È davvero incredibile vedere quanto SEGA abbia creduto in Sonic Racing CrossWorlds. Non lo diciamo con ironia ma, al contrario, non possiamo nascondere di essere sorpresi di poter giocare a quello che è – a conti fatti – il quarto capitolo di una serie tormentata. E non è stata la traballante qualità di un gioco rispetto al precedente a creare un pericoloso precedente, quanto la ricorrente mediocrità che caratterizzava i vecchi titoli.
Non nascondiamo di aver storto il naso all’annuncio di Sonic Racing CrossWorlds, andando a puntare il dito contro SEGA che stava allocando le risorse del Sonic Team su un gioco di corse piuttosto che su un nuovo capitolo della serie principale. Tuttavia, dopo aver provato il titolo durante la beta, e dopo esserci divertiti per molte ore, anche in compagnia di amici, sull’opera, siamo felici di ricrederci.
Gli anni di titoli non convincenti sul fronte automobilistico hanno dato al Sonic Team modo di ragionare. Il colosso giapponese – e una piccola fetta di pubblico – era soddisfatto del precedente Team Sonic Racing, ma così come l’ancor più anziano Sonic All-Stars Racing Transformed, lasciava fin troppo a desiderare. Tuttavia, con il passare del tempo il team di sviluppo ha dimostrato di saper cogliere le imperfezioni e migliorare, anzi “potenziare”, ciò che è divenuto oggi Sonic Racing CrossWorlds.
Il risultato è sì l’ennesimo gioco di corse dedicato al porcospino blu e compagnia, ma con una lunghissima serie di migliorie quality-of-life che hanno completamente cambiato le carte in tavola, permettendo al titolo di competere con quel gigante imperfetto qual è Mario Kart World. Prima tra queste è sicuramente l’entrata in scena di un portale che trasporta i piloti – senza soluzione di continuità – in un circuito completamente differente per un solo giro, creando da solo un elemento di varietà costante e piacevolmente imprevedibile.
Tra un mondo e un altro, senza soluzione di continuità
Tra l’altro, il Sonic Team ha avuto l’intuizione di aggiungere due possibili tracciati in cui teletrasportarsi: uno casuale e un altro visibile al giocatore in prima posizione, che potrà scegliere in quale dei due spostare la gara. Per quanto possa sembrare un piccolo dettaglio, c’è da dire che chi prenderà le gare con maggiore competitività avrà modo di sfruttare meglio la combinazione pilota-veicolo.
Un appunto che ci sentiamo di fare è che la transizione tra un circuito e un altro, per quanto istantanea possa essere, può causare qualche piccola perdita di frame e inoltre presenta un breve “flash” che, combinati, possono causare un istante di confusione. Tuttavia, specifichiamo, è un minuscolo dettaglio che grava davvero poco sul gameplay in generale.
Questa sensazione è chiaramente dovuta al fatto che ogni scenario si presenta molto differente l’uno dall’altro, almeno scenograficamente, ed è sempre presente qualche elemento di level design che può mescolare le posizioni in gara. Che sia una scorciatoia oppure un pericolo ambientale unico, c’è sempre da tenere gli occhi aperti non solo per stare attenti agli attacchi degli avversari, ma anche per mantenere il proprio posto. Chi ama il franchise di Sonic, tra l’altro, resterà felice nel vedere come alcuni luoghi in particolare vengano riprodotti con grandissima fedeltà o, comunque, come vengano omaggiati con ostacoli, nemici o situazioni dal grande fattore nostalgico.

C’è da dire che non viene mai davvero spiegato in che modo, concretamente, si è venuto a creare questo misterioso collegamento tra diversi mondi. Di fatti, non è presente quasi nessun elemento narrativo che vada a spiegare cosa succede: a parte qualche scena iniziale che serve solo a guidare il giocatore verso le varie modalità, non viene illustrato un motivo per cui i vari piloti – tra cui alcuni come Spongebob o Steve di Minecraft – si trovino nel mondo di Sonic.
Non si tratta di una mancanza sentita (per qualcuno sarà il contrario) ma sarebbe stato piacevole poter scoprire qualcosa in più sui legami tra personaggi. Questo, soprattutto perché molti dei volti meno conosciuti nel roster sono doppiati in italiano, e vi garantiamo che i fan ne saranno molto felici.
Ad introdurre al gioco c’è Dodon Pa, che avevamo conosciuto nel precedente Team Sonic Racing, che spiegherà anche i comandi e le principali dinamiche di gioco. Il tutorial fa il suo lavoro, è vero, ma è proprio qui che troviamo quello che è uno dei maggiori difetti. A parte i controlli di base, non vengono spiegati fattori che possono essere cruciali per godersi appieno l’esperienza di gioco: nessuno ci ha detto che anche solo strusciare contro un muro in derapata ci rallenta drasticamente o, banalmente, come vanno utilizzati gli strumenti.

Questi ultimi sono stati un argomento di grande disaccordo tra i giocatori, tra chi riteneva fossero più che comprensibili e chi non aveva idea di come usarli. La verità, secondo noi, sta un po’ nel mezzo: buona parte degli oggetti sono quasi identici a quelli che conosciamo a memoria in Mario Kart, solo con sembianze differenti. Altri strumenti, come alcuni Wisp, risultano invece un elemento inedito per Sonic Racing CrossWorlds, sebbene i fan del porcospino li conoscano ormai dal 2011.
Ciò che ha innegabilmente confuso tutti è il modo in cui tutte queste armi vadano a funzionare tra di loro. Sappiamo già che un guscio rosso di Mario raggiunge automaticamente il giocatore successivo, che può difendersi tenendo una banana dietro, ma come funzionano tutti questi strumenti inediti? La risposta va trovata principalmente nel gameplay, sperimentando e passando del tempo – purtroppo – a imprecare contro un titolo che, almeno in questo, potrebbe farsi disprezzare.
Piloti e veicoli, tra confusione e curiosità
Ancor meno chiara inizialmente è la differenza tra un tipo di pilota e un altro in quanto, come abbiamo accennato poc’anzi, presentano differenti categorie: c’è il tipo velocità, accelerazione, stabilità, potenza e turbo (rilegato unicamente ad Hatsune Miku, per qualche motivo). Così come i piloti, anche i veicoli hanno le stesse categorie, ed è proprio questo l’elemento ludico migliore di Sonic Racing CrossWorlds, ovvero la possibilità di trovare esattamente la combinazione che più fa per noi.
Per fare un esempio concreto, durante le prime ore di prova avevamo non poca difficoltà a fare curve in derapata senza strusciare contro i bordi del circuito. Cambiando prima personaggio e poi sperimentando con i veicoli, abbiamo capito di trovarci molto meglio con la categoria stabilità, e abbiamo iniziato a divertirci ancora di più.
Credeteci quando diciamo che passerete ore a trovare il personaggio e il veicolo che più fa per voi, divertendovi nel frattempo perché l’unico modo di capire con quale set vi trovate meglio è proprio giocare. Non solo, se volete smussare qualche dettaglio tecnico del vostro mezzo potrete farlo, in quanto il titolo dà la possibilità di creare veicoli – quasi – completamente personalizzati.
L’editor permette, di base, di modificare la parte frontale e posteriore delle auto o degli extreme gear (le tavole volanti in stile skate, per chi non ha giocato i Sonic Riders) incluse le ruote ove presenti. Ognuno degli elementi scelti aggiungerà una sottile miglioria di una caratteristica del veicolo, contrapposta a un relativo debuff, permettendo di perfezionare ancor di più i controlli delle auto. Gli amanti della personalizzazione apprezzeranno molto le innumerevoli possibilità di scelta tra colori e addirittura materiali, oltre ai tantissimi sticker da aggiungere a piacimento sui veicoli. Insomma, è difficile spiegare ulteriormente quanto ci siamo divertiti a scoprire qual è il nostro stile di gioco più adatto in Sonic Racing CrossWorlds.
Tanti gadget ad arricchire il gameplay
Il gameplay del titolo va ad espandersi ulteriormente grazie all’introduzione dei gadget, ovvero dei potenziamenti di diverse categorie completamente personalizzabili. Per farlo, l’utente ha a disposizione una tavoletta su cui inserire più modifiche che, in base alla potenza dell’effetto occuperanno da uno a tre spazi.
Ben catalogati tra di loro, i gadget sono l’aggiunta che amplia la profondità dell’impianto ludico per i giocatori che hanno già fatto qualche gara. Quando si dà il controller ad un amico, al contrario, rischia di perdere troppo tempo a capire il loro funzionamento in pista o, ancor peggio, saltano completamente questa fase. Dal momento che, come abbiamo già detto, ci vuole tempo per capire dinamiche e meccaniche di gameplay – altrimenti non spiegate – inizialmente alcuni gadget potrebbero essere eclissati da altri con modifiche più evidenti.

Ciò che invece risulta molto più comprensibile è la gestione delle varie modalità di gioco. È presente il classico gran premio, disponibile fino a 4 giocatori in schermo condiviso, dove gli utenti potranno selezionare una serie di circuiti e la velocità dei veicoli in perfetto stile Mario Kart. Tuttavia, una piacevole introduzione è quella dei rivali, ovvero avversari che in un gran premio si presenteranno come nostro diretto concorrente. Aspettatevi quindi un’intelligenza artificiale più elevata e azioni generalmente più aggressive da questi personaggi la cui difficoltà, tra l’altro, può essere modificata prima di entrare in partita.
Tra le modalità di gioco è presente il sempreverde attacco al tempo e l’inedito Parco delle Corse, ovvero l’area “party” di Sonic Racing CrossWorlds. Si tratta di una scelta che, su carta, potrebbe essere la più valida in multigiocatore grazie alla presenza di gare con regole molto particolari, sebbene non riesce sempre a rappresentare un’opzione valida per chi non ha mai giocato, proprio a causa di una poca chiarezza delle regole di gioco.
Ciononostante, specifichiamo un dettaglio molto importante, che non vogliamo assolutamente che passi in secondo piano. È vero che, da una parte, Sonic Racing CrossWorlds potrebbe apparire caotico e confusionario per chi non lo ha mai giocato prima, ma è anche necessario sottolineare che non servono troppe partite per godersi una gara.

“Come in Mario Kart”
La recensione che state leggendo è sì un’analisi retroattiva del titolo, ma che necessita inevitabilmente la ricerca di difetti, che in questo gioco sicuramente non mancano. Tuttavia, fatti alla mano, Sonic Racing CrossWorlds riesce ad essere divertente, anzi, molto piacevole da giocare in compagnia e specificare troppo le pecche dell’impianto ludico sarebbe solo riduttivo e gravoso sull’opinione finale. Facciamo un esempio concreto: dopo aver giocato per molte ore, abbiamo avuto modo di provare con amici il multiplayer. Mettersi ad elencare tutte le meccaniche e dinamiche avrebbe richiesto troppo tempo, per cui ci siamo riassunti con un semplice “con A si accelera, pensate a Mario Kart”. Il risultato? Si sono divertiti tutti nella stanza e, anche se hanno avuto qualche intoppo con gli strumenti e hanno completamente evitato i gadget, alla fine dei conti hanno avuto un’esperienza molto positiva.
Diremo di più: la presenza dei portali durante le gare e di personaggi assurdi come il Creeper di Minecraft o Hatsune Miku hanno addirittura stampato un sorriso sul loro volto. Dopo un gran premio, hanno iniziato a sperimentare con i piloti e i veicoli, e qualcuno ha provato i gadget. Questo è Sonic Racing CrossWorlds, un’esperienza che si rinnova ed evolve a ogni partita, adattandosi quasi sempre bene ad ogni stile di gioco.
Stesso discorso in giocatore singolo, dove siamo rimasti molto felici nel vedere come, al completamento di tutti i gran premi principali, abbiamo sbloccato tanti veicoli, modalità e qualche segreto che danno un motivo validissimo per tornare in gara. È vero – lo ribadiamo – nonostante le tante ore dobbiamo ancora capire molte dinamiche di gioco, talvolta importanti, ma il titolo è strutturato in modo tale da rendere la rigiocabilità un fattore costante.

