Era il lontano 2018 quando all’evento Blizzcon di quell’anno, sotto gli occhi stupiti di tutti, fu annunciato Diablo Immortal, che non era un titolo per PC e non era l’erede di Diablo 3 o una sua espansione, ma “semplicemente” un titolo per dispositivi mobile iOS ed Android. In quel frangente credo che ad essere felici eravamo in pochi, io e Wyatt Cheng, il game director del gioco in questione. Ancora ricordo i fischi del pubblico e la delusione sul suo volto, e ricordo esattamente di aver provato il suo stesso, atroce, dolore. Sono passati ormai 4 anni, e per un titolo mobile sono moltissimi, ma alla fine Diablo Immortal è arrivato, titolo che nel frattempo – del tutto a sorpresa – è stato reso giocabile anche su PC attraverso l’applicazione Battle.net. Ma bando alle ciance ed iniziamo questa recensione, siamo qui per parlarvi finalmente di Diablo Immortal, titolo sviluppato da Blizzard in collaborazione con NetEase che a suo tempo tutti bistrattarono e guardarono dall’alto in basso. Preparatevi perché ne vedremo delle belle.
Un piccolo passo indietro nella storia di Diablo
Prima di partire con la recensione vera e propria di Diablo Immortal è doveroso fare un piccolo recap della storia. Diablo è ambientato nel mondo di Sanctuarium, un mondo che è terreno di battaglia fra angeli e demoni, fino al punto di portare l’Arcangelo Tyrael ad aiutare gli umani fondando gli Horadrim e dando loro degli strumenti per combattere i tre primi maligni, Diablo, Mephisto, e Baal.
Diablo Immortal copre l’arco narrativo di 20 anni che intercorrono fra la fine di Diablo 2: Lord of Destruction e Diablo 3, esattamente dopo la distruzione della Pietra del Mondo da parte di Tyrael e della sua spada El’druin, per salvare appunto il mondo di Sanctuarium. Dopo l’esplosione della Pietra del Mondo alcuni frammenti che contenevano pura malvagità si sono sparsi per il mondo di Sanctuarium, e qui entra in ballo la storia di Diablo Immortal e degli impavidi eroi che lotteranno per non permettere che quei frammenti possano infettare l’intero mondo. Si rivedranno quindi personaggi storici come Charsi (il fabbro), Akara (la sacerdotessa) ed altri già visti in Diablo 2, ma non soltanto loro (ammetto che in un alcuni frangenti della storia di Diablo Immortal è scesa più di una lacrimuccia nel collegare un determinato personaggio ad un determinato evento futuro ndr).
Anche le ambientazioni quindi saranno le medesime già visitate in Diablo 2 o Diablo 3, per l’appunto il nostro terreno di caccia sarà Cuor della Marca, mentre altri luoghi saranno soltanto ripresi in quanto a resa grafica o stilistica. C’è da dire che persino graficamente il gioco ricorderà da molto da vicino l’ultimo capitolo di Blizzard Entertainment. Si potranno persino riscoprire eventi di trama sino ad oggi soltanto narrati, come la battaglia dei grandi Horadrim Tal Rasha e Zoltun Kulle contro Baal il Signore dell’Inganno, ed assistere così alla sua sconfitta e al suo confinamento nel frammento di una delle Pietre delle Anime fornite agli Horadrim dall’Arcangelo Tyrael.
Non solo un giochino per mobile
Blizzard ha investito parecchia attenzione verso questo suo nuovo pupillo, e posso affermare che giocare a Diablo Immortal su uno smartphone o tablet è un’esperienza decisamente migliore rispetto a giocarlo su un PC (abbiamo ovviamente testato entrambe le versioni ndr). E dopo questo potete gettarmi nella braccia di Lazarus per prendere il posto del povero, piccolo Albrecht (cit. Diablo 1996). Diablo Immortal non è un semplice “giochino” per PC o dispositivi mobile come si potrebbe pensare, poiché siamo davanti ad un videogioco free to play massive multiplayer online di tutto rispetto, dove potremo affrontare decine di eventi in solitaria o in compagnia di altri amici, persino fare missioni da 4 o da 8 giocatori.
La mossa di rendere Diablo Immortal giocabile anche su PC deve essere venuta in mente alla Blizzard nel ricordo dello scontento della presentazione alla Blizzcon 2018, non c’è quindi da stupirsi se il gioco darà il suo meglio su dispositivi mobile. Da notare soprattutto che la versione PC, come affermato anche dalla stessa software house, è in versione “open beta”, e quindi necessita di ulteriore tempo per essere resa l’esperienza completamente appagante che ci si aspetterebbe, tuttavia qualche problemino di sorta lo avremo, soprattutto quando dovremo unirci ad altri giocatori per affrontare le spedizioni. Tale problema a volte lo si avverte anche nella versione per dispositivi mobile, ed è indipendente dal nostro dispositivo, in quanto è più indice di un qualche problema nel sistema di matchmaking. Niente che non si possa sistemare a dovere con un’eventuale e futura patch.
Cosa interessante è l’aggiunta della possibilità di usare lo stesso account Battle.net come strumento per avere il proprio salvataggio e il proprio personaggio disponibili sia sulla versione PC che sulla versione per dispositivi mobile. Tuttavia giocare Diablo Immortal su PC offre visivamente e graficamente – cadiamo sull’ovvio – un’esperienza di gran lunga più appagante e riposante per gli occhi.
Piccola parentesi riguardo la versione per dispositivi mobile, allo stato attuale alcuni dispositivi (nello specifico a me è capitato con uno Xiaomi Redmi Note 10 Pro) non vengono considerati come compatibili per l’esecuzione del gioco, nonostante in termini di hardware colmino ampiamente le specifiche richieste. Se avete quindi uno dei modelli sopra citati dovreste affidarvi ad uno store esterno chiamato TapTap, che una volta scaricato ed installato sul vostro smartphone vi permetterà l’installazione di Diablo Immortal, presente nello stesso shop appena installato. Se poi questo esporrà il vostro dispositivo alla gentile attenzione di personaggi come David Lightman (protagonista del film WarGames), questo purtroppo non ci è dato saperlo.
In Diablo Immortal saranno presenti tutte le attività già viste in Diablo 3 (qui la recensione) e la classica storia in cui dovremo procedere, e le attività preposte all’aumento dei livelli del personaggio o al ritrovamento di equipaggiamento statisticamente superiore saranno i Varchi Antichi e le Imprese, che non differiscono molto da quello che abbiamo già visto nel capitolo precedente. Proseguendo nel corso della storia e completando le varie attività presenti nel gioco sarà possibile trovare equipaggiamento migliore, aumentare il livello del proprio personaggio, e soprattutto sbloccare alcune abilità che ci permetteranno di infliggere più danni ai nemici.
Nel corso dell’avventura potremo anche potenziare il nostro equipaggiamento e le gemme, e qui abbiamo notato un altro “hip hip hurrà” alla Blizzard. I potenziamenti che assegneremo al nostro personaggio non saranno legati all’oggetto, bensì allo slot dell’equipaggiamento, e ad ogni cambio di oggetto ci verrà chiesto se vogliamo trasferire sia il livello sia eventuali gemme incastonate nel nuovo oggetto che stiamo equipaggiando.
Seppur è vero che in Diablo Immortal il negozio non sia soltanto cosmetico, come affermato dagli sviluppatori, permette anche di comprare gemme adibite al potenziamento dei leggendari, come magari il “risvegliare il potere di un oggetto leggendario” (qui il pay to win lo stiamo sfiorando nel PvE, mentre diventa certo nel PvP, cosa di cui in recensione abbiamo tenuto conto). Ricordiamo che tuttavia Diablo Immortal è completamente giocabile anche senza mettere mano al portafogli, fino a che punto attualmente non lo sappiamo.
Ciò che invece sappiamo con certezza, come da noi anche trattato in questo articolo, è che uno dei problemi che più preoccupano i videogiocatori di Diablo Immortal riguardano le Gemme Leggendarie, in quanto sarà sì possibile crearle utilizzando le Rune (che si possono trovare nei Varchi Antichi), ma bisognerà avere molto tempo libero (o molti soldi da investire) per potenziarle al massimo. Bisognerà attendere i prossimi update e le prossime attività che verranno aggiunte, per comprendere se ci sarà un punto del gioco in cui l’accessibilità ad alcune attività sarà “favorevole” soltanto a determinate persone che hanno speso i loro risparmi destinandoli al potenziamento del loro personaggio o delle Gemme Leggendarie in Diablo Immortal.
Tecnicamente Diablo Immortal come si presenta?
Per completezza, nei test per la recensione abbiamo cercato di fare una comparazione fra la versioni mobile e PC di Diablo Immortal, che tuttavia si è rivelata infruttuosa, soprattutto considerando che l’unica vera differenza fra le due sta nell’utilizzo dei comandi e nell’utilizzo di un dispositivo con una superficie di visualizzazione più ampia. È altresì indubbio il fatto che su PC possiamo godere di una grafica dalla qualità maggiore e con più giubilo per i nostri tristi e stanchi occhi, ma al di là di questo, le differenze fra le due versioni non sono molto incisive. Entrambe le versioni mettono sotto al volto dei videogiocatori una resa grafica d’eccellenza, che mantiene gli standard a cui Blizzard ci ha abituati.
Purtroppo poco della risoluzione grafica sarà personalizzabile, il gioco è trasportato in un rapporto 1:1 da mobile a PC, non avremo quindi possibilità di cambiare la risoluzione o quant’altro, ma semplicemente la qualità dell’immagine e poche altre cose. Persino i comandi sono ben ottimizzati, sia per quanto riguarda il tocco su schermo sia per la possibilità di collegare alcuni joypad compatibili (sia su PC che su dispositivi mobile con ottimi risultati), anche se personalmente su smartphone ci è sembrato più comodo utilizzare i pulsanti a schermo.
Il comparto audio pesca a piene mani, e i più di voi lo avranno sentito, dal terzo capitolo della saga, proponendo a volte degli effetti non propriamente adatti, come quello che ascolteremo nell’atto di “distruggere” un oggetto. L’effetto audio che sentiremo infatti è quello che si sente quando equipaggeremo un arco nel nostro personaggio su Diablo 3, e non quello che dovrebbe sentirsi del “ferraccio del fabbro” (sempre come in Diablo 3). La colonna sonora ed il doppiaggio (esclusivamente in inglese, peccato) invece sono sembrati privi di difetti o di problematiche, sempre per ciò che concerne la qualità audio riscontrata. La Blizzard non si smentisce neanche in questo e non si fa parlare dietro da nessuno.
Peccato per alcune animazioni fatte davvero in modo orribile, una fra tutte è quella dell’abilità Assalto Dinamico, che ci mostra il Cacciatore di Demoni in preda ad un attacco di influenza intestinale e alla ricerca – anche urgentemente direi – di un bagno. Determinati NPC e alcuni nemici soffriranno della stessa carenza di cura nelle animazioni, a volte sarà possibile vedere persino esseri viventi spostarsi restando immobili e scivolando sul terreno come fossero perdine di Dungeon & Dragons. Oltre al problema delle animazioni c’è il problema, piuttosto grave, dei filmati ad inizio delle Spedizioni. All’inizio di ognuna infatti ci verrà presentato un filmato di intermezzo, in puro stile Blizzard. Il problema però è che in “background” il gioco continuerà a scorrere, quindi se verremo attaccati da nemici nel mentre saremo intenti a guardare il filmato, beh… la morte sarà assicurata. Stessa sorte se navigheremo nei menù nel corso del gioco, sono attività che è consigliabile svolgere quando si è in un luogo completamente sicuro.
Nonostante tutto, in chiusura di recensione, possiamo dire che Diablo Immortal è un titolo ampiamente godibile e ben fatto, sia la sua versione PC che per la sua controparte per dispositivi mobile, e resta molto consigliato vista la sua natura free to play, soprattutto (e non solo) ai fan della saga.