Non c’è dubbio che un anno e mezzo fa il lancio di Fallout 76 sia stato catastrofico. Un gioco per molti versi incompleto, tarpato delle caratteristiche che hanno fatto da sempre la fortuna della serie, per aggiungere altre feature che all’atto pratico si rivelarono fine a loro stesse. Il nostro voto al gioco base, con un po’ di ottimismo verso gli sviluppatori sul supporto post lancio, fu punitivo ma non distruttivo. I danni all’effettivo in piccola parte sono stati risolti in quei mesi, giustificando la nostra valutazione, ma senza recuperare la fiducia dei fan ormai tradita, una ferita indelebile sia nel loro animo, sia nel curriculum del prodotto.
Gli sforzi di Bethesda però sono stati molti, e la scelta tra l’abbandonare il progetto o cercare di risollevarlo alla grande senza vanificarli, è ricaduta sulla seconda opzione. Con Fallout 76: Wastelanders l’azienda americana tenta il tutto per tutto, dopo un minuzioso ascolto delle richieste (anche veementi) della community. Abbiamo di fronte un corposo aggiornamento gratuito, che va ad aggiungere molte delle caratteristiche che farebbero finalmente (sottolineo questa parola) diventare il titolo degno del nome che porta. Ma sarà stato davvero così?
I’m back, West Virginia!
Il ritorno in Appalachia poteva essere molte cose: poteva essere un ritorno a casa per chi ha amato Fallout 76 già al day one, poteva essere l’inizio di un nuovo incubo per altri, o poteva essere un qualcosa di conosciuto, ma da assaporare con occhi diversi e senza pregiudizi. Applicando il terzo approccio nella nostra lunga prova dei contenuti offerti, possiamo dire di essere rimasti felicemente soddisfatti, e il classico “sospiro di sollievo” è stato tirato già dopo poche ore di gioco. O più che sollievo, un vero e proprio grido di liberazione. Certo, tale rivincita arriva quasi fuori tempo massimo, ma è tutt’altro che sgradita, e soprattutto un segno di rispetto nei confronti degli acquirenti.
Gli NPC garantiscono finalmente una narrazione concreta
Ma cosa è stato aggiunto di tanto rilevante? Diciamo che sono fattori mirati, ma determinanti: il primo, in assoluto, è la presenza degli NPC, ovvero personaggi veri e propri che ci affideranno delle missioni e non solo. Ora queste figure sono esattamente quello che erano nei vecchi titoli: alleati che possono venderci qualcosa, e non più semplici “box” con cui scambiare oggetti o “terminali” dove ascoltare olonastri e leggere mail per intraprendere attività. Ora, ciò che era il nulla cosmico, ha ottenuto quella parvenza più concreta di narrazione che giustifica finalmente il nome “Fallout” sulla copertina del titolo. Va da sé che adesso anche la nostra missione principale acquisterà più senso, e sarà molto più facile interessarvisi. Conseguenza diretta (molto apprezzata) di tale impostazione narrativa e strutturale, arriva anche un rigenerato (anche se diluito) sistema di reputazione, che andrà a delineare il nostro personaggio in base al suo comportamento durante il gioco, così come con le scelte fatte proprio con gli NPC: azione e conseguenza. Questo chiaramente con un piccolo deja-vu verso altri titoli passati della serie, tenendo “sotto scacco” le varie fazioni con missioni a loro favore, collaborazione e così via.
https://www.youtube.com/watch?v=P6gKivqVPdA
Ancora ruggine
Se con Fallout 76: Wastelanders pensavate però di trovare un aggiornamento che sotto il punto di vista tecnico andasse a rivoluzionare tutto (e dico tutto) il mondo i gioco, di strada da farne ce n’è ancora tanta. Certo, c’è stato un discreto lavoro sotto il punto di vista della correzione dei bug, ma molti di essi sono ancora ben presenti e si notano anche nei primi metri percorsi fuori dal Vault. Al di là di tutto, però, tale caratteristica risulta molto meno pressante rispetto alla pessima struttura che il gioco aveva in precedenza, e se questi errorini grafici (a volte anche simpatici, c’è da ammettere) sono il prezzo da pagare per avere sotto mano finalmente un Fallout 76 che richiami a sé la vera essenza della serie, lo facciamo più che volentieri. E in termini di “prezzo” è l’unica cosa di cui possiamo parlare, perché tutto questo grande lavoro ci è proposto a titolo gratuito da Bethesda, quasi a “scusarsi” con gli utenti del passo falso macroscopico. Gli unici elementi a pagamento, se di soldi reali volessimo parlare, si rivelano comunque essere non indispensabili per il gioco (quindi alcune estetiche e poco altro).
Con Wastelanders i fan di Fallout ottengono finalmente quello che hanno sempre sognato
Comunità e rilancio
Questo contenuto imponente al quale gli sviluppatori hanno lavorato per molto tempo saprà sicuramente riaccendere l’entusiasmo in molti. Sommando chi non è stato convinto fin dal principio e non lo ha acquistato a chi magari lo ha abbandonato poco dopo il debutto, le probabilità di un vero e proprio rilancio sono molto alte (al di là dei commenti poco lusinghieri ottenuti su Steam senza motivo apparente). Col capo chino e una consapevolezza ritrovata, con Fallout 76: Wastelanders finalmente i giocatori potranno avere tra le mani quello che hanno sempre sognato, ovvero un Fallout vero e proprio con tutte le caratteristiche della serie, ma da giocare con gli amici. Se questa non è una dichiarazione d’amore ai propri fan, un segno di rispetto, e magari anche di rammarico, non sappiamo cos’altro possa essere. Ricordiamo inoltre che i contenuti aggiuntivi sono di una quantità pazzesca, con eventi aggiuntivi che probabilmente arriveranno durante l’anno, e il procedere dei lavori sulla Beta della modalità Battle Royale.
Tra l’altro questo “riavvio” con Wastelanders arriva in un momento decisamente delicato sul piano globale, dove una maggioranza spropositata della popolazione è costretta a rimanere in casa. L’utenza è quindi a portata di mano, il tempo da utilizzare per divertirsi in compagnia c’è, manca solo lo scacciare i pregiudizi.