Quando l’industria videoludica non aveva ancora quell’incredibile cassa di risonanza che le ha permesso di divenire un fenomeno di massa seguito da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, Oriente e Occidente vivevano spesso lo sviluppo videoludico con metodologie diametralmente opposte, il tutto al fine ultimo di creare produzioni in grado di toccare le corde giuste del proprio pubblico di riferimento. Oggi, però, quei paletti sono in buona parte venuti meno e, seppur alcuni elementi caratteristici siano comunque rimasti, giochi spiccatamente orientali si sono occidentalizzati e viceversa, creando intriganti prodotto che in questi lunghi anni si sono impressi con forza nell’immaginario collettivo. Come leggerete in questa nostra recensione, Scarlet Nexus rientra perfettamente in questo campo, con Bandai Namco rivelatasi desiderosa d’offrire al pubblico un’esperienza dal sapore nipponico che però potesse raggiungere anche i gusti dei giocatori occidentali. Ci sarà riuscita? Scopriamolo insieme.
Due cuori, un solo destino
In un futuro non meglio precisato, l’umanità si è dovuta scontrare con la minaccia degli Estranei, mostruose creature che hanno improvvisamente invaso e distrutto buona parte del pianeta eliminando nel mentre qualsiasi umano si sia parato innanzi al loro cammino. Per evitare l’annientamento, il governo decide di fondare l’FSE, prestigiosa forza militare che si occupa di combattere gli Estranei tramite l’utilizzo di soldati umani dalle capacità uniche. A seguito dell’arrivo degli Estranei, infatti, diversi civili hanno ottenuto innate abilità rivelatesi incredibilmente utili sul campo di battaglia. Dalla telecinesi alla chiaroveggenza, per poi arrivare alla capacità di sprigionare violenti getti di fuoco o pericolose tempeste elettriche, queste sono solo alcune delle capacità possedute dagli uomini e dalle donne dell’FSE, un potente esercito che nel corso di lunghi decenni e accese battaglie è riuscito infine a respingere i pericolosi invasori, permettendo così ai sopravvissuti di creare un’immensa metropoli dove la vita scorre in relativa serenità. Il pericolo è però sempre dietro l’angolo e l’FSE continua ad arricchire le sue fila con tutti i potenziali candidati che potrebbero aiutare a proteggere la popolazione.
Noi saremo proprio una di queste reclute, soldato di servizio che dopo un duro addestramento è finalmente pronto a prender parte alle missioni sul campo. Da qui avrà così inizio la nostra avventura, un’epopea che pur facendo ampio uso di quei cliché a cui siamo oramai abituati, ci ha piacevolmente intrattenuto grazie a una narrativa incalzante, colpi di scena ben inseriti e personaggi che pur rifacendosi ai più classici degli stereotipi, riescono ad aprirsi innanzi al giocatore mettendo in mostra una propria personalità e un proprio carisma. L’avventura scorre così velocemente, un capitolo dopo l’altro, in un riuscito connubio di fasi più movimentate affiancate da situazione maggiormente rilassate dove l’utente di turno viene lanciato in un turbinio d’eventi e situazioni che nelle prime ore parranno particolarmente confusionarie, per poi divenire più chiare e delineate quando, durante le battute finali della produzione, avremo tutti i pezzi del puzzle. Proprio in ragion di ciò, dispiace quindi constatare come molte fasi narrative siano state relegate a immagini statiche che, seppur di buona fattura, fanno venir meno parte del pathos e dell’epicità che l’avventura vorrebbe trasmettere, un vero peccato se si considera poi che le scene animate sfoggiano un’ottima regia di fondo.
Altro elemento da non sottovalutare riguarda inoltre il protagonista… o meglio, i protagonisti. A inizio gioco, infatti, ci verrà chiesto se seguire le vicende di Yuito o Kasane. due Psichici che saranno però caratterizzati da alcune specifiche differenze tangibili in-game. In primis, differenze a livello ludico, visto che Yuito sarà specializzato nei combattimenti corpo a corpo mentre Kasane sarà maggiormente improntata agli scontri sulla distanza; secondariamente, differenze a livello narrativo visto che, seppur la storia sia sostanzialmente la stessa, ognuno dei due personaggi vivrà situazioni più o meno differenti, una scelta indubbiamente intrigante che – seppur senza stravolgere la struttura alla base della produzione – arricchisce l’esperienza offrendo anche un buon motivo per riaffrontare l’avventura una seconda volta, visto che la seconda run vi sarà utile per avere una più chiara comprensione del comparto scenico.
Un mondo di possibilità
Da un punto di vista squisitamente ludico, la creatura targata Bandai Namco s’identifica come un JRPG dal gusto spiccatamente action che se a un primo sguardo potrebbe apparire abbastanza semplice e diretto, nei fatti ha saputo invece rivelarsi ben più articolato del previsto. Fin dai primi scontri in-game avremo a che fare con tutto un repertorio di mosse e abilità che sarà nostro compito sfruttare al meglio per eliminare qualsivoglia minaccia; scatti, combo e schivate andranno fondendosi alle nostre capacità legate alla telecinesi, le quali ci permetteranno di lanciare oggetti contro il nemico o, ancora, di sfruttare elementi dello scenario a nostro vantaggio. Ogni dungeon in cui andremo muovendoci presenterà infatti alcune “armi ambientali” utili per mettere a segno terrificanti quantità di danni. Per fare qualche esempio, ci è capitato di salire su un autobus abbandonato per “guidarlo” con i nostri poteri, investendo nel mentre qualsiasi mostruosità ci stesse sbarrando il cammino o, ancora, abbiamo potuto lanciare enormi massi in testa ai nemici schiacciandoli più e più volte con feroce brutalità. Queste veloci fasi ludiche fanno affidamento sul più classico dei sistemi a QTE, rivelatosi ben amalgamato alla struttura di gioco e capace di variegare non di poco l’esperienza generale.
Ad arricchire ancor di più questo sistema ci pensano poi i nostri compagni, i quali andranno seguendoci nel corso delle varie missioni. Prima di scendere sul campo, potremo infatti scegliere quali alleati portarci dietro – tra i numerosi personaggi secondari presenti – e, a seconda della nostra scelta, potremo fare affidamento su tutta una serie di abilità aggiuntive. Ogni membro del nostro plotone possiede infatti una propria capacità unica che potremo sfruttare durante i combattimenti. Ad esempio, un alleato pirocinetico potrà dar fuoco alle nostre armi per causare danni aggiuntivi o, ancora, un chiaroveggente ci permetterà di allungare il lasso di tempo a nostra disposizione per effettuare una schivata perfetta. Inoltre, giocando potremo migliorare i rapporti con i nostri compagni – sia portandoli con noi in battaglia che chiacchierandoci all’interno dell’hub di gioco – al fine ultimo di sbloccare ulteriori abilità da sfruttare durante i combattimenti. Partendo da questo basilare sistema, viene ben presto delineandosi un combat-system particolarmente variegato e dalle mille possibilità, così che il giocatore possa meglio scegliere come approcciarsi al tutto. I combattimenti, tanto frenetici e divertenti da giocare quanto spettacolari da vedere, hanno saputo presentarci anche un’apprezzabile sfida che in più di un’occasione ha saputo metterci alle strette, soprattutto nel corso delle ottime boss-fight presenti.
Se però pensavate che avessimo finito qui, dovrete ricredervi, visto che di frecce al proprio arco Scarlet Nexus ne ha ancora parecchie. La produzione presenta infatti un ramificato albero delle abilità da sbloccare un livello dopo l’altro, varie armi equipaggiabili da acquistare nei diversi negozi presenti in-game tramite la valuta ottenibile completando incarichi primari e secondari, e una barra della resistenza per i nemici che, una volta azzerata, ci permetterà di compiere devastanti attacchi potenzialmente capaci d’eliminare all’istante l’avversario di turno.
A chiudere il cerchio ci pensa infine il Brain Drive, status che si attiverà automaticamente quando avrete combattuto per un certo lasso di tempo e che vi conferirà maggior potenza, velocità e resistenza. Inoltre, ogni volta che giungerete all’attivazione del Brain Drive, potrete svegliare in voi un ulteriore potere telecinetico che vi renderà quasi invincibili per un breve lasso di tempo; fate attenzione, però, visto che tenendo attivo tale status per troppo tempo finirete letteralmente con il friggervi il cervello, incappando nel fatidico game-over. Insomma, come avrete capito da questa nostra recensione, Scarlet Nexus sfoggia un combat-system di grande pregio che fa della varietà d’opzioni e situazioni offerte il suo cavallo da battaglia, il tutto sapientemente mescolato in un tripudio di combo, schivate e potenti attacchi elementari che si concretizzano in una danza di morte e distruzione a dir poco galvanizzante dove di carne al fuoco ve n’è davvero in abbondanza.
Sotto il profilo tecnico, la produzione vive invece di alti e bassi che in qualche occasione ci hanno lasciato un certo retrogusto amaro in bocca. Un character design di personaggi e (soprattutto) creature di qualità viene infatti affiancato da ambientazioni generalmente spoglie e ripetitive, dove muri invisibili e zone irraggiungibili saranno all’ordine del giorno. Buone invece le texture e il lavoro posto nell’animare personaggi principali e creature affrontabili, mentre ben meno attraenti si sono rivelati gli NPC sparsi nelle mappe, così come anche la loro densità poligonale. In compenso, la versione Ps5 da noi testata girava a 60FPS granitici anche nelle situazioni più concitate, il tutto affiancato da una risoluzione in 4K che farà sicuramente la felicità di molti. Di ottima fattura si è infine rivelato il comparto audio, caratterizzato da un ottimo doppiaggio – disponibile sia in inglese che giapponese con localizzazione dei testi in italiano – e da una colonna sonora di buona fattura.