Per quelli che, come chi vi scrive, sono cresciuti vivendo a 360º il franchise nato dalla mente geniale di Michael Crichton, possedere uno zoo che ospitasse molte e varie specie di dinosauri è stato (lo è ancora, ma non ditelo a nessuno) il sogno di tutta un’infanzia: Jurassic World Evolution 2 vi consentirà, se non altro in modo virtuale, di realizzare il vostro sogno, ed è proprio dell’ultima fatica di Frontier Developments che vi andremo a parlare nella nostra recensione.
Ritorno nel Regno Distrutto
Desideriamo iniziare la nostra recensione di Jurassic World Evolution 2 parlandovi della Modalità Campagna. Sarete chiamati a far risorgere dalle proprie ceneri il parco di Isla Nublar, teatro delle vicende del primo libro del compianto Michael Crichton e dell’omonimo film diretto da Steven Spielberg e delle ultime due opere audiovisive del franchise. Proprio all’ultima di queste, ovvero Jurassic World – Il regno distrutto, pellicola uscita nel 2018 e diretta da Juan Antonio Bayona, si collega il prodotto dei ragazzi di Frontier. Il vostro compitò sarà quello di trovare e catturare i dinosauri fuggiti in giro per il mondo, di curarvi del loro benessere, di attrarre visitatori e di coordinare le attività di ricerca scientifica collaterali al parco. Avrete diversi collaboratori d’eccezione che vi aiuteranno in questa impresa, tra i quali figura l’intero cast o meglio, ciò che ne è rimasto dopo i nefasti eventi ai quali abbiamo assistito ne Il regno distrutto.
La modalità Campagna, però, non è la sola che potrete giocare nella categoria Storia. Ve n’è infatti un’altra, un vero e proprio atto d’amore nei confronti di tutti gli appassionati del franchise: Teoria del Caos. In questa modalità sarete chiamati a scongiurare gli eventi catastrofici che hanno portato all’implosione di tutti i parchi a tema che abbiamo imparato a conoscere e ad aspettare in 31 anni di storia del franchise. Una sorta di What If di marvelliana memoria per tentare di tramandare ai posteri una versione dei fatti diversa da quella raccontata nelle opere di Crichton e nella serie World. Insomma, riuscirete a sopravvivere ai velociraptor questa volta? Dipenderà solo da voi e dalle vostre attitudini manageriali.
La modalità Sfida, invece, è ciò che fa al caso di giocatori più esigenti. In quanto tempo riuscirete a trasformare il vostro parco in un sito a 5 stelle? Sarete voi a stabilirlo, selezionando la difficoltà di partenza e una lunga serie di sfide che, almeno all’inizio, non saranno tutte giocabili. Molte, infatti, andranno sbloccate poiché, via via, andrà aumentando il livello di difficoltà. I vostri risultati, dunque, vi consentiranno di andare ad affrontare sfide sempre più avvincenti e appassionanti. Infine, chiudiamo la nostra passerella di modalità con quella più amata dai fan di questo tipo di titoli, ovvero la modalità Sandbox. Qui potrete personalizzare completamente la vostra esperienza di gioco; deciderete voi, infatti, con quanti soldi iniziare, dove costruire il vostro parco e quali dinosauri ospitare. L’unico neo è che per giocarci dovrete sbloccarla giocando alla modalità Campagna. Una scelta senza senso: non si può privare un gestionale della sua anima.
Una cura maniacale
Jurassic World Evolution 2 è uno spettacolo per gli occhi e vogliamo approfondire questo aspetto nella nostra recensione. Osservare mandrie di triceratopi che si muovono con circospezione, ammirare i velociraptor scorrazzare qua e là, studiare il comportamento dei brachiosauri o restare intimoriti dalla spaventosa figura del tirannosauro sarà un’esperienza meravigliosa che, letteralmente, vale da sola il prezzo del titolo sviluppato dai ragazzi di Frontier.
Menzione doverosa per l’introduzione delle spettacolari creature marine che popolavano i mari del giurassico, tra le quali spicca il mosasauro: vederlo nuotare e saltare fuori dalla sua vasca è un’emozione che, vi assicuriamo, vi lascerà senza fiato. Più in generale, l’environment è ben curato e ricchissimo di dettagli: ogni creatura preistorica che popolerà il vostro parco potrà contare su un’infinità di personalizzazioni, a partire dall’erba a finire con laghetti e sassi che possono diventare veri e propri rilievi. Starà a voi costruire il miglior habitat possibile per i vostri ospiti e, se siete amanti del genere, ogni recinzione può trasformarsi in un autentico capolavoro di architettura naturale.
Meritano una menzione anche le molte e varie strutture che potrete installare nel vostro parco a tema giurassico. Ognuna di esse è ben disegnata e s’incastra perfettamente con l’ambiente circostante. Inoltre, dettaglio da non sottovalutare, hanno un’animazione peculiare: gli elicotteri del centro di ricerca di alzeranno in volo, le Jeep dei ranger scorrazzeranno per il parco e i medici visiteranno personalmente le creature in difficoltà. Insomma, come abbiamo detto, si tratta di un titolo graficamente stupendo e passeremmo ore ad ammirarlo. Le differenze rispetto al primo capitolo di quella che ormai può considerarsi una serie sono enormi. Infine, anche gli eventi meteo estremi sono stati resi in maniera superba.
AAA longevità cercasi
Jurassic World Evolution 2 ha un problema enorme e dobbiamo, dunque, raccontarvelo nella nostra recensione: rischia, a lungo andare, di diventare tedioso. Si tratta, infatti, di un gestionale al quale bisogna prestare molta attenzione e occorre svolgere alcune azioni in maniera sistematica nel corso della vostra sessione di gioco. Se un tornado si abbatterà sul vostro parco, e questo (fidatevi) succede più spesso di quanto possiate immaginare, rimettere tutte le cose apposto potrà risultare stancante e addirittura frustrante. Stesso discorso per il rifornimento di carburante dei generatori di energia elettrica. E non c’è nemmeno la possibilità di delegare questi compiti, dovrete essere voi a svolgerli.
Quando il vostro parco conterà poche recinzioni non sarà un problema, ma quando inizierà a espandersi, collegare le varie attrazioni e strutture con dei sentieri risulterà scomodo e a tratti irritante. In generale, tutto il menù di personalizzazione è poco intuitivo e molto confusionario, per non parlare poi dei vari sottomenù che ogni singola feature del titolo possiede. Less is more, diceva Ludwig Mies van der Rohe. Ecco, questo titolo ha bisogno di essere più intuitivo, più immediato e meno macchinoso.
In buona sostanza, dunque, ci troviamo davanti a un titolo che ha enormi pregi, come il lato grafico, e grandi difetti, come il rischio che possa stancare a lungo andare affiancate da alcune scelte non proprio indovinate da parte dei ragazzi di Frontier ma, nonostante questo, resta un prodotto da giocare assolutamente sia per tutti gli appassionati di gestionali, sia per tutti gli amanti dell’universo magico nato dalla mente geniale di Michael Crichton.