Secondo capitolo della fortunata serie prodotta originariamente per il mercato mobile, PikPok ci presenta una lunga corsa verso la propria sopravvivenza e la salvezza dei propri cari, in un mondo infestato da zombie dai quali è fondamentale riuscire a scappare. Into The Dead 2 è infatti un avvincente endless runner a tema apocalittico che riprende gran parte dei tratti che già caratterizzano il suo predecessore, ma che si arricchisce però di una certa dose d’elementi che gli hanno permesso di conquistarsi una ricca nicchia di giocatori. Uscito infatti inizialmente per dispositivi Android e iOS ben due anni fa, a partire dal 18 ottobre (giusto in tempo per Halloween) il titolo approda definitamente anche su Nintendo Switch, regalando ai possessori della console un’esperienza in linea di massima piuttosto soddisfacente.
Un’infinita corsa verso la salvezza
Into The Dead 2 ci catapulta in un mondo infestato da non morti, in un’America in balia di una grave minaccia e nei quali vestiamo i panni di un ex soldato intento a salvare se stesso e la propria famiglia. Ritrovandosi improvvisamente senza veicolo a causa di un brutto incidente, il suo (e il nostro) scopo diventa quello di correre, per chilometri e chilometri, tra gli zombie che infestano i centri abitati e le lande di prateria, il tutto al fine ultimo di potersi ricongiungere il prima possibile con la sua famiglia.
Correre è quindi alla base di tutto: il giocatore potrà solo selezionare la direzione in cui dirigere il sopravvissuto in modo tale da fargli evitare incontri troppo ravvicinati con i non morti. In nostro aiuto, ovviamente, accorreranno una vastissima scelta di armi (che sarà possibile e doveroso potenziare durante il proseguire della storia) e dei simpatici compagni tra cui scegliere, ovvero alcuni cani di diverse razze e persino un orso e una tigre.
Ovviamente, le munizioni con le quali affronteremo la modalità storia saranno piuttosto limitate: diventa perciò importante essere parsimoniosi con le pallottole e cercare di sparare solo quando strettamente necessario – e in effetti, alcuni livelli si riesce con un po’ di pratica a portarli a termine senza sparare un solo colpo – poiché non sempre riusciremo a farne un’adeguata scorta durante la nostra incessante, maldestra e forsennata corsa.
In tutto, il titolo mette a disposizione ben 7 capitoli principali suddivisi in vari livelli nei quali sarà possibile completare una serie di sfide a punteggio. Completando con successo le sfide, e non limitandosi quindi al mero superamento dei livelli, sarà possibile ottenere monete d’oro aggiuntive – utili, tra le varie cose, per ottenere i potenziamenti delle armi e l’acquisto di oggetti e compagni -, granate, munizioni speciali e coltelli, essenziali per trafiggere gli zombie in caso di malaugurato contatto ravvicinato.
Ulteriore modo per ottenere oro e potenziamenti, comunque, è quello di dedicarsi alla modalità Arcade, nella quale sarà possibile correre all’infinito fino a raggiungere, oltre che un proprio record personale, degli obiettivi di gioco specifici, per ottenere così altri bonus aggiuntivi. A seconda di come verranno portati a termine i vari capitoli principali, comunque, avremo modo di sbloccare un determinato finale fra i tre disponibili. Inoltre, per chi volesse spolpare il titolo fino all’osso, è possibile giocare ad ulteriori missioni secondarie sbloccabili sia gratuitamente, dopo aver portato a termine alcuni livelli intermedi, sia tramite DLC attraverso il Nintendo eShop – quali Ghostbusters e George A. Romero’s Night of The Living Dead.
Game design da titolo mobile
Nonostante l’aggiunta della trama rispetto al capitolo precedente, lo sviluppo narrativo del nuovo capitolo della serie non è certamente il focus principale dell’opera. Il gioco è di fatto un prodotto casual, basato soprattutto sulla continua (ed estenuante) “corsa ad ostacoli” volta al superamento di vari livelli via via sempre più difficili, oltre che sul collezionare i tanti oggetti aggiuntivi in grado d’arricchire la modalità storia.
Sebbene un’aggiunta del genere, quindi, possa eventualmente tentare di renderlo un titolo indicato anche per il mercato su console, in linea di massima Into The Dead 2 non riesce a scrollarsi di dosso quell’impressione di titolo mobile che l’episodio originale del franchise mostrava chiaramente. Questo poiché, tra l’altro, a livello di gameplay sembra di avere tra le mani un prodotto abbastanza semplificato e poco stimolante, probabilmente a causa dell’impostazione stessa del prodotto e per il ristretto uso che fa dei comandi. Nota a sfavore, in questo senso, è anche la poca intelligenza artificiale di cui gli zombie sono dotati: con un po’ di pratica, infatti, è veramente possibile completare il gioco in breve tempo e spesso sparando un numero risicatissimo di colpi, fatto che non stimola poi molto il completamento totale dell’avventura.
Cionondimeno, a livello estetico il titolo si presenta abbastanza curato, tanto che non sembra essere stato pensato e prodotto per un mercato mobile. Interessante è poi la vasta varietà dei livelli e la cura dimostrata per le ambientazioni scelte, così come anche i tanti riferimenti al mondo horror cinematografico – una tra le tante percepibile soprattutto durante le visuali morti. Si è però rivelato poco piacevole vedere un continuo di cadaveri ambulanti che, di fatto, rimarranno sempre tutti uguali – sia in termini d’aspetto che d’abbigliamento – e che se osservati da vicino si mostrano poco dettagliati nei modelli e nei particolari.
Come si comporta su Nintendo Switch
Into The Dead 2 si comporta abbastanza bene sulla console Nintendo. A livello grafico, la modalità docked rende forse meno giustizia all’opera, specie negli incontri più ravvicinati con i non morti. Si riscontrano, tuttavia, dei cali di frame nel menù di selezione, durante il caricamento dei progressi delle ricompense ottenute, e persino durante lo svolgimento dei livelli stessi. Inoltre, ogni tanto è possibile assistere anche a qualche piccolo glitch grafico, a qualche comprenetazione di troppo dei personaggi durante le visuali di morte, e a qualche saltuario refuso di localizzazione nei testi in italiano.
In generale, il titolo sembra essere ben ottimizzato. La batteria dura più di tre ore in modalità portatile, e la console non ha mai bisogno di attivare il sistema di raffreddamento poiché tende a non scaldarsi affatto. Buona aggiunta quella della compatibilità con il Pro Controller, anche se il titolo riesce a farsi apprezzare di più in modalità handled. Interessante poi anche l’implementazione dell’HD Rumble, che viene sapientemente sfruttato in tutti i contesti più concitati.