Siamo di fronte all’ennesimo adattamento di una delle storie tratte dalla penna di Tolkien, dal suo archetipo immaginario, che tutti noi conosciamo come Il Signore degli Anelli ma che altri non è se non la fine di un ciclo di storie iniziate millenni prima, narrate in libri leggendari, opere incompiute e manoscritti perduti nel tempo. Guerra, fa strano di questi tempi parlarne ma siamo chiamati alla recensione: Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim sarà un viaggio non proprio piacevole per cui, in sella, si torna a Edoras.
Rossa come un tramonto tra le montagne d’inverno
Hèra cavalca tra le pianure e le colline del regno di suo padre, Helm Mandimartello, il Re di Rohan. La ragazza è bellissima: folti capelli rossi, un fisico invidiabile (forse troppo procace per lo stile Tolkeniano ma, che volete farci? Tempi moderni) e un’innata capacità da cavallerizza. Del resto essere la figlia del Signore dei Cavalli, porta lei e i suoi fratelli in sella più presto che nella culla. Hèra (doppiata da Gaia Wise in originale) è una ragazza forte ma in età da marito ed è per questo che nel suo orizzonte si staglia un “problema”.
Freca, un uomo enorme che si è da tempo impoltronito nel Consiglio politico di Minas Tirith a Gondor, torna a Rohan con l’intenzione di far sposare Wulf suo primogenito con la giovane Hèra. Il Re Helm però è di tutt’altro avviso: l’uomo non vuole che le due stirpi si uniscano (per sua fortuna nemmeno Hèra ne ha la minima intenzione) e ne sovviene una colluttazione tra i due uomini di guerra; Helm uccide con un pugno Freca, del resto il suo soprannome Mandimartello non era casuale. Questo evento segna una spirale discendente nella quale il dunlandiano Wulf medita vendetta.
Sebbene la storia sia di base presa dalle pagine di Tolkien, se ne evince una riscrittura personale, il problema non è questo tutto sommato: siamo di fronte all’ennesima scelta (scellerata!) di voler a forza inserire uno o più personaggi che non sono presenti nei libri di Tolkien. La protagonista stessa, Hèra, viene a malapena nominata in un’appendice dei libri, liquidata con una riga e nemmeno un nome vero e proprio. Tutto questo va sommato al fatto che il film è un copia/incolla de Le Due Torri, e tra poco vedremo perché o come.
Duecento anni prima di Frodo
Siamo duecento anni prima che Frodo ottenga l’Unico Anello da Bilbo, suo zio, e inizi così il viaggio de La Compagnia dell’Anello. In questo contesto storico, l’amicizia tra Rohan e Gondor è presente ma dimenticata: i due popoli non si affrontano ma nemmeno si aiutano a vicenda e qui possiamo capire le parole di Re Theoden ascoltate nella trilogia che tutti conoscono (sebbene tempo dopo questi eventi) “[…] siamo soli!”. Esteticamente l’opera fatta nel film è azzardata quanto la trama stessa.
Tutto il film basa la sua estetica su un fondale tridimensionale mentre lascia al classico 2D i protagonisti della vicenda. Edoras, il Fosso di Helm e tutto quello che circonda le zone come montagne, colline e foreste sono magistralmente ricreate in 3D il che rende, di fatto, distopica la visione del film anche solo visivamente. Nel film Helm (doppiato da Brian Cox) ha un’attitudine alla guerra, infatti non si lascia mai sfuggire l’occasione di essere in prima linea mentre c’è da dare battaglia.
Tutto sommato la resa estetica è godibile, sebbene quest’ultima non basti per rendere indimenticabile un film anche se si parla de Il Signore degli Anelli che, di per sé, dovrebbe rendere tutto epico ma che qui fallisce non solo in questo. Vediamo nel dettaglio le problematiche della pellicola.
Una guerra copia/incolla
Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim ricalca Le Due Torri in una maniera disarmante: non solo ci sono tutti gli elementi per gridare al plagio metrico, nonostante l’autore degli originali sia lo stesso, qui la situazione si riassume con “nipote cacciato per incompetenza (presunta), popolo sotto assedio che si rifugia al Fosso di Helm, guerra serale, risoluzione mattutina con il nipote che torna e salva tutti”. Se vi leggessero quella trama, pensereste che si parla de Le Due Torri, e invece no, siamo di fronte a questa storia rimaneggiata quanto basta.
Altra problematica (quantomeno in inglese) è la scelta totalmente errata dei doppiatori: Helm Mandimartello è un uomo altissimo, prestante e pieno di muscoli (nonostante l’età avanzata) ed ha la voce di un vecchietto prossimo alla tomba. Hèra parla come una scolaretta degna dei migliori Hentai giapponesi, le mancava solo una o due espressioni più spinte e potevano vietare ai minori la pellicola, dove per altro non si disdegna di mettere la protagonista in pose succinte ogni volta che se ne ha l’occasione.
In definitiva, Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim è un film che non interesserà a nessuno: i puristi lo odieranno in quanto viene presentato un protagonista inesistente e scialbo a guidare la pellicola, chi non è appassionato de Il Signore degli Anelli, difficilmente andrà al cinema, anzi è più probabile che non spenda per il grande schermo, aspettando più facilmente una visione sui vari servizi di streaming.