Il direttore creativo di Helldivers 2, Johan Pilestedt, è recentemente intervenuto alla GDC 2025 (via PC Gamer), affermando come l’inseguimento dei trend del momento da parte di alcuni studi di sviluppo rischiano di essere deleteri a lungo andare, sia sul piano creativo che sul piano economico.
Pilestedt ha puntato il dito contro l’ascesa dei live service, in particolare i battle royale, e fa notare come gli sviluppatori cercano di “competere per la stessa nicchia” quando la prossima grande tendenza inizia a prendere piede:
L’industria dei giochi è intrappolata in un circolo vizioso di morte e rinascita. Ogni tanto licenziamo migliaia di persone senza preavviso, e nessuno capisce il perché. Penso che sia solo perché ci stiamo uniformando. Attraversiamo spesso quel ciclo di morte e rinascita, ma ora è diventato inutilmente brutale perché non c’è diversità. Dobbiamo proporre più varietà di giochi, perché le persone giocano più che mai, e noi non siamo in grado di sostenere il nostro business. Semplicemente ridicolo. Se tutti smettessero di fare battle royale e facessero diversi tipi di giochi, non saremmo in questa posizione.
Dichiarazioni molto importanti quelle di Pilestedt, che con il suo Helldivers 2, nonostante sia anch’esso un live service, è stato comunque apprezzato dal pubblico (trovate qui la recensione). Ma soprattutto, tali dichiarazioni non sono la prima volta che le sentiamo arrivare dalle principali personalità videoludiche.
Anche Shigeru Miyamoto ha spesso affrontato la questione in passato, ribadendo più volte come la priorità per gli studi di sviluppo debba essere prima di tutto la propia visione creativa messa al servizio dei giochi.
Ad esempio, titoli come The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, ma come anche un Baldur’s Gate 3, uno Xenoblade Chronicles 3 o alcuni indie come un Disco Elysium o Lorelei and the Laser Eyes, sono lì a ricordarlo.