Il genere delle avventure testuali ha praticamente fatto la storia del videogioco, essendo una delle prime forme comparsa di questo medium interattivo in continua espansione. Nel corso del tempo, però, questo stile di produzioni è passato sempre di più in sordina, a causa di una veloce progressione che ha allontanato diversi utenti verso ben altro genere di esperienze. La sua nicchia è comunque rimasta fedele con il tempo, tanto che sono stati realizzati titoli che sfruttano al massimo le potenzialità del genere. Roadwarden è quindi uno di questi e, in questa recensione, abbiamo analizzato l’opera creata dal singolo sviluppatore di Moral Anxiety Studio.
Alla scoperta del mondo
Uno degli elementi che più forma un universo creativo è la narrativa nel suo insieme, la capacità di creare personaggi interessanti e un universo piacevole da comprendere sotto ogni singolo aspetto. Roadwarden compie brillantemente questo compito, trasportando l’utente in una lettura interessante e appassionante. Purtroppo non possiamo parlare dettagliatamente degli intrecci, ma l’importante è sapere che la sceneggiatura è ben scritta, soprattutto viste le divergenze narrative presenti.
Il gameplay, infatti, si struttura come una sorta di libro game digitale. L’utente deve leggere i dialoghi dei personaggi secondari e i pensieri del protagonista, mentre al tempo stesso deve compiere delle scelte nei discorsi così come decidere il proprio approccio in ogni genere di situazione. La scelta di una risposta al posto di un’altra è in grado di cambiare totalmente il corso degli eventi, tanto da far sentire il peso delle decisioni e le proprie azioni sempre e comunque. Ovviamente hanno lo stesso grado d’importanza, ma l’approccio del protagonista cambia totalmente le reazioni e le relazioni con i personaggi che popolano il mondo di gioco.
In altri momenti il giocatore deve però risolvere degli enigmi, attraverso la deduzione e la corretta lettura del testo. Il tutto è piuttosto guidato dalla natura stessa del genere, ma l’opera riesce a creare delle situazioni dove l’attenzione alla lettura è sicuramente fondamentale. In questo senso consigliamo il prodotto solo a chi conosce bene l’inglese, vista la mancata traduzione italiana o in qualsiasi altra lingua.
Una grande aggiunta sono, inoltre, il giornale e l’archivio. Nel primo sono racchiuse tutte le informazioni di lore, in modo da poter osservare i dettagli di mostri o ambientazioni, oltre a vedere tutte le missioni attualmente attive e quelle già completate. L’archivio mostra invece ogni azione compiuta, ottimo per ricordare ogni genere di spostamento e decisione effettuato all’interno del salvataggio selezionato.
Una missione di sopravvivenza
Roadwarden è un prodotto più vario di quanto si possa immaginare a una prima occhiata. Il protagonista ha il compito non solo di sopravvivere e scoprire i segreti presenti all’interno di quella terra, ma anche di raggiungere i suoi scopi entro un determinato limite di tempo. Quest’ultima dinamica, mancante nella modalità facile, inserisce un certo stato d’ansia e di furia molto particolare. Una continua battaglia interiore, dove sta al giocatore decidere come muoversi correttamente in base ai pericoli che affronta. Ogni decisione è in grado sia di salvare del tempo, ma anche di avvicinare l’eroe della storia verso una morte prematura.
L’unico modo per impedire gli eventi tragici è saper utilizzare le giornate nel migliore dei modi. In questo senso non serve solo continuare il proprio viaggio ma anche ottenere del cibo, acqua e magari curare le possibili ferite ottenute. Il tutto si unisce alla presenza di un inventario, dove inserire elementi indispensabili come armi od oggetti legati alla storia, come qualche genere di consumabile. Queste dinamiche RPG, la gestione del personaggio e la relazione con gli NPC, sono fondamentali per garantire una buona riuscita della propria missione, altrimenti il game over è assicurato con tanto di obbligo di ricominciare dall’inizio l’avventura.
Non possono mancare le sezioni di combattimento, che in questo titolo si dimostrano sempre relegate ai canonici del genere delle avventure testuali. L’utente deve quindi scegliere il genere di azione, in base anche al suo equipaggiamento attualmente in possesso, in modo da poter sfruttare la situazione a suo vantaggio. Nel caso in cui il nemico sia addormentato, per esempio, è possibile decidere di attaccarlo o cercare di oltrepassarlo senza svegliarlo. Una dinamica che offre un’ulteriore libertà, in una sorta di partita di Dungeons & Dragons dove il master è Moral Anxiety Studio.
L’ultima caratteristica di gameplay è legata alla stessa grafica, ovvero l’esplorazione. Durante l’esperienza vissuta per questa recensione di Roadwarden siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal come ogni singola area sia rappresentata da una pixel art di spessore, studiata nel minimo dettaglio con un tocco artistico ben delineato. Questa cura non è fine a sé stessa, visto che va data una grande importanza all’osservazione nel gameplay. Lo stesso non possiamo dire della colonna sonora e i rumori ambientali, piuttosto basilari tanto da essere facilmente dimenticabili.
Un grande pregio va sicuramente all’ottimizzazione, che visto lo stile generale è capace di girare perfettamente anche nei PC con basse prestazioni.