Bloodstained: Ritual of the Night – Recensione del vero erede di Castlevania

Bloodstained: Ritual of the Night è il degno erede di Castlevania, non per niente, il padre di entrambi i titoli è lo stesso genio: Koji Igarashi; godetevi questa recensione che potrebbe riservarvi diverse sorprese!

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 10 minuti
7.5
Bloodstained: Ritual of the Night

Bloodstained: Ritual of the Night è un titolo interessante e controverso edito da 505 Games e nato dal genio di Koji Igarashi, vero padre del genere metroidvania. Viene spontaneo domandarsi come può un titolo in 2.5D convincere il pubblico in uno scenario volto al free roaming, alla personalizzazione estrema della pelle del personaggio, ad esempio, e alla caratterizzazione in 4K Ultra HD. Eppure il gioco colpisce duro là dove sa che può stupire il giocatore, con effetti grafici interessanti e sagge scelte di level design che miscelano il vecchio e il nuovo: bando alle ciance, è ora di immergersi nel mondo sanguinoso di Koji Igarashi.

Il Rituale della Notte

In Bloodstained: Ritual of the Night vestiremo i panni di Miriam, una ragazza che, sebbene abbia sembianze umane, di umano ha ben poco. L’origine della razza di Miriam è molto complessa, risale a molti anni fa quando, durante una sanguinosa guerra tra bene e male, vennero creati questi esseri senzienti ma privi di cuore chiamati Shardbringer (letteralmente, Portaframmenti) che, grazie all’ottenimento di cristalli del potere, potevano scatenare le magie e i poteri più devastanti di sempre e far vincere la fazione del bene. Chierici e Shardbringer vinsero la guerra e dopo questo evento vi fu un’epurazione da parte dei Chierici i quali, preoccupati di una rivolta da parte degli Shardbringer, li distrussero tutti. Tutti tranne due: Gabel e Miriam, che nascondendosi riuscirono a sopravvivere; una volta tornati nel mondo, i due ragazzi scelsero di dimostrare a se stessi e agli altri che anche loro potevano avere un cuore, sebbene il maschio della coppia scelse la via della vendetta verso coloro che li avevano creati. Miriam inizia così la sua crociata contro il “fratello” provocando in lei sia un profondo sconforto, sia un grande senso di rivalsa nel dimostrare a se stessa che un cuore non viene corrotto necessariamente dal potere, ma dall’uso che se ne fa di quest’ultimo. In questo contesto, accompagneremo Miriam nelle sale di un enorme castello nel quale si è rifugiato il pericoloso Gabel; non mancheranno enigmi e situazioni strane da risolvere che vi lasciamo scoprire da soli, dicendovi solo che non tutto è come sembra.

Nel cuore della notte

Miriam è una Shardbringer e come tale ha accesso a una quantità enorme di poteri che ottiene mediante i cristalli che trova sconfiggendo i molteplici mostri inseriti nel gioco. Ogni avversario che vi si parerà davanti potrà infatti darvi diversi oggetti, siano questi armi, armature, accessori e cristalli. Di armi ce ne sono davvero molte: spade a una mano, spadoni a due mani, bastoni, lance, alabarde, katane, stivali da combattimento, fruste e addirittura armi da distanza come pistole e balestre; ognuna di queste ha le sue peculiarità e progredendo nel gioco si potranno addirittura fondere fino a ottenere armi leggendarie infuse di poteri elementali che, oltre a infliggere determinati danni, possono scatenare violente magie contro il nemico. Grandi assenti in questo titolo sono gli scudi che invece erano presenti nella precedente opera monumentale di Igarashi; ci riferiamo a Castlevania Simphony of the Night, titolo a cui Bloodstained attinge a piene mani in termini di design e tipologia. Nel gioco sono presenti solo due armature che cambiano il costume della nostra protagonista: uno di questi è un Grembiule da cameriera, mentre l’altro cambia l’aspetto della protagonista facendole indossare un’armatura armata di una pala. Vi sono poi gli accessori che si compongono di anelli, copricapi e maschere: i primi forniscono dei bunus, ma non cambiano l’aspetto del nostro personaggio, mentre copricapi e maschere cambieranno l’aspetto di Miriam. In ultimo, ma non certo per importanza, vi sono i Cristalli che, come dicevamo poco sopra, sono elementi che ogni nemico può rilasciare e che si dividono per forma e colore:

  • Rosso: sono in genere cristalli dediti a magie di attacco, come il lancio di palle di fuoco, fulmini, rane o pipistrelli, ma anche portentosi draghi che sputano fuoco.
  • Viola: sono magie di secondo livello in genere passive che si attivano e creano scudi, proteggono Miriam con degli elementi etc.
  • Verdi: Elementi passivi che evocano dei famigli che seguono sempre Miriam, aumentano di livello e proteggono la nostra eroina oltre che attaccare il nemico con le più disparate magie.
  • Gialli: questi servono come elementi del tutto passivi che aumentano determinate caratteristiche, come l’abilità nell’uso di una determinata arma.

I cristalli possono essere potenziati in modo da aumentarne l’efficacia diretta: ad esempio potreste scegliere di potenziare Riga Dohin, una potente magia che spara palle di fuoco che restano sospese in aria in modo sia da aumentare la durata della magia, sia da ridurne il costo di mana, sia da aumentarne i danni. La scelta su come potenziare Miriam sta a voi, potreste avere un’eroina basata sulla lunga distanza e forte di magie devastanti, oppure potreste propendere per una combattente a corto raggio che usa la magia solo per difendersi o curarsi. Esistono perfino delle scorciatoie che vi permettono di pre-selezionare tutto del personaggio (armature, armi, oggetti e frammenti) in modo da cambiare in qualsiasi momento build ed essere sempre efficienti.

In Bloodstained: Ritual of the Night esistono diversi personaggi secondari tra cui spiccano il Curatore della biblioteca, un vampiro che vi darà accesso a dei libri comodi per aumentare passivamente i valori di Miriam, e il “parrucchiere” che vi consentirà di curare l’aspetto della vostra protagonista. Vi è poi il samurai Zangetsu, personaggio misterioso già protagonista del primo capitolo di Bloodstained – Cursed of the Moon. Zangetsu dapprima apparirà come un nemico, ma con l’avanzare della storia i due diverranno amici. A livello di level design il lavoro svolto è enorme: il castello è vasto, ricco di elementi e pieno di mostri dalla più disparata forma e versione, al punto che davvero non ci si annoia mai né ad esplorarlo né ad affrontare le più impegnative boss fight (davvero belle e ognuna diversa dalle altre). Non manca un backtracking davvero impegnativo, al punto che a volte non saprete davvero dove andare: ma non preoccupatevi, basterà un minimo di ingegno e ogni spiegazione vi salterà in testa. Non mancano poi le pareti fantasma da rompere per rivelare tesori pazzeschi e, talvolta, livelli bonus da non prendere assolutamente sotto gamba.

La notte eterna

Bloodstained: Ritual of the Night è un gioco d’altri tempi con la giusta vena moderna che permette ai giocatori più attempati di viversi un’avventura old style con l’aggiunta di elementi moderni. Il saper miscelare un action a scorrimento orizzontale con dettagli ed elementi di giochi moderni presi dai più disparati action/rpg come Dark Souls (dal quale è stato preso sicuramente la varietà dei mostri, il fatto che ognuno di loro sia peculiare e che si debba imparare come affrontare ogni singolo nemico) e Zelda (da cui oltre gli elementi come la varietà delle armi, si prende anche la parte relativa alla cucina – sì, potrete far diventare Miriam un esperta cuoca in modo da crearvi risorse alternative che vi aumenteranno le statistiche e vi ridaranno sia salute che mana -), unito allo stile di Castlevania già citato in precedenza può certamente mettere d’accordo il vecchio giocatore e intrigare il nuovo. Il titolo dice la sua, colpisce lo spettatore che si gode una storia ben narrata e articolata, dove non mancano colpi di scena interessanti e dove il gameplay fa da padrone, forte di elementi peculiari come i Frammenti (o shard se preferite). Bloodstained: Ritual of the Night ha dunque dei difetti? Sì, ci sono e alcuni di loro sono anche molto fastidiosi. Nel corso delle diverse ore passate sul gioco, nella versione Sony PlayStation 4 abbiamo riscontrato dei caricamenti biblici, al punto che morire nel corso della partita rappresentava un ostacolo in termini pratici di tempo con attese di anche tre minuti. Su Nintendo Switch, sebbene i caricamenti siano nettamente più veloci che su PS4 (sia in modalità Dock che in modalità portatile), sono invece presenti pesanti cali di frame rate (anche quando si hanno pochi elementi a schermo), continui crash dell’applicazione e in generale una barbarica riduzione massiccia della grafica in modalità portatile, al punto che si fa fatica a percepire una grafica HD. Il gioco è quindi molto valido, ma i problemi presenti inficiano la nostra valutazione finale. Non ci rimane che sperare che con il tempo tutti questi bug vengano corretti.

Bloodstained: Ritual of the Night
7.5
Voto 7.5
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.