Bendy: Lone Wolf, spin-off della ormai affermata e apprezzata saga di Bendy prodotta e sviluppata da Joey Drew Studios, è una rivisitazione per console, PC e mobile di una versione uscita tempo addietro esclusivamente per Android, IOS, Windows e Mac: Boris and the Dark Revival. In questo gioco impersoneremo, come nella versione precedente, un povero Boris bloccato nel loop della maledizione dell’inchiostro, costretto a ripercorrere i vari piani degli Studi di progettazione dei cartoni animati di Bendy alla ricerca di risorse utili per sopravvivere.
Si tratta di un roguelite spietato e strutturato in modo tale da dover ripetere più volte gli stessi ambienti per potenziarsi e sbloccare sezioni speciali all’interno del Rifugio di Boris, braccati come sempre dal Demone dell’Inchiostro, più cattivo che mai. Negli ultimi giorni abbiamo provato Bendy: Lone Wolf per voi su PC (Steam), e questa è la nostra recensione.
La maledizione del Demone dell’Inchiostro
Come abbiamo appreso dai precedenti prodotti videoludici della saga di Bendy di Joey Drew Studios, la Macchina dell’Inchiostro ha avviluppato lo studio di produzione e registrazione di cartoni animati – e i cartoni animati stessi – in una maledizione che si sviluppa in un loop infinito, necessario per provare più e più volte a fermare l’ormai onnipresente e sempre più aggressivo e potente Demone dell’Inchiostro. Il Demone, generato dalla Macchina stessa, ha ormai preso possesso degli studi e tiene in pugno ogni povera anima sopravvissuta alla contaminazione dell’inchiostro maledetto, e ha come unico scopo quello di distruggere il mondo creato da Joey Drew e dalla sua troupe.
In Bendy and the Dark Revival, nello specifico, abbiamo scoperto che Wilson, fingendo di aver battuto la creatura d’inchiostro, progettava la creazione di una nemesi per il Demone, implementando nel suo progetto un’anima ben specifica per la sua realizzazione. All’interno di Bendy: Lone Wolf ritroviamo diversi poster sui muri che riportano la “campagna elettorale” di Wilson in cui si autoproclama colui che ha ucciso il Demone dell’Inchiostro pur di ottenere fiducia dagli abitanti degli Studios, riuscendo però a convincere solamente coloro che erano troppo timorosi di avventurarsi oltre la grande città creata da Wilson stesso.
Tutti questi dettagli ci portano a pensare che Bendy: Lone Wolf possa essere collocato cronologicamente tra Bendy and the Ink Machine e Bendy and the Dark Revival, concentrandosi però esclusivamente sul povero Lupo Boris, rimasto solo e con la necessità di procurarsi oggetti da portare nel suo Rifugio, necessari alla sua sopravvivenza.
Ascensore per l’inferno
Il gioco, come detto precedentemente, è un roguelite con visuale dall’alto ambientato nell’universo di Bendy, quindi con la solita tecnica grafica unica e inimitabile in stile cartoon anni 20 con predominanza di giallo e nero, in cui dovremo cercare risorse, chiavi, nastri e tanto altro in tutti gli ambienti degli studi di produzione che abbiamo già conosciuto nei precedenti capitoli. Durante le nostre esplorazioni saremo braccati dal Demone dell’Inchiostro (e non solo) e dovremo affrontare i soliti nemici d’inchiostro già presenti negli altri giochi della saga, con Boris armato inizialmente di una padella, ma via via sostituibile con armi sempre più forti dopo aver trovato gli opportuni potenziamenti.
La stamina e la salute sono ripristinabili tramite dei punti di ristoro con l’insegna del caffè, e oltre a vari armadietti apribili e cassettini in cui frugare, sono presenti anche tanti nascondigli, che una volta lasciati si possono occupare nuovamente dopo qualche secondo di ricarica: motivo per cui è importante assicurarsi che il pericolo si sia davvero allontanato prima di uscire allo scoperto. Correre consuma velocemente la stamina, e anche in questo caso è importante pianificare uno sprint di fuga quando è strettamente necessario per non rimanere sprovvisti al momento del bisogno.
In Bendy: Lone Wolf sono selezionabili tre livelli di difficoltà: facile, dove i nemici son più deboli e gli oggetti più facili da reperire; normale, per una sfida più bilanciata; e difficile, in cui è presente la morte permanente. Tre è anche il numero tasti utilizzabili principalmente: il tasto di interazione, il tasto per attaccare e il tasto per correre. Sottolineiamo anche che i controller di Xbox e PS son compatibili con la versione Steam, facendo sì che ci sia ampia scelta su come approcciarsi al gioco con la versione PC.
Ogni livello, definito e scandito in Giornate, inizia con la discesa di Boris nell’inferno degli studi infestati dall’inchiostro e dai suoi malefici abitanti, tramite un ascensore che sarà accessibile solo una volta ottenute tutte le risorse che Boris si era prefissato di recuperare: una volta presa l’ultima risorsa il Demone dell’Inchiostro ci braccherà più assiduamente per impedirci di rientrare nell’ascensore e scappare nel Rifugio. Tra i vari oggetti recuperabili nei vari piani, oltre a chiavi, fusibili e nastri vari, sono ottenibili anche i tasti dell’ascensore, che ci permetteranno di accedere ad altri piani per poter continuare la nostra discesa nell’Abisso d’Inchiostro.
Boris il coraggioso!
Il personaggio di Boris, in quanto sappiamo essere una delle tante copie sfornate dalla Macchina dell’Inchiostro, cerca di sopravvivere in questa dimensione oscura degli Studi di Joey Drew senza però avere contatti (apparentemente) con altri alleati di cui abbiamo fatto la conoscenza negli altri capitoli: nota dolente di questo gioco infatti, a nostro parere, è che non c’è in alcun modo uno scorcio di storia o di implementazione alla lore dell’universo di Bendy, solo dei semplici riferimenti ma nessuna aggiunta degna di nota, e può essere quindi definito un gioco che è stato pensato più per divertire che per integrarsi con la saga stessa.
Prendendolo cosi come si presenta, Bendy: The Lone Wolf è un gioco che intrattiene, con il suo grado di difficoltà, riprendendo alcune dinamiche degli altri giochi dell’universo di Bendy, come i nascondigli, le armi improvvisate e i mostri di inchiostro da battere con qualche colpo, oltre all’immancabile Demone dell’Inchiostro, il tutto condito con l’impronta iconica dello stile grafico e delle musiche allegre e scanzonate a cui siamo già abituati.
Bendy and the Lone Wolf va apprezzato nella sua semplicità, senza pretendere una profondità di intenti e di narrazione tipici dei precedenti capitoli, e considerando la sua natura di gioco presentato inizialmente per mobile, Windows e Mac è stato degnamente rimasterizzato e rifinito grazie all’utilizzo del motore grafico Unity. In conclusione la storia di Boris ci mette alla prova, giorno per giorno, con un crescendo di difficoltà via via sempre più tosta, ripercorrendo quelli che sono gli ambienti degli Studi di Joey Drew che ormai conosciamo tanto bene: ci saranno citazioni degli altri capitoli della saga, presenze ostili a noi familiari, e tanta ansia crescente ogni volta che entreremo in quel fatidico ascensore. E voi, sarete in grado di sfuggire al Demone dell’Inchiostro per il bene di Boris?


