Dragon Ball Daima: il Regalo d’Addio di Akira Toriyama

Dragon Ball Daima è l’ultimo omaggio di Toriyama: un’avventura nostalgica che esalta il suo stile unico, tra comicità, azione e libertà creativa.

Giacomo Dotti
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Giacomo Dotti
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Giacomo è un laureato in Cinematografia con un Master in Produzione e Distribuzione, aspirante regista con una grande passione per la fantascienza. Da sempre affascinato dal...
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Il 2024 segna un momento storico per tutti i fan di Dragon Ball: l’arrivo di Dragon Ball Daima, l’ultima serie anime supervisionata direttamente dal maestro Akira Toriyama. Un progetto che si distacca dalle classiche evoluzioni della saga per riportare i fan a un’epoca più spensierata e avventurosa, mescolando elementi iconici con il tipico umorismo dell’autore.

Accoglienza e impatto della serie

Fin dal suo annuncio, Dragon Ball Daima ha generato un’onda di curiosità e aspettative tra i fan. L’animazione moderna e il coinvolgimento diretto di Toriyama hanno acceso l’entusiasmo, ma la serie ha ricevuto un’accoglienza mista. Su Rotten Tomatoes, la serie ha ottenuto un indice di gradimento del 100% basato sulle recensioni iniziali, mentre su forum come Reddit le opinioni sono più contrastanti. Alcuni fan apprezzano il ritorno all’atmosfera leggera e avventurosa delle origini, mentre altri criticano la mancanza di una reale evoluzione narrativa rispetto a Dragon Ball Super.

Toriyama e il suo approccio a Dragon Ball

Uno degli aspetti più affascinanti di Akira Toriyama è il suo modo di scrivere storie senza preoccuparsi troppo della coerenza o della struttura classica del power scaling. Nel corso degli anni, Toriyama ha sempre privilegiato il divertimento e la spontaneità rispetto alla logica ferrea delle trasformazioni o del livello di potere. Dragon Ball Daima è una chiara espressione di questa filosofia.

Sin dalle origini, Toriyama ha costruito Dragon Ball con una miscela di azione, avventura e comicità, senza mai lasciarsi vincolare troppo dalle regole stabilite nel suo stesso mondo. Questo approccio si è evoluto negli anni, come si è visto in Dragon Ball Super, dove il concetto di trasformazioni e potenziamenti è diventato quasi una gag ricorrente. Nel film Dragonball Super Super Hero e ora in Daima, i personaggi stessi sembrano consapevoli di quanto assurde siano le loro continue evoluzioni, prendendosi in giro con battute autoironiche. Come chiaramente espresso nel finale di serie nel divertente dialogo tra Goku e Vegeta a proposito della trasformazione in Super Saiyan 4. Goku dice esplicitamente a Vegeta di aver sbloccato la trasformazione in seguito ad un duro allenamento successivo allo scontro con Majin Buu, mentre nella serie vediamo chiaramente che la trasformazione la ottiene grazie al potere magico di Neva.

Confronto con Dragon Ball GT e Dragon Ball Super

Molti fan hanno paragonato Dragon Ball Daima a Dragon Ball GT, per via della trasformazione di Goku in bambino e della maggiore enfasi sull’avventura. Tuttavia, ci sono differenze fondamentali tra le due serie: mentre GT era un prodotto originale della Toei Animation con poco coinvolgimento di Toriyama, Daima è un progetto che porta la sua firma diretta, sia nella storia che nei design dei personaggi. Inoltre, mentre GT aveva un tono più serio e malinconico, Daima sembra puntare maggiormente su leggerezza e comicità.

Rispetto a Dragon Ball Super, Daima si distingue per il ritorno a uno stile narrativo più semplice e meno incentrato sul power scaling. Mentre Super introduce battaglie su scala universale e nuove forme di potere come il Super Saiyan God e l’Ultra Istinto, Daima sembra privilegiare piuttosto che la semplice forza bruta o la nuova trasformazione ottenuta all’occorrenza.

Dragon Ball Daima e il ritorno alle origini

A livello narrativo, Daima riprende molte delle caratteristiche delle prime avventure di Goku bambino. Il protagonista e i suoi compagni vengono trasformati in bambini a causa di una misteriosa cospirazione di Re Gomah e devono affrontare nuove sfide nel Regno Demoniaco. Questo ritorno a una formula più avventurosa e meno basata sulle battaglie multiuniversali ricorda molto la prima serie di Dragon Ball, quando la storia non era ancora incentrata sulle trasformazioni e sulle battaglie su scala cosmica.

L’animazione moderna e il design curato dallo stesso Toriyama rendono Daima un prodotto visivamente accattivante, ma la sua collocazione nella timeline di Dragon Ball e quindi la sua canonicità è ancora poco chiara. È stato dichiarato che gli eventi della serie avvengono prima dell’arrivo di Beerus sulla Terra, ma alcune scelte narrative sembrano non combaciare perfettamente con la continuità stabilita.

Una diversa collocazione per Daima?

Una possibile soluzione per rendere Daima più coerente con la timeline sarebbe stata inserirlo subito dopo la battaglia contro Beerus, ma prima che Goku e Vegeta si allenassero con Whis. In questo modo, molte delle incongruenze sarebbero state risolte:

  • Il Super Saiyan 3 di Vegeta: In Daima, Vegeta dimostra di poter usare questa forma, nonostante in Super venga considerata inefficiente. Si potrebbe ipotizzare che Vegeta abbia sbloccato il Super Saiyan 3 proprio durante lo scontro con Beerus, dopo l’iconico momento in cui esplode di rabbia per proteggere Bulma.

  • Il Super Saiyan “Demon”: Il design animalesco di Goku in Daima , praticamente quello del SSJ 4 con delle piccole differenze, avrebbe potuto essere spiegato come una trasformazione univoca del Regno Demoniaco, una sorta di forma alternativa al Super Saiyan God, utilizzabile solo in determinate circostanze.
  • L’evoluzione di Vegeta: Se anche lui avesse ottenuto il Ki Divino nel Regno Demoniaco (un ipotetico Ki Demoniaco), si sarebbe potuto spiegare meglio come sia riuscito a raggiungere la forma Super Saiyan God senza passare per il rituale visto in Super.

Queste idee avrebbero potuto rendere la serie più armoniosa all’interno della continuity, ma, come detto prima, Toriyama non si è mai curato troppo di questi dettagli. In fondo, il suo obiettivo è sempre stato quello di scrivere storie divertenti e spensierate senza essere schiavo delle regole che lui stesso aveva stabilito.

L’ultimo capitolo di un’era

Dragon Ball Daima è un perfetto esempio dell’approccio di Akira Toriyama: una storia che fa leva sulla nostalgia, piena di gag e momenti spettacolari, senza preoccuparsi troppo delle spiegazioni. È un ultimo regalo ai fan prima della sua forse troppo primatura scomparsa, un’ultima avventura che incarna tutto ciò che ha reso Dragon Ball così speciale nel corso dei decenni.

Che piaccia o meno, Daima rappresenta il vero spirito dell’opera di Toriyama: non è la potenza dei personaggi o la coerenza della trama a renderlo unico, ma la sua capacità di sorprendere, far sorridere e farci immergere in un mondo dove tutto può succedere. E forse, proprio per questo, non avrebbe senso aspettarsi altro da lui.

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Giacomo è un laureato in Cinematografia con un Master in Produzione e Distribuzione, aspirante regista con una grande passione per la fantascienza. Da sempre affascinato dal potere del racconto cinematografico, trova ispirazione nei lavori di Tarantino, Spielberg e Allen. Oltre al cinema, è un appassionato di fumetti e carte TCG, mondi narrativi che alimentano la sua creatività e visione artistica.