Dopo il successo del primo capitolo Warm Lamp Games ci riporta nel cupo mondo dominato dal Saggio Leader con Beholder 2. In questo nuovo capitolo edito da Alawar Entertainment, le atmosfere orwelliane che hanno caratterizzato il primo episodio si fanno ancora più cupe e profonde e senza tralasciare una nota di black humor, trascinando il giocatore in una spirale sempre più opprimente di segreti e cospirazioni. La nuova avventura ci calerà nei panni di Evan Redgrave, neo assunto al Ministero in seguito alla morte del padre, scomparso in circostanze misteriose proprio nelle sale del palazzo governativo dove il protagonista dovrà lavorare.
Scalare la piramide
Il giovane Redgrave muoverà i primi passi all’interno del Ministero svolgendo incarichi impiegatizi di basso livello, ma dovrà ambientarsi in fretta nel torbido mondo del lavoro se vorrà far carriera e raggiungere posizioni dirigenziali. Avremo a disposizione un monte ore da spendere in ufficio, dividendoci tra i nostri incarichi lavorativi e le indagini per scoprire la verità sulla morte di nostro padre. Il tempo disponibile non è molto, per cui bisognerà prestare un’attenzione matematicamente impeccabile per far fruttare al meglio le nove ore diurne. Una volta terminato l’orario di lavoro potremo tornare a casa e spendere un po’ di tempo per noi, guardando la TV o studiando qualche buon libro per apprendere nuove abilità prima di coricarci, preparandoci per una nuova giornata in ufficio.
Naturalmente è proprio nelle stanze del Ministero che si svolge il grosso dell’azione. Qui oltre a rispettare gli obiettivi lavorativi dovremo riuscire a intrecciare rapporti interpersonali con colleghi e superiori. Ed è proprio in queste dinamiche che Beholder 2 mostra la propria ricchezza e profondità di gioco narrativo. Ognuno dei personaggi con cui ci troveremo a interagire avrà un background personale su cui indagare, programmi televisivi preferiti dei quali vuole discorrere per fare amicizia, aspirazioni e debolezze sulle quali far leva per ottenere rispetto o magari una promozione. Godere di buona fama agli occhi di colleghi e superiori sarà tanto importante quanto guadagnare denaro per pagare le bollette del nostro appartamento.
Il sistema creato da Warm Lamp Games prevede infatti di portare in versione videoludica le terribili dinamiche sociali raccontate in opere distopiche come 1984 o tristemente insegnateci dalla storia: nello Stato del Saggio Leader non c’è molto spazio per i sentimenti e qualunque sgarro all’ordine costituito potrebbe significare l’esecuzione di fronte alla folla festante dei nostri collaboratori, piuttosto che una visita a sorpresa della polizia a casa nostra, eventi che ovviamente determineranno il game over. Nell’eventualità che ciò accada la scelta migliore sarà quindi quella di rivedere le nostre scelte e magari dare meno confidenza ai molti personaggi che ci avvicineranno nel corso della storia.
Per risalire la piramide gerarchica del Ministero potremo dunque scegliere se lavorare diligentemente o magari spifferare ai superiori i segretucci dei nostri colleghi, o ancora tormentare la loro psiche affinché decidano in qualche modo di lasciare vacante il proprio posto di lavoro. Naturalmente gli altri faranno lo stesso nei nostri confronti e potremmo ritrovarci con una bella denuncia da parte di un delatore anonimo con cui fare i conti una volta tornati a casa. Le sfaccettature che assume Beholder 2 sono molteplici e testimoniano un ottimo lavoro da parte degli sviluppatori di “trasformare” in gameplay elementi puramente narrativi, lasciando costantemente intendere il mondo che fa sfondo al gioco.
Beholder 2: un mix di generi
Beholder 2 mette dunque al centro del gameplay e della narrazione una serie di scelte e possibilità, il tutto nella mani del giocatore che dovrà fare i conti con la propria coscienza e le proprie capacità deduttive. Sotto questo aspetto il gioco, pur non brillando di originalità, è infatti animato da un bel mix di fasi investigative, narrazione da thriller noir e giochi logico-deduttivi, ben rappresentati da un gradevole 3D che mantiene comunque i tratti minimalisti del primo capitolo. La difficoltà è molto incostante e si passa spesso da incarichi assai facili ad altri molto più ardui da portare a termine.
Il porting su PlayStation 4 dell’opera di Warm Lamp Games presenta però una piccola increspatura rispetto alla versione PC pubblicata mesi addietro. Il titolo infatti non supporta ancora l’italiano e potrebbe risultare addirittura ingiocabile per chiunque non abbia dimestichezza con l’inglese o una qualsiasi delle altre sette lingue disponibili. Infine, giocando, ci si accorge che forse il controller PS4 non è certo lo strumento migliore per “comandare” lo sventurato Redgrave. La risposta ai comandi analogici sembra essere piuttosto lenta e imprecisa, in special modo quando dovremo far camminare il personaggio o selezionare i vari oggetti con i quali è possibile interagire all’interno delle varie stanze. Di contro la navigazione dei menu risulta abbastanza semplice e intuitiva.
A conti fatti, Beholder 2 risulta essere un prodotto molto buono nel suo genere, ma destinato comunque ad un pubblico di nicchia. Il titolo di Warm Lamp Games riesce ad accattivare il giocatore e ad appassionarlo alla articolata trama che racconta, con la stessa facilità con cui potrebbe gettarlo nello sconforto più totale in caso di game over. In ogni caso, Beholder 2 rivela di saper raccontare una divertente discesa nei recessi più subdoli dell’animo umano, mettendo in scena il racconto fin troppo realistico del totalitarismo.