioco incluso nella collection è Pikmin 2, un titolo che è considerato controverso all’interno della sua community. Questo seguito decideva di seguire la formula del precedente ampliando notevolmente tutte le sue caratteristiche: tre nuove creature da poter comandare, nessun tempo limite per finire l’avventura, i Pikmin gialli con un’abilità inedita legata all’elettricità, la Piklopedia, vere e proprie boss battle oltre a quella finale, ambientazioni più variegate, modalità multiplayer, e molto altro. Il team di sviluppo originale si è sbizzarrito nell’introdurre così tanto che il contenuto è praticamente triplicato rispetto il primo capitolo, nel bene e nel male.
La maggior parte delle ore da affrontare nel gioco sono però nel sottosuolo, in una serie di dungeon generati proceduralmente. All’epoca della sua uscita questa caratteristica ha diviso completamente il pubblico, con chi ha amato questo approccio inaspettato e chi invece lo ha considerato una rovina. Bisogna ammettere che l’idea è sicuramente interessante, ma che al tempo stesso va a perdere tutti quegli elementi per cui la serie di Pikmin è diventata famosa.
Pikmin 2 rimane comunque un seguito curatissimo, migliorando ed espandendo il precedente in un’esperienza di grande valore. Perfino la narrazione ha ricevuto una maggiore attenzione da parte del team di sviluppo, con cutscene e messaggi testuali. Il gamplay, invece, si amplia con l’introduzione di due specifici obbiettivi principali: la raccolta del cibo e dei tesori. I primi servono per permettere ai nostri eroi di sopravvivere, i secondi per ottenere abbastanza soldi e impedire all’azienda per cui lavora Olimar di fallire.
Giochi splendidi, remastered pigra
Il lavoro di rimasterizzazione per il secondo episodio è praticamente identico a quello del precedente. Basandosi sulla versione per Nintendo Wii, presenta tutti i miglioramenti realizzati per quell’occasione così come i vantaggi offerti di essere dall’essere su Switch. La risoluzione in HD e la durata della batteria sono garantite, così come purtroppo le texture fin troppo vetuste.
In questo senso ci si sarebbe aspettato un aggiornamento di maggior spessore, per entrambi i giochi. Anche un semplice miglioramento grafico avrebbe garantito una maggiore fetta di utenza, magari abituati a lavori come Metroid Prime Remastered. Un altro vero peccato è la mancanza di un controllo di movimento libero, una caratteristica estremamente apprezzata nella precedente versione di questi due giochi. Il sistema ibrido ideato per la collection è poco ottimale e non raggiunge la comodità e intuitività del Wii Mote. Alla fine Pikmin 1+2 fa il suo lavoro, in un’esperienza che permette di giocare più che dignitosamente questi classici su Switch. Il risultato finale, se non fosse per la risoluzione nativa HD, rende paradossalmente ancora il Wii la scelta preferibile per giocare i primi due Pikmin.