Il mercato indipendente è una fucina instancabile di prodotti adatti a tutti i gusti e budget, con tantissima carne sul fuoco che giornalmente arriva sugli store digitali. A volte dalla nebbia dell’anonimato vengono fuori piccole gemme videoludiche, capaci di creare dei veri fenomeni cult di altissimo valore, in altri casi invece i risultati sono talmente problematici da risultare a tratti quasi indecenti. Purtroppo abbiamo riscontrato in fase di recensione che S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored è purtroppo un chiaro esponente di questo secondo gruppo di titoli, anche se vi è qualche limitatissimo spunto interessante.
Un dramma poco incisivo
Da un punto di vista narrativo, S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored ha un’introduzione che facilmente ricalca l’atmosfera della dittatura dell’Ucraina in epoca Sovietica e del celebre e quasi omonimo caso del disastro di Chernobyl. Tuttavia, è bene precisare che l’evento in sé è solo un incipit a una narrativa horror che si distacca abbastanza velocemente dalle premesse storiografiche, per essere basata sul paranormale e sulle teorie fantascientifiche dalle dimensioni alternative.
Di conseguenza, chi si aspetta un racconto che vada a sviscerare il memorabile – per ragioni drammatiche – caso dell’incidente radioattivo della famosa centrale nel 1986, resterà per la grandissima parte deluso. Infatti, senza andare troppo a fondo nelle vicende, sappiate che la storia è incentrata su una struttura segreta dove vengono commesse atrocità, alla ricerca di varie soluzioni per raggiungere “piani d’esistenza alternativi”.
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L’insieme delle vicende è purtroppo però contornato da vari cliché di sorta che rendono l’insieme poco incisivo. L’elemento più riuscito del titolo è però l’atmosfera narrativa di repressione politica e sociale tipica delle versioni deviate e più spregiudicate dell’Unione Sovietica degli anni 70-80. I giocatori che hanno provato The Medium riconosceranno subito il tono austero delle ambientazioni e delle grigie storie raccontate, ricche di personaggi sospettosi e paranoici, e di segreti indicibili, nascosti sotto un’omologazione forzata della società. Tolto questo piccolo e unico punto positivo, S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored si è mostrato in sede di recensione come un prodotto con una narrativa a tratti confusionaria e dai dialoghi terribilmente prolissi. Inoltre, urge chiarire che tutta la storia è raccontata in lingua inglese anche nei sottotitoli, per quanto il lessico utilizzato sia abbastanza semplice e le figure retoriche siano tutto sommato comprensibili.
Un gameplay frustrante
Il gameplay del titolo è con tutta probabilità una delle componenti peggio riuscite del progetto, anche se non quella con le difficoltà principali. Tuttavia, i giocatori che avranno già provato titoli horror lineari e guidati, con saltuari enigmi si troveranno inizialmente a casa propria. Il ritmo di gioco si compone soprattutto di quesiti che richiedono l’utilizzo del pensiero laterale, con un insieme di azioni apparentemente illogiche ma che nel complesso portano ad un risultato per avanzare nell’avventura. Non si tratta di quesiti complessi, anzi proprio il contrario! Solo che in alcuni casi si dovrà pensare fuori dagli schemi per trovare la soluzione, e fino a qui nulla di male, visto che esistono giochi di grande valore su questa falsa riga.
Il problema comincia quando si va un pochino più avanti nella storia e cominciano delle pseudo sessioni da “sparatutto inter-dimensionale” nelle quali per cacciare le presenze provenienti da altre dimensioni dovremo testare un’arma sperimentale con vari gradi di potenza e con un inutilmente complicato sistema di munizioni speciali. Sinceramente abbiamo trovato queste sessioni così mal strutturate e mal fatte da rovinare quanto di buono fatto con il resto del titolo da un punto di vista prettamente ludico. Sì, perché oltreché a essere oggettivamente create male, sono anche da un punto di vista del gunplay e del feeling in gioco, decisamente frustranti anche a causa di comandi estremamente legnosi. Sono insomma delle sezioni che invece di creare tensione e angoscia nel giocatore – o in generale semplicemente divertire – risultano inutilmente tediose e ripetitive. Oltre a questi fattori, esistono anche molteplici problemi tecnici come alcuni bug nel gameplay, anche se quelli riscontrati non sono troppo invasivi.
Un disastro grafico più che radioattivo
Da un punto di vista prettamente tecnico e grafico la nostra prova di S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored per questa recensione su Xbox Series X, ci ha profondamente delusi a causa di una realizzazione complessiva molto sotto la sufficienza. Sia chiaro, durante la valutazione di questa versione abbiamo cercato di soprassedere in tutti modi sulla qualità generale delle texture e sulla pulizia a schermo della grafica che è nel complesso estremamente bassa, motivata probabilmente dal budget molto contenuto per la produzione di un team di sviluppo di così piccole dimensioni.
Vedere quindi mostri dalle sembianze fisiche così mal realizzate da risultare involontariamente buffe, è una caratteristica che comunque vogliamo provare a non recriminare eccessivamente, visto che bastano anche pochi poligoni per terrorizzare i giocatori, se si utilizza la giusta atmosfera (elemento che in questo caso è purtroppo solo parzialmente funzionante). L’elemento sul quale invece non possiamo assolutamente lasciar correre, sono i cali ingiustificati di frame rate durante il corso dell’intera l’avventura. Parliamo di un’ottimizzazione misera al punto che con la discreta potenza di Xbox Series X non si riesca comunque ad avere delle immagini stabili dall’inizio al finale, tranne per alcune scene statiche. Frame-rate fra l’altro, di un’ambientazione prevalentemente al chiuso e confinata in alcuni piccoli corridoi e stanze buie con elementi a schermo essenziali. Insomma, giocare a S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored per sessioni prolungate può essere abbastanza fastidioso per la vista del player. Piccolo appunto finale è necessario farlo anche per la scarsa longevità dell’avventura, sulla quale non ci sentiamo però di infierire ulteriormente, dato il costo budget del titolo.