Nel corso della storia dell’intrattenimento esistono diversi franchise o singoli prodotti che, per un motivo o per un altro, non riescono ad approcciarsi a un pubblico in scala mondiale. Lo stesso destino tocca anche al settore videoludico, che solo grazie alla recente impennata ha visto l’arrivo di opere prima indisponibili per il mercato occidentale, e viceversa. Uno di questi casi è proprio Xuan Yuan Sword di Domo Studios che, in ben trent’anni dal rilascio del primo episodio, è riuscito a diventare uno dei franchise più iconici per l’intera industria videoludica cinese. Come potete capire da questa recensione, finalmente un capitolo principale della serie è riuscito ad arrivare negozi europei e nord americani, Xuan Yuan Sword 7. L’obbiettivo che il gioco si prefigge non è affatto facile, visto che tenta di portare il proprio simbolismo e la sua mitologia a un pubblico completamente nuovo, anche grazie alla distribuzione in formato retail fornita dal publisher Maximum Games.
Un viaggio imprevisto
Il protagonista delle vicende narrate è Thaishi Zhao che, in tenera età, vede morire la sua intera famiglia a causa di un pericoloso incendio che sembra essere doloso. Gli unici che riescono a salvarsi da questa tragedia sono lui e la sua sorellina Taishi Xiang, e insieme riescono a vivere una loro vita in un oscuro periodo tra guerra e carestie. Tutto però cambia quando un misterioso fuoco blu compare vicino all’abitazione dei due giovani. L’opera in questione presenta un incipit interessante, che viene narrativamente rafforzato grazie all’ambientazione nella Cina poco prima del periodo della dinastia Han. Purtroppo la storia qui raccontata e i suoi personaggi non riescono a evolversi granché dalle prime ore di gioco, eppure la sceneggiatura riesce ad esprimere saggiamente i caratteri, i sentimenti e i desideri dei personaggi principali. Fortunatamente, per quanto si tratti del settimo episodio di un lungo franchise, il tutto non richiede al giocatore di conoscere gli eventi dei precedenti episodi.
La prova di come il team di sviluppo abbia creato un vero e proprio universo narrativo, sta anche nelle descrizioni fornite per ogni personaggio o creatura che Zhao incontra nel corso della sua avventura. Questo serve a creare un contesto, a dare la sensazione di esplorare un mondo in un’evoluzione distante dalle sole azioni del protagonista. Certo, la soluzione adottata non è originalissima, ma nel suo insieme funziona e allo stesso tempo non è invasiva per chi semplicemente vuole semplicemente giocare. Purtroppo dobbiamo specificare che il titolo non ha alcuna traduzione italiana, né di altre lingue europee oltre l’inglese. Questo sicuramente limita l’accessibilità di Xuan Yuan Sword 7, ma siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla scelta di tenere esclusivamente il doppiaggio in cinese, cosa particolare di cui abbiamo tenuto conto in recensione.
Mi ricorda qualcosa
Un gioco è comunque composto dal suo gameplay, e gli sviluppatori di Domo Games hanno deciso di puntare a una vera e propria rivoluzione per la serie. Infatti, invece di puntare su un classico JRPG a turni, Xuan Yuan Sword 7 si ispira fortemente alla struttura ludica già vista e apprezzata in The Witcher 3 di CD Projekt RED. Zhao si ritrova quindi ad esplorare un mondo pieno di ambientazioni differenti come villaggi, città, foreste, montagne, e perfino antichi templi. A differenza di un normale open world moderno, qui ci troviamo sì in un mondo completamente esplorabile, ma al tempo stesso strutturato in modo lineare. È infatti composto da una lunga serie di vie interconnesse, in cui è possibile seguire esclusivamente la strada preimpostata senza poter scappare dal world design ideato dagli sviluppatori. Ogni tanto è possibile quindi trovare dei tesori nascosti, ma alla fine ci si trova in una avventura comunque lineare, dove per proseguire è indispensabile procedere con le missioni principali della storia. Sono comunque disponibili degli obbiettivi secondari, attivabili in determinati momenti dagli NPC, che permettono di effettuare del backtracking e scoprire ulteriori dettagli sul passato dei protagonisti. Non sono tantissime, quindi consigliamo di giocarle visto che permettono d’imparare nuove abilità e di far arrivare la longevità tra le 16 e le 18 ore. Piccola menzione di onore va al minigioco Zhuolo Chess, che grazie alle sue semplici regole riesce ben presto a diventare una divertente pausa dal gameplay principale.
Le fasi di combattimento si rivelano frenetiche e movimentate, attraverso un combat system intuitivo e per niente complesso. Il giocatore controlla esclusivamente Zhao nel corso dell’intera avventura, attaccando da vicino i nemici mentre cerchiamo di non farci colpire tramite parate e schivate. Il nostro eroe è comunque in grado di effettuare qualche utile magia, come cattura dell’anima o il fermare tempo, e sarà supportato da una serie di alleati che vengano controllati dall’intelligenza artificiale. In parte è un’occasione sprecata che non si possano controllare a nostro piacimento, ma almeno le mosse speciali dei compagni sono attivabili con la giusta combinazione di tasti. I combattimenti riescono così a non diventare mai noiosi, anche grazie alle molteplici boss fight. Un peccato invece per i nemici comuni, che non sono abbastanza vari, e dove sconfiggerli diventa a un certo punto fin troppo semplice. Non possono comunque mancare gli elementi RPG, e qui sono rappresentati sia dal continuo incremento del livello di protagonista e compagni, sia dagli elementi di crafting ed evoluzione per armature ed armi. Quest’ultime risultano estremamente semplici ed intuitive, e il giocatore deve sfruttare i vari elementi raccolti combattendo o cercando i già menzionati tesori. Purtroppo, anche queste meccaniche si rivelano fin troppo superficiali, tanto che per un certo periodo è possibile che il giocatore non vi faccia nemmeno caso.
Un anno dopo
Questa recensione tratta la versione console di Xuan Yuan Sword 7 col gioco arrivato sugli scaffali il 30 Settembre 2021 su Xbox One e PlayStation 4 (versione da noi testata), ma il suo primo rilascio è avvenuto un anno fa su PC tramite Steam. Purtroppo dobbiamo constatare che il porting non è proprio dei migliori. I problemi principale stanno nei cali di frame rate presenti quando ci sono troppi elementi a schermo (in particolare nei villaggi), la possibilità di bug che impediscono il completamento di certe missioni, il fin troppo evidente pop up degli NPC ed elementi dell’ambiente, e i non nascosti muri invisibili. Parlando poi della telecamera, in determinati momenti non riesce a seguire perfettamente l’azione frenetica del gioco.
Parecchio apprezzabile l’ispirazione artistica sia nel design dei mostri, sia nei personaggi principali o figure storiche. Questa cura è sicuramente presente anche nella creazione degli ambienti e del modello dei personaggi principali, ma non è possibile dire lo stesso per le animazioni o gli NPC. Ci complimentiamo comunque con i compositori della colonna sonora, che non solo è realizzata con estrema cura, ma offre quell’atmosfera che l’intero prodotto ricerca sin dai suoi primi minuti.