In questi anni molti di noi hanno imparato ad apprezzare Phoenix Wright, il celebre avvocato protagonista dei primi tre capitoli della serie Ace Attorney. L’abbiamo conosciuto per la prima volta nel 2006 su Nintendo DS con Phoenix Wright: Ace Attoney e poi negli anni successivi con Phoenix Wright: Ace Attoney – Justice for All e Phoenix Wright: Ace Attoney – Trials and Tribulations. Grazie alla sua simpatia, ma soprattutto alla sua determinazione nel portare alla luce la verità, i videogiocatori si sono sentiti a lui affini e hanno stretto con questo personaggio un legame indissolubile. Proprio per questo motivo Capcom nel corso degli anni ha deciso di riproporre questi tre giochi all’interno di un’unica collezione, permettendo così anche a chi non ha avuto la fortuna di possedere un Nintendo DS di provare quest’incredibile esperienza. Nel 2012 e nel 2014 questa collection arriva così rispettivamente su dispositivi mobile e su Nintendo 3DS, stregando con la sua trama e il suo gameplay sempre più persone. Consapevole del crescente successo della serie, Capcom, ad aprile 2019, pubblica Phoenix Wright Ace Attoney Trilogy anche su PC (versione da noi oggi in esame). Siete dunque pronti a scoprire cosa ne pensiamo?
Innocente… fino a prova contraria
Prima di analizzare veramente questa trilogia sono certo vi sia bisogno di un piccolo ripasso che aiuti i nuovi giocatori a capire questa serie. Le tre opere di cui si compone questa collezione possiedono una struttura portante in comune che possiamo dividere in tre sequenze: ogni caso, nonostante spesso sia a sé stante, prevede che il giocatore faccia la conoscenza del suo cliente (solitamente le prove contro questa persona sono schiaccianti e la loro colpevolezza sembra scontata), vada poi a investigare sulla scena del crimine rinvenendo informazioni e indizi non trovati dalla polizia e in ultimo affronti il processo, dimostrando l’innocenza del proprio assistito attraverso la propria arringa difensiva e smentendo le contraddizioni dei testimoni.
Il gameplay si basa quindi sia su meccaniche punta e clicca, sia su meccaniche da Visual Novel e prevede che il giocatore legga tutti i dossier in suo possesso, analizzi gli oggetti trovati sulle scene del crimine e incalzi testimoni e procuratori sulle loro dichiarazioni fallaci. Se pensate che non vi sia sfida in questo titolo vi sbagliate di grosso, però: infatti vi saranno concessi un numero di errori limitati durante il processo e, continuando a perpetrare i vostri errori porterete a condannare un innocente, fallendo così la vostra missione. Il secondo e il terzo capitolo della serie inseriscono poi anche una nuova meccanica che aggiunge ulteriore sfida al gioco: i lucchetti dell’anima. Grazie alle capacità spirituali della nostra assistente potremo infatti vedere questi lucchetti su ognuna delle persone che andremo a interrogare e, con le giuste domande, riusciremo a scioglierli e a scoprire utili verità da utilizzare nei nostri processi. Badate bene però, anche qui i tentativi non sono illimitati, anzi…
A supportare un gameplay divertente e con un buon grado di sfida, vi è anche una trama ben scritta e ricca di colpi di scena: il giocatore sarà infatti così tanto intrigato dalla storia che sarà portato a vestire i panni del giovane avvocato in maniera ancor più calzante, prendendo ogni caso sul personale e continuando a difendere a spada tratta il suo assistito fino alla sua completa assoluzione. A potenziare ancor di più una narrazione tanto bella, vi sono anche personaggi così ben caratterizzati, che vi porteranno a provare emozioni contrastanti come amore e odio, pietà e crudeltà.
Objection!
Il titolo di questo paragrafo è stato scritto volutamente in inglese e non si tratta di una mera casualità. Se infatti i primi tre capitoli della serie Ace Attoney erano stati magistralmente tradotti in italiano su Nintendo DS, lo stesso non vale per questa trilogia, e ci risulta difficile capire la scelta operata dall’azienda, considerando il lavoro precedentemente svolto. Molto spesso la localizzazione dei videogiochi nella nostra lingua, che rende sicuramente le opere più godibili, non intacca però così tanto l’esperienza finale del giocatore, ma non è questo il caso. Come avrete sicuramente appreso nel precedente paragrafo, in Phoenix Wright Ace Attoney Trilogy l’utente vive la dura esperienza del tribunale, con testimoni che mentono e procuratori distrettuali impavidi che propongono la loro versione dei fatti in maniera dettagliata, anche se alle volte fallace. Lo scopo del giocatore è proprio quello di trovare le incongruenze nelle ricostruzioni e utilizzare le prove ottenute per pronunciare la propria arringa difensiva e vincere il processo; un compito già arduo con un’accurata traduzione in italiano, a cui viene aggiunta ulteriore difficoltà dalla mancata localizzazione. Per cogliere infatti tutte le diverse sfumature dei dialoghi e capire esattamente (senza andare troppo a tentoni) dove l’accusa si sta sbagliando, bisogna possedere una fluente conoscenza della lingua inglese, requisito che scoraggia sicuramente moltissimi dei possibili acquirenti di questa trilogia.
Sia ben chiaro, il gioco in sé è davvero ben fatto e vanta una storia solida e molto bella e un gameplay divertente e mai noioso, ma la mancata traduzione in italiano di quest’opera rischia di rovinare l’esperienza di coloro che non masticano alla perfezione la lingua inglese, impedendogli di cogliere tutte le sfumature di cui è composta la serie.