Demon Slayer: Il Castello Dell’Infinito Recensione, l’inizio della trilogia finale

Demon Slayer: Il Castello Dell'Infinito è il primo capitolo della trilogia finale che concluderà l'adattamento animato del manga di Koyoharu Gotouge. Ecco la nostra recensione!

Giorgio Maria Aloi
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Recensioni
Lettura da 10 minuti
8 Ottimo
Demon Slayer: Il Castello Dell'Infinito

Demon Slayer: Il Castello Dell’Infinito (Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba – The Movie: Infinity Castle) è un film del 2025 d’animazione giapponese del 2025 diretto da Haruo Sotozaki e scritto da Koyoharu Gotouge (autore del manga) e da Hikaru Kondō (dove quest’ultimo riveste anche il ruolo di produttore del film). Si tratta del primo capitolo della trilogia finale, che andrà a concludere l’adattamento animato del manga di Gotouge.

Entriamo nel Castello Dell’Infinito

Tanjiro Kamado è ovviamente il nostro protagonista, un ragazzo unitosi a un’organizzazione dedita alla caccia dei demoni dopo che la sorella minore Nezuko è stata trasformata in uno di essi. Acquisendo sempre più forza e approfondendo i legami di amicizia con i suoi compagni, Tanjiro ha combattutto molti demoni con i suoi commilitoni Zenitsu Agatsuma e Inosuke Hashibira. Il suo viaggio lo ha portato a combattere al fianco di alcuni spadaccini dei più alti ranghi, gli Hashira (i Pilastri).

Mentre gli Hashira e gli altri cacciatori di demoni sono impegnati nell’Hashira Training, un allenamento fisico di gruppo in preparazione all’imminente battaglia contro i demoni, Muzan Kibutsuji si presenta alla Ubuyashiki Mansion. Con il capo della Squadra dei cacciatori di demoni in pericolo, Tanjiro e i Pilastri accorrono al quartier generale, dove però per mano dello stesso Muzan vengono trasportati in un luogo misterioso. Si tratta della fortezza dei demoni: il Castello dell’Infinito. Il campo di battaglia è pronto e lo scontro finale tra la Squadra dei cacciatori di demoni e i demoni si accende.

L’impatto del genere shōnen

Il pubblico che legge i manga e/o che guarda anime ha sempre avuto una predisposizione al genere shōnen. I motivi per cui questo genere attira di più, sono la combinazione di elementi chiave come protagonisti forti e in crescita, trame incentrate sull’avventura e il combattimento, ma anche tematiche universali come l’amicizia, la perseveranza e il raggiungimento di obiettivi, e uno stile accattivante.

Gli shōnen presentano spesso un protagonista giovane e inizialmente debole (o forse è più giusto dire, “alle prime armi”), che attraverso sfide, combattimenti e allenamenti impara a diventare più forte, raggiungendo vette sempre più alte. Le storie si basano su avventure epiche, battaglie emozionanti e la scoperta di poteri speciali, tenendo lo spettatore o il lettore costantemente coinvolto.

Oltre ai protagonisti, gli shōnen presentano spesso un cast variegato di personaggi secondari distinti e archi narrativi propri, che arricchiscono la storia. Tutto questo viene accompagnato da uno stile visivo dinamico e da scene di combattimento spettacolari, che tengono accesa l’attenzione e generano eccitazione. Tutti elementi vincenti ed importanti che rendono lo shōnen un genere molto popolare; alcuni esempi di grande fama sono opere come Dragon Ball, Naruto, One Piece e lo stesso Demon Slayer.

I motivi del successo di Demon Slayer

Oltre all’azione e all’intrattenimento, Demon Slayer è un racconto che sottolinea come le sfide, anche le più difficili, non debbano essere interpretate come una sconfitta, ma come un’opportunità per forgiare la propria forza interiore e trasformare il dolore in un motore per un futuro libero dalla paura, come la luce dell’alba che scaccia la notte più lunga. Il significato profondo del manga risiede nel tema della resilienza e del coraggio umano di fronte alle avversità, celebrando l’amicizia, il coraggio, il sacrificio e la capacità di superare il dolore e le tenebre per forgiare un futuro migliore.

Il “significato nascosto” o profondo di Demon Slayer risiede nei suoi temi di coraggio, amicizia, sacrificio e trasformazione. La storia di Tanjiro Kamado, che cerca di guarire la sorella demone e di vendicare la sua famiglia, è una metafora del superamento del dolore e della paura per costruire un futuro migliore. L’opera esplora la lotta contro le avversità e il valore del legame umano, trasformando le difficoltà in una forza che porta alla luce un futuro più luminoso.

Ci si avvicina al gran finale

Dopo ben quattro stagioni (e anche film che sono stati riproposti in episodi), Demon Slayer ha iniziato la sua corsa verso la fine con una trilogia che sarà proposta direttamente al cinema (una scelta piuttosto azzeccata), e questo è il primo capitolo. Al momento, la fine dell’opera di Gotouge è conosciuta solo dai lettori del manga, ma dopo la visione del film si può constatare che si stiano giocando bene le carte, e che il finale avrà un adattamento che renderà giustizia alla controparte cartacea.

Il Castello Dell’Infinito è la dimensione surreale e mutevole in cui si svolge la battaglia finale tra Muzan Kibutsuji e i cacciatori di demoni e funziona come una dimostrazione del potere e del terrore di Muzan, creando un ambiente instabile e illusorio che simboleggia l’impossibilità apparente di sconfiggerlo. Il castello manipola le leggi della fisica e viene governato dal demone Nakime, che lo controlla con il suono del suo biwa.

Tutti i protagonisti, con le loro battaglie e le loro questioni personali, si trovano tutti lì, e il Castello è si tramuta in un luogo dimora di demoni esteriori ed interiori. Le pareti mutevoli e la fisica distorta creano un senso di disorientamento e disperazione, rendendo difficile ai protagonisti capire dove si trovano e come proseguire, all’interno del castello. Nonostante la sua natura terrificante, il castello è anche il luogo dove i cacciatori devono dimostrare il loro coraggio per affrontare Muzan e porre fine alla sua tirannia, tra lotte contro i demoni e contro sé stessi.

Spettacolarità ed emozione

Il film può piacere sia ai fan dell’anime (o degli anime in generale) e può avvicinare anche i nuovi all’opera, perché la trama è scritta talmente bene da riuscire a venire incontro a chi non ha mai letto un capitolo o visto un episodio dell’anime. Questi ultimi non conosceranno tutti gli eventi che hanno portato a quel momento, ma riusciranno a capire qualcosa, e ad entrare perfino in empatia con i protagonisti. Con una durata apparentemente eccessiva per essere un primo capitolo di una trilogia, la trama scorre con un ritmo abbastanza serrato, anche se verso la fine, e in un momento specifico, si percepisce un calo, ma l’emozione che si prova compensa ciò e non fa pesare l’eccessivo minutaggio.

Ogni personaggio presente ha il suo spazio e c’è il giusto bilanciamento, come se si vedessero vari episodi di fila con un protagonista diverso per ciascun arco mostrato. In questo modo, si può notare la loro caratterizzazione e la motivazione che li ha fatti diventare ciò che sono, e tra combattimenti spettacolari e movimenti in slow-motion, si trova il giusto connubio tra spettacolarità ed emozione, sia per il passato dei personaggi che per i combattimenti.

Un montaggio che passa da un combattimento ad un flashback che può infastidire qualcuno, ma tantissime persone saranno travolte dalle emozioni che si provano. Quindi, non punta solo sull’azione ma anche sulla riflessione sociale e morale, in un mondo crudele che esplora sia la dimensione umana che quella demoniaca, oltrepassando spesso la linea di confine tra bene e male.

Animazioni fluide e buone speranze per i sequel

Ma un’altra carta vincente del lungometraggio è l’animazione fluida che lo accompagna per tutto il tempo, assieme alla colonna sonora da brividi, cose che lo rendono un’esperienza cinematografica indimenticabile anche dal punto di vista visivo ed emozionale.  Un preludio convincente che dà buone speranze sia per il futuro dell’anime, mentre i cacciatori cercano di non perderla per mettere fine alla tirannia di Muzan e rendere il mondo un posto migliore.

È l’ambientazione principale dell’ultimo grande scontro, in cui i demoni e i cacciatori combattono fino a che il sole non sorgerà, l’unica cosa che può sconfiggere definitivamente i demoni e che può segnare l’alba di un nuovo giorno e di un mondo migliore. Insomma, un primo capitolo piuttosto longevo che punta tanto sulla spettacolarità e sull’emozione, ma non è ancora l’atto finale. Si tratta del preludio all’Arco del Conto alla Rovescia all’Alba, che concluderà la storia con il sorgere del sole e la resa dei conti con il temibile Muzan. Se il primo film è stato realizzato così, ci sono buone speranze e più curiosità per i due sequel in arrivo nei prossimi anni.

Demon Slayer: Il Castello Dell'Infinito
Ottimo 8
Voto 8
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